[didascalia fornitore=”altro”]Rodrigo Duterte[/didascalia]
A Dio negli anni ne hanno dette di tutti i colori, fra chi lo ha dato per morto come Nietzsche e chi lo ha sporadicamente accostato ad animali domestici o da cortile come Pasolini, Richard Collins e Giuseppe Pontiggia. Ultimamente il presidente (o dittatore?) filippino Rodrigo Duterte ha apostrofato Nostro Signore dandogli dello “stupido”. Apriti cielo: in una nazione iper-cattolica come le Filippine non poteva non scoppiare un putiferio.
In un discorso televisivo Duterte ha preso in giro nientemeno che la vicenda dei patriarchi Adamo ed Eva, tentati dal serpente nel Libro della Genesi: “Chi è questo stupido Dio? Crei qualcosa di perfetto e poi pensi a un evento che lo tenterà e distruggerà la qualità del tuo lavoro”.
Dopo le vibranti proteste del vescovo filippino Arturo Bastes e dei fedeli cattolici, Duterte ha cercato di aggiustare il tiro spiegando che quelle espresse sono solo convinzioni personali e non la linea ufficiale del suo governo. Ma ormai la frittata era fatta: il vescovo Bastes gli ha dato del “pazzo” ed ha esortato i fedeli alla preghiera per riparare contro le affermazioni presidenziali e le sue “tendenze dittatoriali”.
In parziale riparazione, il presidente Rodrigo Duterte ha formato un comitato governativo finalizzato a dialogare con Chiesa cattolica e altri gruppi religiosi.
Il dialogo annunciato sarà tutto in salita dal momento che la politica di massicci omicidi di stato finalizzati ad epurare spacciatori e consumatori di droga è di fatto un’offesa alla Chiesa cattolica, per la quale l’unico signore della vita e della morte non è altri che Dio.