Il padre di Saman, Shabbar Abbas, verrà estradato in Italia

Il governo pachistano ha dato il via libera per l’estradizione di Shabbar Abbas nel nostro Paese. Oggi ci sarà l’ultima udienza a Islamabad.

Shabbar Abbas
Shabbar Abbas – Nanopress.it

Pensava di farla franca fuggendo in Pakistan dopo la morte della figlia Saman, ma Shabbar Abbas tornerà presto in Italia per fare i conti con la giustizia. Nei video che circolavano nei mesi successivi alla fuga, lo vedevamo tranquillo e sereno, come si sentisse intoccabile nel suo Paese d’origine. Quell’immagine sembrava così lontana da quella dell’assassino che insieme alla famiglia ha progettato la morte della figlia 18enne perché questa non voleva sposare il cugino, come imposto da secoli di tradizioni arcaiche. Nessuno si è opposto a quella morte orrenda fatta di bugie, trappole, un violento strangolamento e infine l’occultamento del corpo in un casolare abbandonato nei pressi dell’azienda agricola di Novellara gestita dalla famiglia. Poi la caccia ai responsabili, un gruppo di persone che invece dovevano proteggere la ragazza e difendere la sua voglia di una vita libera e normale. Lo zio Danish, esecutore materiale insieme ai due cugini, poi la mamma Nazia che ancora risulta latitante e il capofamiglia Shabbar, che appunto è atteso in Italia.

Shabbar Abbas estradato in Italia

Shabbar Abbas arriverà in Italia. L’ordine di estradizione è stato dato poco fa dal governo pachistano verso l’uomo che come prima cosa, dopo aver partecipato all’omicidio della figlia, è fuggito proprio in Pakistan, convinto che sarebbe stato al sicuro.

Per un certo tempo è stato così e ci sono state ben 12 proroghe delle udienze per i motivi più disparati. Alla fine però, la battaglia che l’Italia sta portando avanti per processarlo è giunta al termine, grazie all’autorizzazione concessa dal governo pachistano.

Shabbar verrà giudicato nel nostro Paese perché proprio qu ha trovato la morte la giovane Saman nel 2021, colpevole di aver rifiutato un matrimonio combinato. Oggi a Islamabad si terrà l’udienza e qui avrà la possibilità di opporsi alla misura in ultimo appello.

Il primo ok all’estradizione era arrivato agli inizi di luglio ma tale decisione emessa dai giudici doveva poi passare un secondo controllo del Ministero dell’Interno. Sono state settimane tensive perché non era scontato il fatto che il governo accettasse la decisione presa dal Tribunale, invece è arrivata questa mattina la conferma da parte del suo avvocato Mahmood Akhtar e poi riportata da Agi.

Shabbar Abbas è accusato di aver progettato e messo in atto il brutale omicidio, dopo alcune foto postate sui social dalla giovane, le quali hanno scatenato il suo odio. Qui appariva felice insieme al fidanzato coetaneo da lei scelto, invece di seguire le rigide regole della famiglia che la volevano sposata con un cugino molto più grande di lei. Ora le indagini proseguono per trovare la madre, l’ultima latitante di questa orribile storia destinata ancora a far parlare a lungo.

Le accuse verso Saqib e il ruolo del fratello di Saman

Alcune associazioni in difesa dei diritti delle donne si sono costituite parte civile nel processo che riprenderà il prossimo 8 settembre, finalmente anche in presenza del padre della giovane vittima. Insieme a lui sono imputati lo zio Danish, due cugini e la moglie Nazia. Le telecamere dell’aeroporto di Malpensa hanno ripreso la coppia mentre lasciava l’Italia in tutta fretta dandosi a una latitanza che per l’uomo durata alcuni mesi, per lei invece ancora prosegue e sembra che non si trovi in Pakistan.

Saman e lo zio Danish
Saman e lo zio Danish – Nanopress.it

Le altre persone coinvolte invece sono state arrestate poco tempo dopo i fatti e si trovano in carcere con le accuse di sequestro di persona, omicidio volontario e soppressione di cadavere.

Questa vicenda rispecchia il fallimento di un intero sistema, infatti sappiamo che Saman da tempo chiedeva aiuto per essere allontanata da una famiglia opprimente che voleva imporle una vita fatta di regole e testa bassa. Addirittura era stata mandata in una comunità protetta e vigeva sui genitori un divieto di avvicinamento, ma tutto ciò non è bastato a salvarle la vita perché la madre l’ha attirata con una scusa e le immagini delle videocamere della tenuta hanno immortalato quegli ultimi momenti di vita di Saman.

Il primo a denunciare la situazione è stato Saqib, la pietra dello scandalo, il fidanzato afghano conosciuto proprio nella struttura e che difendeva la libertà di Saman indicando gli Abbas come un clan che agiva con la violenza. Sembra infatti che abbiano anche intimidito la famiglia del giovane per convincerlo ad allontanarsi dalla vita della 18enne.

La diatriba fra gli Abbas e il giovane non si ferma a semplici accuse, sono state fatte anche delle dichiarazioni molto gravi da Shabbar, che al momento è ancora detenuto nel suo Paese di origine. Il capofamiglia ha detto di aver pagato Saqib per far sparire il corpo della ragazza, questo di fatto lo coinvolgerebbe nell’omicidio con l’accusa di occultamento di cadavere.

Carabinieri sul luogo del ritrovamento del corpo
Carabinieri sul luogo del ritrovamento del corpo – Nanopress.it

Anzi c’è molto di più, Shabbar lo avrebbe accusato a febbraio anche dello stesso omicidio, per questo motivo è partita la denuncia e a difenderlo c’è l’avvocato Barbara Iannuccelli dell’associazione Penelope.

Ora si attende la ripresa del processo e si punta molto sull’unico testimone oculare di ciò che avveniva in quella famiglia degli orrori, il fratello minore di Saman. Il minorenne is è costituito parte civile ed è l’unico che non ha partecipato all’omicidio, anzi coraggiosamente ha fatto i nomi dei responsabili e se non cambierà la sua versione, sarà il testimone chiave di questo processo. Però ha molta paura, forse avverte il peso della pressione e il suo avvocato Valeria Miari ha detto recentemente parole molto forti: “Di certo farà la stessa fine di Saman per aver parlato. Me lo ha detto lui. È molto spaventato”.

 

 

 

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