Un Papa fra gli artisti: questo è ciò che è successo stamattina in Vaticano, all’interno della Cappella Sistina. Papa Francesco ha ricevuto più di 200 artisti provenienti da ogni parte del mondo. E a loro, ha lanciato un appello.
“Non dimenticatevi dei poveri”. Parole forti quelle di Francesco che hanno centrato il cuore di tutti i presenti.
Erano davvero in tanti e, tutti, riuniti in uno dei luoghi d’arte più bello al mondo. Papa Francesco, questa mattina, ha ricevuto in Vaticano, all’interno della Cappella Sistina, circa 200 e più artisti provenienti da oltre 30 paesi del mondo. L’evento è stato organizzato in occasione del Cinquantesimo anniversario dell’inaugurazione della Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani.
Come aveva fatto già uno dei suoi predecessori, San Paolo VI nel 1964, così anche oggi Francesco ha ricevuto gli artisti in un luogo che, come lui stesso ha definito, “qui tutto è arte”. Ogni campo artistico era rappresentato, dalla musica alla pittura, alla scultura, alla poesia, al cinema.
Tanti i volti noti, italiani e non che hanno incontrato il Papa. Ed è proprio a loro che Francesco ha rivolto il suo messaggio accorato: “Sono felice di questo incontro con voi. Ma, prima di salutarvi, ho ancora una cosa da dirvi, che mi sta a cuore. Vorrei chiedervi di non dimenticarvi dei poveri, che sono i preferiti di Cristo, in tutti i modi in cui si è poveri oggi”.
Una richiesta che sa quasi di appello vero e proprio: i poveri sempre al centro di ogni suo pensiero, al centro del suo Pontificato. E lo ha fatto anche oggi, incontrando gli artisti: “Anche i poveri hanno bisogno dell’arte e della bellezza. Alcuni sperimentano forme durissime di privazione della vita; per questo, ne hanno più bisogno. Di solito non hanno voce per farsi sentire. Voi potete farvi interpreti del loro grido silenzioso” – ha detto loro il Santo Padre.
Come dicevamo, tantissimi gli artisti presenti: Caetano Veloso, Alessandro Baricco, Marco Bellocchio, Gianrico Carofiglio, Ludovico Einaudi, Alessandro Haber, Luciano Ligabue, Mario Martone, Michela Murgia, Sergio Rubini, Sandro Veronesi e Ferzan Ozpetek, solo per citarne alcuni.
Il Papa ha dialogato con loro, dando una propria personale visione dell’arte: “L’arte non può mai essere un anestetico; dà pace, ma non addormenta le coscienze, le tiene sveglie […] Non siamo solo luce, e voi ce lo ricordate; ma c’è bisogno di gettare la luce della speranza nelle tenebre dell’umano, dell’individualismo e dell’indifferenza. Aiutateci a intravedere la luce, la bellezza che salva”.
Francesco ha anche affermato che, spesso, gli artisti sono anche ironici: “L’ironia e il senso dell’umorismo sono grandi virtù […] Fate bene a essere anche sentinelle del vero senso religioso, a volte banalizzato o commercializzato […] Mi sta a cuore l’umanità dell’umanità. Perché è anche la grande passione di Dio. Una delle cose che avvicinano l’arte alla fede è il fatto di disturbare un po’. L’arte e la fede non possono lasciare le cose così come stanno: le cambiano, le trasformano, le convertono” – ha concluso.
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