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Il pericolo delle tempeste solari per la nostra civiltà hitech

Entro il 2022 abbiamo il 12 per cento delle probabilità che la Terra venga investita da una tempesta solare dovuta a un’eruzione sulla nostra stella, un brillamento, che potrebbe causare danni irreparabili soprattutto ai dispositivi tecnologici e alle comunicazioni radio. Non è materiale da film di fantascienza (almeno, non solo), ma è un pericolo reale certificato dalla NASA, tanto che il Governo degli Stati Uniti d’America si sta preparando per affrontare questa eventualità da non scartare in nessun modo.

Bill Murtagh, membro dell’ufficio di Scienza e Tecnologia del governo americano ha affermato che “Dobbiamo (gli USA, ovviamente NDR) mettere in pratica a livello nazionale un progetto che ci consenta di poter comprendere appieno il fenomeno in ogni sua sfaccettatura, così da poterlo evitare, perché il problema è reale e così anche il pericolo”. Il collega John P.Holdren sottolinea che le tempeste solari possono mettere a repentaglio l’esistenza stessa della nostra civiltà moderna. D’altra parte nel 2012, sì proprio quell’anno, fummo sfiorati da una tempesta che se ci avesse preso in pieno sarebbero stati dolori.

Il precedente più recente è del 1859 e viene ricordato con il nome dell’astronomo britannico che per primo studiò le macchie solari (le zone della nostra stella più fredde), come “Evento di Carrington” e generò aurore boreali visibili addirittura quasi all’equatore e distrusse buona parte della linea telegrafica europea e americana. Cosa accadrebbe se avvenisse oggi? Praticamente annichilirebbe la rete elettrica mondiale, i dispositivi elettronici, le carte magnetiche e chi più ne ha più ne metta, per un danno complessivo da paura, di 2.6 trilioni di dollari solo negli USA.

Ma cosa si può fare per difendersi? Nulla, al massimo si possono limitare parzialmente i danni se l’arrivo della tempesta è comunicato con un certo preavviso. Il Sole si trova a otto minuti luce da noi, il preavviso sarebbe però al massimo e nelle migliori delle ipotesi di un’ora, un tempo non sufficiente. Pensare a creare rifugi di sicurezza con viveri per sopravvivere all’apocalisse è un po’ esagerato, tuttavia. Rimane l’inquietante curiosità, però, di scoprire come cambierebbe la società senza l’elettronica per qualche tempo.

Diego Barbera

Diego Barbera è stato un redattore interno di Nanopress fino al 2018. Si è occupato di tecnologia, sport, cronaca.

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