Papa Francesco, sul volo da Baku a Roma, ha risposto alle domande dei giornalisti che lo hanno accompagnato nei tre giorni di viaggio nel Caucaso, prima in Georgia e poi in Azerbaigian, circa la delicata questione della teoria gender nelle scuole. Bergoglio ha affermato con totale franchezza: ‘Da Papa, accolgo gay e trans. Ma una cosa è una tendenza, un’altra insegnarla nelle scuole’.
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Sabato sera, in Georgia, il Pontefice ha utilizzato parole forti, che non hanno lasciato spazio a interpretazioni: ha definito il gender il grande nemico del matrimonio. I giornalisti gli hanno dunque domandato cosa direbbe a una persona che sente il suo aspetto non corrispondente alla propria identità sessuale:
‘Nella mia vita di sacerdote, di vescovo e di Papa io ho accompagnato persone con tendenze e anche pratiche omosessuali. Li ho avvicinati al Signore e mai li ho abbandonati. Le persone si devono accompagnare, come faceva Gesù. Quando una persona che ha questa condizione arriverà davanti a Gesù, lui sicuramente non dirà: vattene via perché sei omosessuale. No. Io ho parlato di quella cattiveria che oggi si fa con l’indottrinamento della teoria gender’.
Bergoglio ha poi raccontato la vicenda di un papà francese, sottolineando i rischi di inserire la teoria gender nelle scuole: ‘Mi raccontava del figlio di dieci anni: alla domanda -cosa vuoi fare da grande- ha risposto: la ragazza! Il padre si è accorto che nei libri di scuola si insegnava la teoria gender, e questo è contro le cose naturali. Una cosa è la persona che ha questa tendenza, o anche che cambia sesso. Un’altra è fare insegnamenti nelle scuole su questa linea, per cambiare la mentalità: io chiamo questo colonizzazione ideologica’.
Il Pontefice ha anche spiegato la storia di una ragazzo trans che lui stesso ha accolto:
‘L’anno scorso ho ricevuto la lettera di uno spagnolo che mi raccontava la sua storia. Ha sofferto tanto perché lui si sentiva un ragazzo ma era fisicamente una ragazza. Ha raccontato alla mamma che avrebbe voluto operarsi e lei gli ha chiesto di non farlo finché era viva. Quando è morta, lui si è fatto l’intervento. È andato dal vescovo che lo ha accompagnato tanto, era un bravo vescovo. Poi ha cambiato la sua identità civile, si è sposato e mi ha scritto che per lui sarebbe stata una consolazione venire da me con la sua sposa. Lui che era lei ma è lui. Li ho ricevuti, erano contenti. Capito? La vita è vita, le cose si devono prendere come vengono. Il peccato è peccato, ci sono le tendenze, gli squilibri ormonali, esistono tanti problemi. Ma in ogni caso bisogna accogliere, accompagnare, studiare, discernere e integrare. È un problema umano, e si deve risolvere come si può, sempre con la misericordia di Dio’.
Il discorso ruvido del Padre in Georgia, parla di guerra mondiale contro il matrimonio e di divorzio, un gesto che sporca l’immagine di Dio. Dichiarazione quest’ultima che va a scontrarsi con quanto dichiarato da Bergoglio stesso al Sinodo: in quell’occasione infatti aveva parlato di accoglienza dei divorziati. Ecco come il Papa ha spiegato l’apparente contraddizione:
‘Quando si parla del matrimonio, come l’ha stabilito Dio, si parla di un uomo con una donna. È vero che la cultura di oggi, e anche alcune filosofie, portano a questa guerra mondiale contro il matrimonio. Dobbiamo stare attenti a non farci limitare da queste idee. Nell’Enciclica “Amoris Laetitia” si parla del fondamento del matrimonio, di come trattare le famiglie ferite. Ma le debolezze umane esistono, come i peccati. L’ultima parola deve averla la misericordia. Poi, quando in una coppia arrivano i problemi, si devono risolvere con quattro accorgimenti: accogliere, discernere, accompagnare e integrare. C’è il peccato, c’è la rottura, ma c’è la cura e la misericordia’.