Il capo mercenario russo Yevgeny Prigozhin e alcuni importanti ufficiali del suo esercito privato Wagner Group sono stati dichiarati morti a seguito di un misterioso incidente aereo, il quale è stato ampiamente interpretato come un atto di vendetta orchestrato dal Cremlino.
Questo evento si è verificato due mesi dopo che Prigozhin ha guidato un ammutinamento che ha sostanzialmente minacciato l’autorità del presidente russo Vladimir Putin. Proprio per questo motivo si sono susseguiti commenti e teorie che ipotizzano le cause dello schianto. Resta il fatto certo che uno dei più vicini a Putin dopo esser stato contrapposto ai vertici militari ha perso la vita in un modo che è ancora avvolto dal mistero e dall’incertezza.
Yevgeny Prigozhin, controversa figura a capo del gruppo paramilitare russo Wagner, è deceduto insieme a sei alti funzionari militari in un incidente aereo avvenuto mercoledì scorso nei pressi di Mosca. L’agenzia statale russa Tass è stata la prima a comunicare che il jet registrato a nome Wagner Group aveva subito un incidente, che lo aveva portato a schiantarsi al suolo nella zona di Tver situata a metà strada tra Mosca e San Pietroburgo.
Successivamente anche l’agenzia federale russa per il trasporto aereo ha dichiarato che il jet privato sul quale viaggiavano prigozhin e sei dei suoi più alti ufficiali assieme a tre piloti del velivolo erano precipitati e nessuno dei presenti era sopravvissuto allo schianto a terra. Il velivolo con a bordo proveniva da Mosca e stava rientrando alla centrale operativa quando e stato improvvisamente visto cadere. I soccorritori hanno poi rinvenuto tutti i dieci corpi senza vita.
Sull’accaduto aleggiano però dubbi di omicidio. Prigozhin, tanto influente quanto controverso, aveva organizzato alcuni mesi fa un ammutinamento dei suoi militari Wagner che ha gettato ombra sull’autorità del presidente Putin.
Gli Stati Uniti sospettavano rappresaglie da parte del Cremlino. Anche fonti vicine a Wagner parlano di abbattimento volontario del velivolo. In molti non hanno ritenuto chiaro il percorso successivo all’amnistia concessa ai Wagner in Bielorussia con la partecipazione del leader Lukashenko.
Non era possibile e non era plausibile secondo molti esperti che Putin avesse deciso realmente di graziare un comportamento tale, che non può essere che è stato definito come traditore dallo stesso capo di Stato rosso.
Mentre era in corso l’ammutinamento Wagner Putin ha rilasciato una dichiarazione nella quale in fase finale pronunciò queste parole: “nessun traditore rimarrà impunito.”
Il Presidente USA Biden ha dichiarato di non ritenere casuale l’incidente, vista l’influenza di Putin sulle dinamiche interne russe. Proseguono quindi le indagini, ma l’ombra dell’esecuzione aleggia sul misterioso schianto aereo.
La polizia russa ha isolato l’area dell’impatto dove mercoledì si è schiantato il jet privato partito da Mosca e diretto a San Pietroburgo. Gli investigatori hanno analizzato i rottami alla ricerca di indizi sulla dinamica dell’incidente, dopo che è stato ipotizzato da più parti un possibile abbattimento.
Intanto i soccorritori, riferito da fonti locali, hanno portato via i corpi carbonizzati dei dieci passeggeri per gli accertamenti medico-legali. Dolore tra i sostenitori del controverso leader paramilitare Prigozhin, alla cui morte accidentale non credono e chiedono verità. Nella sede di San Pietroburgo del gruppo Wagner sono state accese luci a forma di croce e portati fiori in ricordo.
Proseguono ovviamente anche le congetture sulle reali cause del decesso. Secondo la maggioranza degli analisti, la scomparsa di Prigozhin, avvenuta proprio a pochi mesi dalla sfida al Cremlino, potrebbe essere riconducibile a ritorsioni di Putin, mai così indebolito dopo 23 anni al potere. Intanto mancano riscontri ufficiali e pertanto si tratta di supposizioni.
Secondo Tatiana Stanovaya del Carnegie Russia Eurasia Center: “l’incidente aereo sarà visto da tutti come un atto di vendetta del Cremlino“. Per l’analista: “la morte di Prigozhin deve essere una lezione per i potenziali ribelli“.
Lo scorso giugno, i mercenari di Prigozhin avevano invaso Rostov e marciato verso Mosca per protestare contro la richiesta di firmare contratti con il Ministero della Difesa. Putin li accusò di “tradimento” per poi accordarsi con un’amnistia.
I dettagli dell’intesa sono oscuri, ma Prigozhin aveva continuato le attività con Wagner in Africa, infastidendo gli alti gradi militari. Questa settimana il suo primo video dall’Africa, dove annunciava di “rendere la Russia grande“.
Ora, l’incidente aereo che lo ha colpito alimenta i sospetti di vendetta del Cremlino. Putin vedeva in Prigozhin una minaccia emersa dall’ammutinamento, il più serio attacco al suo potere.
Gli investigatori russi hanno aperto un’inchiesta penale sull’incidente che ha coinvolto il jet sul quale viaggiava il capo mercenario Prigozhin.
I dati di volo, visionati dalle autorità, confermerebbero il repentino cedimento di quota nei 30 secondi finali del volo da Mosca a San Pietroburgo. A bordo, riferito immediatamente dall’Agenzia Federale Aeronavale Rosaviatsia dieci passeggeri tra cui lo stesso Prigozhin.
Lo schianto è avvenuto vicino Kuzhenkino nella regione di Tver. Sul luogo sono intervenuti i soccorsi del Ministero per le Situazioni di Emergenza. I dettagli tecnici raccolti, uniti ai precedenti della vicenda politica, alimenterebbero i sospetti di un possibile abbattimento in quota dell’Embraer Legacy 600. Si attendono gli esiti dell’inchiesta che per ora rimane segreta e non giungono ulteriori notizie.
Secondo quanto riferito da Ian Petchenik e verificato tramite il sito di tracciamento Flightradar24, alle 15:19 l’aereo su cui viaggiava Prigozhin ha avuto “un improvviso calo verticale da 28.000 a 20.000 piedi in appena 30 secondi. “Qualunque cosa sia accaduta è stato rapido”.
Gli investigatori stanno indagando per accertare le cause, dopo che diverse fonti citate da media russi hanno ipotizzato l’abbattimento con missili terra-aria.
Il costruttore dell’Embraer, pur avendo precisato di non aver rapporti con il velivolo dal momento della vendita, lo ha identificato come lo stesso utilizzato da Prigozhin dopo l’ammutinamento che ha visto la marcia su Mosca del leader e delle sue milizie.
I dati, ritenuti insoliti e strani, della caduta del velivolo e i precedenti del gruppo Wagner che si sono ribellati all’elité militare russa, alimentano dubbi sul disastro. L’inchiesta dovrà chiarire se si sia trattato di un malfunzionamento o di altro. Intanto il giallo avvolge l’incidente costato la vita al discusso leader paramilitare.
La morte di Yevgeny Prigozhin, fondatore del gruppo Wagner, ha sollevato molte domande e teorie internazionali. Secondo il Guardian l’incidente potrebbe aver sollevato tensioni all’interno dell’esercito russo. Il leader del gruppo Wagner aveva lanciato un ammutinamento contro la leadership militare russa pochi mesi prima dell’incidente che lo ha portato alla morte assieme ai suoi stretti collaboratori.
La ribellione avanzata da Prigozhin e dalle sue truppe il 24 giugno 2023 non è rimasta, secondo molti esperti impunita, e questa è la reale contromossa del leader del Cremlino, che avrebbe così messo a tacere anche i futuri tentativi di minare i vertici di Mosca. La Russia non ha ancora commentato l’incidente.
Secondo Forbes la morte di Prigozhin potrebbe essere stata causata dall’Ucraina. L’articolo del noto giornale suggerisce che l’aereo su cui si trovava Prigozhin potrebbe anche essere stato abbattuto da un jet ucraino. L’autore dell’articolo, Melik Kaylan, riferisce che Kiev potrebbe aver voluto vendicarsi contro Prigozhin per il suo ruolo nella guerra in Ucraina.
Secondo CNN la morte di Prigozhin potrebbe avere serie e profonde conseguenze per il Cremlino. La loro opinione suggerisce che la morte di Prigozhin potrebbe portare alla fine del gruppo Wagner e alla fine della guerra in Ucraina. Nonostante ciò va sottolineato che moltissime altre organizzazioni paramilitari russe, simili al gruppo Wagner, sono impiegate nel conflitto in territorio ucraino e pertanto la teoria della vendetta Ucraina non sembra essere così accreditata.
Prigozhin è stato un oligarca russo e leder militare del gruppo mercenario Wagner. È stato uno dei più stretti confidenti del presidente russo Vladimir Putin, fino a quando non ha iniziato una ribellione nel giugno 2023, segnando l’inizio di una guerra silenziosa ma che molti analisti avevano notato ed osservavano da vicino.
Prigozhin è stato spesso definito “lo chef di Putin” e questo perché il leader possedeva ristoranti e aziende di catering che fornivano servizi direttamente al Cremlino e che hanno fruttato moltissimi soldi al capo militare.
Prigozhin controllava una rete di aziende influenti le cui operazioni, secondo un’indagine del 2022, erano “strettamente integrate con il Ministero della Difesa della Russia e il suo braccio di intelligence, il GRU”.
Nel 2014, ha fondato la società militare privata chiamata Wagner Group che ha avuto un ruolo significativo nel sostenere gli interessi politici russi in Medio Oriente e Africa, nonché nell’invasione russa dell’Ucraina.
La morte di Prigozhin, ha sollevato molte domande e teorie internazionali dato che il leader del gruppo Wagner che aveva lanciato un ammutinamento contro la leadership militare russa pochi mesi prima dell’incidente non aveva ricevuto alcuna punizione significativa da Mosca.
Il presidente degli Stati Uniti Biden ha suggerito che dietro l’incidente potrebbe esserci il presidente Putin. Ha affermato: “Non so per certo cosa sia successo, ma non sono sorpreso”.
Il gruppo Wagner è stato attivo in Medio Oriente e Africa. Secondo i dati riportati i mercenari del gruppo Wagner sono stati dispiegati dalla Russia in Siria, Yemen, Libia, Sudan, Mozambico, Madagascar, Repubblica Centrafricana e Mali. Il loro obiettivo principale era proteggere le élite governative emergenti e le infrastrutture critiche.
Oltre a ciò, il gruppo ha creato forti legami con diversi governi africani nell’ultimo decennio con operazioni in almeno otto nazioni africane. Il gruppo ha anche stabilito reti di logistica, supporto, contrabbando e riciclaggio di denaro negli Emirati Arabi Uniti. Attraverso una vasta rete di intermediari e società fantasma, le sue operazioni commerciali, di estrazione di materie prime e di disinformazione si estendono a ancora più Paesi.
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