Il Partito democratico, dopo una giornata intensa, ha tratto le sue somme. Le primarie del 26 febbraio, quindi slittate di una settimana rispetto a prima, si potranno tenere anche online, così come aveva chiesto la candidata e deputata Elly Schlein. Il voto su internet, però, sarà consentito solo in alcuni casi, ovvero agli elettori anziani, con inabilità personali, chi ha difficoltà effettivamente ad andare ai gazebo e abita in zone troppo lontane e chi sta all’estero, compresi gli studenti fuorisede.
In Direzione, la cui riunione è iniziata alle 19, in ritardo (anche qua) di sette ore rispetto alla tabella di marcia, il segretario uscente, Enrico Letta, ha parlato di un “punto di equilibrio trovato oggi scontenta qualcuno ma è il più avanzato possibile“. Per l’occasione, il deputato pisano ha anche dichiarato che si sono evitate le spaccature interne.
Era attesa per oggi la decisione del Partito democratico sulle primarie che tanto ha fatto discutere, nei giorni scorsi, i candidati alla segreteria. Eppure, in ritardo di qualche ora sulla tabella di marcia, quella sintesi è arrivata: gli elettori dem potranno dare la loro preferenza a Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Paola De Micheli e Gianni Cuperlo anche online, ma solo a determinate condizioni.
Il voto, che in precedenza era stato previsto per il 19 febbraio, è stato fatto slittare di una settimana, e quindi, per chi non potrà recarsi fisicamente nei gazebo, ovvero anziani, inabili, chi vive all’estero o in sedi troppo lontane, compresi gli studenti fuorisede, il 26 potrà farlo in via telematica attraverso lo Spid.
La scelta, ratificata dalla Direzione con un voto contrario e nove astenuti, è stata presa dopo una giornata intensa di trattative ed era nata dalla spinta della deputata ed ex vicegovernatrice dell’Emilia Romagna che aveva lanciato l’idea qualche giorno fa trovando, come già detto, un muro da parte di alcuni dei suoi avversari. Prima del voto, Schlein aveva salutato con entusiasmo l’accordo trovato, spiegando che così si sarebbe arrivati a un “partito unito, moderno e inclusivo”
Di diverso avviso, l’ex ministra per i Trasporti, la più contraria a far decidere i simpatizzanti del Pd pure online, che infatti non ha votato. De Micheli, in una nota, ha fatto sapere che per lei “l’applicazione così estesa del voto online per le primarie una forzatura nel metodo, considerato che mancano solo 40 giorni alle primarie, e nel merito, poiché l’eventuale trasformazione del Pd in un partito anche digitale ha bisogno di una discussione e di una decisione da parte degli iscritti al Partito Democratico“.
Più morbida la posizione di Bonaccini, il più accreditato per la vittoria finale, che ha aperto alle trattative purché venissero regolamentate anche per evitare una spaccatura nel partito. Dal comitato del presidente emiliano, l’entusiasmo c’è stato soprattutto per avere tenuto le primarie anche nei gazebo, perché il Pd è “un partito solido e radicato, una comunità, non una piattaforma virtuale“. Mentre il più possibilista tra i tre, Cuperlo, ha lasciato la sua dichiarazione a Twitter, niente, però, che riguardasse le diatribe nei dem sulle modalità in cui verranno fatte le primarie.
In apertura di Direzione, arrivata con sette ore di ritardo, ha parlato il segretario uscente, Enrico Letta. “Da domattina – ha iniziato l’ex presidente del Consiglio – ci confrontiamo su temi e questioni di contenuto che interessano gli italiani. Oggi il governo e la premier hanno fatto il primo vero errore di comunicazione, dopo settimane di vento in poppa. Con il video col quale Meloni tecnicamente mente sulla riduzione delle accise ritorna in primo piano contraddizione tra quanto detto in campagna elettorale“. Non un aggancio a caso, perché per lui, quello che si rischiava oggi era di fare un “gol a porta vuota“, che non è stato fatto, però.
“Anche sui contenuti siamo riusciti a farci del male nel racconto esterno. La discussione è intensa e fortissima, ma è stata raccontata da molti di noi in modo banalizzante“, ha specificato. Il momento, poi, non è dei migliori, perché “per la prima volta abbiamo intorno forze che vogliono sostituirci“. Non un problema perché, alla fine, nonostante lo Statuto sia difficile da applicare, hanno comunque “risolto dei nodi” evitando anche delle spaccature deleterie, ma questo non ha significato che il punto di equilibrio trovato non scontenti nessuno, “ma è il più avanzato possibile“, ha detto ancora ai dem.
Nel merito dei candidati, Letta ha detto di vedere tra di loro “rispetto reciproco” che deve essere valorizzato. Non solo, perché per lui “hanno tutte le qualità per rendere il dibattito vivo e aggregante“, grazie a cui, tra l’altro, si possono superare le difficoltà anche per il Paese, non solo per il partito. “Le oltre 18000 bussole compilate in tutta Italia hanno consentito una discussione di democrazia partecipativa. Ne avremo un ritorno, con una indicazione importante su dove stanno testa e cuore della nostra gente. Ipsos sta processando i dati, mai è stata fatta una cosa così ampia. Noi ci siamo, il nostro partito è un corpo vivo“, ha spiegato a tal proposito prima di concludere che lui è l'”unico tra i leader che hanno gestito la fase del 2022 ad essersi fatto da parte senza nulla a chiedere lavorando per un ricambio di classe dirigente“.
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