Il 7 maggio è stato ritrovato nascosto dentro ad una piccola valigia, è Adou Ouattara, bimbo ivoriano di 8 anni che cercava di entrare clandestinamente a Ceuta, l’enclave spagnola in Marocco, per raggiungere sua mamma. Finalmente il piccolo ha potuto riabbracciare Lucie, la sua mamma, dopo essere stato affidato ai servizi sociali fino a lunedì. La madre, che vive in Spagna, ha raggiunto Ceuta in barca per correre incontro ad Adou. Come il padre Alì, ha lasciato di sua spontanea volontà del materiale genetico in tribunale per la prova del dna che attesterà i legami di sangue con il piccolo.
Fra qualche settimana, una volta conclusa l’analisi e sbrigate alcune faccende burocratiche, Adou potrà ritornare in famiglia poichè lunedì sera questa è dovuta rientrare in Fuerteventura per occuparsi della sorellina. Il padre, Alì, al momento è accusato di presunto crimine contro i diritti di cittadini stranieri con aggravante del pericolo di morte del bimbo. Secondo gli inquirenti è improbabile che non fosse a conoscenza della presenza di Adou in valigia, correndo il rischio di soffocare: il loro dubbio più fondato è il traffico di minori. L’uomo afferma che non ne era al corrente, ed essendo immigrato regolare alle Canarie, dovrebbe essere rilasciato a breve, secondo quanto affermato dal suo avvocato.
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