Stefano, il padre di Pamela Mastropietro, è stato trovato morto in queste ore. Lo conoscevamo per la terribile vicenda della figlia.
La giovane Pamela, di 18 anni, è stata stuprata e poi uccisa e fatta a pezzi il 30 gennaio del 2018. Su Facebook possiamo leggere il dolore della moglie, che dopo la tragica storia della ragazza, ora si trova a dover affrontare un altro lutto. Nel suo post ha scritto “Almeno tu ora puoi riabbracciarla, siete i miei angeli”.
Conosciamo tutti ormai la terribile storia della 18enne Pamela Mastropietro, stuprata, uccisa e fatta a pezzi alcuni anni fa a Macerata mentre stava seguendo un percorso delicato per risolvere i suoi problemi di tossicodipendenza.
Vittime collaterali di quanto accaduto sono stati i suoi genitori Alessandra e Stefano, che sempre hanno chiesto giustizia mettendo più volte la faccia in tv e rilasciando dichiarazioni ai giornalisti. Oggi purtroppo è arrivata una terribile notizia, Stefano infatti è stato trovato morto stamattina nella sua casa in zona La Romanina, nella Capitale.
Erano circa le 11 quanto è stato trovato il cadavere. Secondo il medico legale e gli inquirenti, la morte sarebbe avvenuta alcuni giorni fa. Dai dettagli emersi, il corpo era riverso a terra e c’era del sangue intorno a lui.
Non abbiamo molti dettagli in merito perché c’è il massimo riserbo sulle indagini, stando a una prima ipotesi però, si pensa che possa aver avuto un malore e quindi essere caduto violentemente a terra, impatto che gli è stato fatale.
Tuttavia non è esclusa nessuna pista e gli investigatori aspettano che l’autopsia possa rivelare dettagli in più, questa verrà effettuata nei prossimo giorni.
Al momento nessuno ha parlato di gesto volontario, in primis la moglie Alessandra, distrutta da questo ennesimo dramma quando faticosamente insieme al coniuge 44enne stava cercando di ricostruire una sorta di normalità. Su Facebook ha voluto ricordare quelli che ha definito come i suoi angeli. Una famiglia distrutta quel terribile giorno del 2018, ripercorriamo in breve la morte di Pamela.
Nata a San Giovanni nel 1999, come tutte le ragazze adolescenti anche Pamela aveva tanta voglia di vivere serenamente quel periodo così spensierato della sua età. Una ragazza molto giovane che però già a partire da 12 anni aveva dovuto fare in conti con una problematica terribile.
Pamela soffriva di disturbo della personalità borderline ma soprattutto, di una forte dipendenza dalla droga. All’età di 17 anni si trasferì nella comunità di recupero di Corridonia, a Macerata.
I problemi di Pamela erano nati per aver frequentato compagnie sbagliare ma ora con l’aiuto dei genitori voleva davvero uscire da quel tunnel buio. Seguita da uno psichiatra della comunità, si confidò molto e sembrava fare passi avanti ma improvvisamente fuggì il 29 gennaio del 2018, incontrò poi un uomo che la accompagnò alla stazione di Corridonia-Mogliano in cambio di un rapporto sessuale.
Pamela voleva tornare a Roma ma perse quel treno e così accettò il passaggio. I due ebbero un rapporto sessuale, il giorno dopo la giovane cercò nuovamente di procurarsi della droga e in quel frangente incontrò Innocent Oseghale, un pusher nigeriano.
Fra il 30 e il 31 gennaio del 2018, il corpo della giovane romana venne trovato smembrato e riposto in alcune valigie non lontano da Macerata. Indagini successive porteranno a scoprire che l’autore fu proprio il pusher, che venne tratto in arresto insieme ad alcuni connazionali, in seguito al ritrovamento dei vestiti insanguinati della vittima nella sua casa.
Stuprata, uccisa e smembrata, questo il destino di Pamela. Secondo l’autopsia fu vittima, prima di morire, di violenze sessuali. Poi fu uccisa con due coltellate al fegato, a questo punto il corpo venne ripulito con della candeggina, smembrato e occultato.
L’opinione pubblica rispose con episodi aggressivi razzisti e xenofobi, come l’attentato compiuto alcuni giorni dopo l’arresto, da parte di Luca Traini, che sparò su una folla di immigrati a Macerata, ferendone sei.
Oseghale si è sempre dichiarato innocente, dicendo che la ragazza era morta di overdose, invece l’autopsia lo smentirà. Ora sta scontando l’ergastolo e non ha mai mostrato segnali di pentimento, questo episodio è rimasto l’emblema della cattiveria e della crudeltà verso chi è fragile e ha bisogno di aiuto.
Una storia che ha spezzato il cuore di tutti, a partire dalla sua famiglia, che sempre le era stata vicina in quegli anni difficili, in cui i disagi erano accentuati dai problemi psicologici. Purtroppo il destino ha voluto strappare a questa vita anche il padre Stefano. Un nuovo e incolmabile dolore nel cuore di Alessandra e alle condoglianze arrivate oggi da tutto il web e da importanti personalità, si aggiungono le nostre.
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