In vista delle festività natalizie, Papa Francesco ha rivolto ai capi di Stato un appello per chiedere clemenza verso i detenuti.
In particolare il pontefice ha invocato l’indulto perché questo tempo segnato da tensioni e ingiustizie possa aprirsi alla grazia.
Il Papa parla ai capi di Stato
Ci avviciniamo alle festività natalizie e il Papa ha voluto rivolgere delle parole ai capi di Stato per cercare di sensibilizzarli nell’essere clementi verso coloro che passeranno il Natale in carcere, lontano dai propri cari.
Il pontefice ha scritto una lettera, la medesima per tutti i leader mondiali. La notizia è stata diffusa dal Vatican News e dai dettagli emersi si evince che in particolare la misura richiesta è quella dell’indulto.
Ovviamente, questo dovrà essere elargito verso coloro che siano ritenuti idonei a beneficiarne.
In una nota della Sala Stampa del Vaticano il Papa ha spiegato anche anche i fratelli e le sorelle privati della libertà hanno bisogno di conforto, specialmente in questo tempo segnato da una situazione molto particolare.
“chiedo ai leader di fare un gesto verso i detenuti meritevoli, perché questa epoca possa aprirsi alla grazia che viene dal signore”.
Queste le parole del pontefice, che ha notoriamente sempre mostrato una certa attenzione al mondo delle carceri, dimostrato anche dalla sua preferenza di celebrare la Messa in Coena Domini del Giovedì Santo in un penitenziario. Questa usanza si è poi ripetuta nel corso degli anni.
L’attenzione del Papa verso le carceri
Francesco si reca spesso in visita nei penitenziari italiani rivolgendo a loro diverse preghiere, ad esempio in occasione del Giubileo della Misericordia del 2016, dedicò una messa ai detenuti in presenza di mille di loro in una gremita San Pietro.
In quell’occasione in particolare, lanciò un appello ai politici per mostrare clemenza ai carcerati e migliorare le condizioni all’interno delle case circondariali, sia per quanto riguarda la sicurezza che il discorso igienico-sanitario.
Nel complesso, il Papa è sempre stato vicino a queste persone, appellandosi continuamente a chi di dovere per chiedere condizioni più umane per loro e per favorire il loro difficile reinserimento nella società e nel mondo lavorativo.
Preghiere che però molto spesso cadono nel dimenticatoio, anche se l’attenzione del pontefice verso il tema delle carceri non si è mai affievolita.
Secondo quanto ricostruito da alcune testate giornalistiche, le attenzioni dei papi a questo tema affondano le radici nell’anno del Grande Giubileo del 2000, quando l’allora pontefice Giovanni Paolo II stilò un documento analogo a quello scritto ieri da Francesco.
Dopo una settimana, in quello stesso anno visitò Regina Coeli a Roma chiedendo la riduzione delle pene ritenute idonee. La stessa cosa venne ribadita due anni dopo in occasione della visita al Parlamento italiano.
Francesco, che non ha mai mancato di visitare i penitenziari durante viaggi apostolici come quello della Lavanda dei piedi, sta seguendo le orme del predecessore.