Il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, è agli arresti domiciliari dallo scorso martedì. Oltre al governatore, sono indagati il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani e il consigliere di amministrazione della società Francesco Moncada.
Nell’ambito dell’inchiesta, è stato chiesto anche il sequestro preventivo di 120mila euro che Esselunga avrebbe pagato per la pubblicità sulla Terrazza Colombo di Genova. Stando a quanto emerso dalle indagini, si tratterebbe di un “finanziamento illecito” alla Lista Toti, per ottenere – in cambio – lo sblocco di due pratiche pendenti in regione.
Il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, si è avvalso della facoltà di non rispondere al cospetto del giudice per le indagini preliminari che questa mattina lo attendeva per l’interrogatorio di garanzia nel palazzo di Giustizia di Genova. Dopo appena mezz’ora, il presidente ha fatto ritorno ad Ameglia, dove sta scontando gli arresti domiciliari.
Giovanni Toti è stato posto agli arresti domiciliari in relazione a un’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Genova. Le accuse nei suoi confronti riguardano corruzione e atti contrari ai doveri d’ufficio. L’inchiesta riguarda presunte mazzette per ottenere favori, quali alcune concessioni al porto di Genova.
Nell’ambito dell’inchiesta, sono stati indagati anche altri soggetti. Tra questi, Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti, e Francesco Moncada, consigliere di amministrazione della società Esselunga. Si è chiesto il sequestro preventivo di 120.000 euro che Esselunga avrebbe pagato per la pubblicità sulla Terrazza Colombo di Genova. Stando a quanto emerso dalle indagini, si tratterebbe di un “finanziamento illecito” alla Lista Toti, per ottenere – in cambio – lo sblocco di due pratiche pendenti in regione.
Inoltre, è stato interrogato Saverio Cecchi, presidente (autosospeso) di Confindustria nautica, indagato per corruzione. Cecchi e il direttore commerciale del Salone Nautico, Alessandro Campagna, sono stati raggiunti da una misura cautelare interdittiva che vieta loro di esercitare le rispettive attività. I magistrati spezzini stanno indagando sul forte aumento di fondi pubblici a disposizione del Salone Nautico a partire dall’edizione 2022. Negli anni precedenti, la società organizzatrice I Saloni Nautici, di cui Cecchi è legale rappresentante, aveva ottenuto la somma di 400.000 euro, totalmente a carico della Regione. Tuttavia, pochi mesi prima delle elezioni, la giunta aveva approvato una delibera che attingeva a finanziamenti europei, portando la somma complessiva a 730.000 euro.
Infine, dalle indagini è emerso che era stata approvata una legge regionale, definita “leggina” da Cozzani nelle intercettazioni. Questa legge riconosceva la “strategicità” della manifestazione del Salone Nautico, ampliando gli stanziamenti grazie ai fondi FESR. Secondo gli inquirenti, questa “leggina” avrebbe favorito il fratello di Matteo Cozzani, un imprenditore nel settore del packaging, che era riuscito a fornire tetrapack d’acqua al prezzo di 10.000 euro al Salone Nautico.
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