Il padre di Saman vuole partecipare al processo in videocollegamento: la novità arriva nel pieno dell’attesa sull’eventuale estradizione, ancora a un vicolo cieco.
Shabbar Abbas avrebbe fatto sapere, tramite la sua difesa, di essere disposto a sottoporsi a giudizio a distanza nell’ambito del processo che si celebra a Reggio Emilia per l’omicidio della figlia 18enne.
Ancora in Pakistan, dove è stato arrestato mesi fa, Shabbar Abbas, padre di Saman, attende la decisione del giudice di Islamabad sull’estradizione chiesta dall’Italia e sull’eventuale rilascio su cauzione chiesto dal suo difensore in patria, Akhtar Mahmood.
Il dibattimento sulla morte di Saman Abbas, per cui sono imputati cinque parenti tra cui padre e madre (Nazia Shaheen, ancora oggi latitante) è ricominciato questa mattina davanti alla Corte d’Assise di Reggio Emilia.
Si è tenuta la seconda udienza e alla sbarra sono arrivati soltanto in tre: lo zio e due cugini della vittima, Danish Hasnain (indicato dal fratello minore della ragazza quale esecutore materiale del delitto), Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq, mentre i genitori della 18enne uccisa a Novellara sfuggono ancora alla giustizia.
Il procedimento per il padre, Shabbar Abbas, secondo quanto riporta Il Resto del Carlino, sarebbe stato ufficialmente riunito a quello per che vede protagonisti gli altri quattro imputati.
L’avvocato Simone Servillo, difensore dei coniugi Abbas avrebbe detto che il suo assistitto vorrebbe partecipare al processo in videocollegamento.
Il fidanzato di Saman, Saqib, è stato destinatario di pesantissime accuse da parte del padre della 18enne che, tramite il suo legale pakistano, ha dichiarato di ritenerlo responsabile della morte della figlia.
Il giovane, con il quale invece Saman voleva un futuro lontano dal matrimonio forzato a cui avrebbero voluto costringerla i familiari, si è costituito parte civile nel processo e, riporta ancora Il Resto del Carlino, denuncerà Shabbar Abbas per le sue affermazioni.
A margine dell’udienza, l’avvocato Barbara Iannuccelli, legale del ragazzo con il collega Claudio Falleti, ha ricalcato il quadro di una situazione preoccupante ai danni della famiglia di Saqib.
“I genitori del fidanzato – ha dichiarato l’avvocata – ricevevano spari intorno alla casa in Pakistan ogni volta che rilasciava interviste. Per questo motivo chiediamo che i suoi genitori siano portati in Italia”.
Più volte, gli avvocati di Saqib hanno presentato istanze per chiedere che la famiglia del fidanzato di Saman sia protetta dalle presunte reiterate minacce dei parenti della 18enne.
Ancora oggi, in una serie di dichiarazioni ritenute incredibili dall’accusa, Shabbar Abbas sostiene che il corpo trovato sepolto sotto le macerie di un casolare diroccato a Novellara non sia quello di sua figlia.
Una versione sconfessata dall’esito delle analisi condotte sul cadavere, identificato grazie ad una anomalia dentaria e altri elementi chiave.
Resta ancora fuori dal cono degli inquirenti la madre della vittima, Nazia, la sola mai rintracciata nel corso di oltre un anno di indagini da parte delle autorità italiane.
In patria godrebbe di una forma di tutela che le permetterebbe di portare avanti la sua latitanza senza essere neppure ricercata.
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