A Pontida, nel bergamasco, domenica ha avuto luogo la manifestazione della Lega: sul palco il segretario Salvini, i quadri di partito, i governatori e i sindaci del Carroccio, assente invece il fondatore Umberto Bossi.
Tra i vari interventi spiccano quelli del Capitano leghista, che enuclea i sei punti che impegnano i dirigenti di partito di fronte agli elettori, e di Luca Zaia, il governatore del Veneto principale sostenitore dell’autonomia.
Salvini torna a dirigere l’evento principe della connessione tra Lega e territorio: il grande raduno di Pontida. In quanto partito più longevo tra quelli esistenti, dopo lo scandalo di “Mani pulite”, la Lega ha una forte ramificazione territoriale, soprattutto al Nord, che ne ha sempre determinato le fortune. Anche da questo punto di vista il Covid-19 e le misure restrittive hanno dato un duro colpo al Carroccio ed alla sua possibilità di incidere sull’elettorato e di trarne sostegno.
Una lontananza che si è interrotta ieri, quando dal palco Salvini ha annunciato euforico l’ormai praticamente certo governo di centrodestra, il quale saprà produrre una politica più credibile e rispettosa delle sensibilità civiche rispetto a quanto fatto da un governo troppo variegato per produrre una chiara linea politica.
Dopo quello che appare un esplicito affondo al governo di unità nazionale di Draghi, contrapposto ad un Centrodestra in cui, al di là delle dovute e inevitabili differenze, vige la concordia tra i tre leader Berlusconi, Salvini e Meloni, il Capitano propone al vasto uditorio riunito sei punti che impegneranno la Lega nella prossima legislatura.
Si comincia con lo stop alle bollette e fondi immediati per la ricerca sul nucleare; poi flat tax al 15% e pace fiscale; autonomia regionale; abrogazione della legge Fornero in favore di Quota 41; reintroduzione dei decreti Sicurezza e stop agli sbarchi; riforma della giustizia. A questi sei obiettivi si aggiunge un vecchio chiodo leghista: l’abolizione del canone Rai.
Molti gli ospiti all’evento: sindaci, governatori, ministri, capigruppo, parlamentari vari; unico assente, ed è la prima volta che accade, è Umberto Bossi, il fondatore della Lega Nord.
Questi si è trovato indisposto per via dei problemi alla schiena che lo hanno portato a passare la giornata nel riposo familiare anche in vista di oggi, giorno dell’81esimo compleanno dell’ex capo del partito un tempo secessionista.
Tra gli interventi più accalorati ed apprezzati vi è quello del governatore del Veneto Luca Zaia, uno dei rappresentanti di partito più stimati dalla base. Il suo discorso si concentra quasi esclusivamente sul tema dell’autonomia, da sempre cuore storico del progetto leghista, eppure passaggio alquanto indigesto nella nuova narrazione nazionalista di Salvini.
Secondo Zaia autonomia è sinonimo di responsabilità, segno di un territorio che risponde direttamente ai suoi cittadini per i disservizi, senza avere più l’alibi della farraginosità del governo centrale quale scusa per restare immobili a lamentarsi.
Per il governatore veneto è assurdo che i detrattori continuino a confondere maliziosamente l’autonomia con la secessione; d’altronde, conclude Zaia, l’autonomia è un principio costituzionale che il Nord da troppo tempo pretende sia rispettato.
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