Si è svolto poche ora fa il primo interrogatorio di Matteo Messina Denaro e sembra che abbia risposto a tutte le domande del pm.
Questo si chiama Paolo Guidi e il suo nome è ormai famoso perché collegato proprio a questo caso. Durante l’interrogatorio Matteo Messina Denaro si è dimostrato rispettoso e in salute, nonostante il male che lo affligge.
Il boss di Cosa Nostra arrestato il 16 gennaio scorso non si è mostrato subito collaborativo ma oggi, durante il primo interrogatorio da parte del pm di Palermo che segue il caso e coordina le indagini, Paolo Guidi, si è mostrato molto rispettoso e ha risposto a tutte le domande.
Nonostante il tumore al cancro aggressivo che lo affligge da diversi anni, l’ex super latitante sembra rispondere positivamente alle cure che sta seguendo contemporaneamente alla reclusione presso il carcere de l’Aquila.
L’incontro di oggi con quello che è considerato al momento l’ultimo boss di Cosa Nostra è durato all’incirca 2 ore e si è svolto all’interno del carcere. Il contenuto resta riservato e non può essere diffuso, comunque alcune fonti sembra abbiano rivelato che il boss trapanese abbia risposto con lucidità senza mostrare segni di cedimento.
Questo significa che sta rispondendo bene alle cure e non le rifiuta, come inizialmente sembrava.
Non c’è stata nessuna richiesta da parte di Matteo Messina Denaro, come spesso avviene durante gli interrogatori a criminali di spicco come in questo caso. L’uomo è in totale isolamento dal giorno dell’arresto e si trova in regime di 41 bis, ossia il carcere duro e quindi non ha contatti con nessuno tranne i medici, il suo avvocato Lorenza e il personale carcerario.
A breve verrà fissato un secondo incontro fra il pm e il detenuto ma ancora non abbiamo una data certa per quanto riguarda i prossimi interrogatori.
Matteo Messina Denaro si è pentito? Sebbene si sia mostrato molto rispettoso con il suo interlocutore, con il quale ha parlato in presenza della sua legale, il boss non si è pentito delle sue azioni, anzi a chi gli chiedeva informazioni su di lui appena arrivato in carcere, rispondeva scherzosamente che fino a poco prima era incensurato.
Matteo Messina Denaro ha avuto belle parole per i Carabinieri che hanno eseguito l’arresto alla clinica La Maddalena, definendoli molto umani, resta ora da capire se questa sua collaborazione e disponibilità porterà a rivelare dettagli importanti.
La speranza degli inquirenti è che collabori a pieno riferendo segreti che riguardano Cosa Nostra. Ad alcune testate giornalistiche Nino Di Matteo, membro del Consiglio Superiore della Magistratura, ha spiegato che il boss è stato un esponente importante della Cosa Nostra degli anni Novanta, infatti lui stesso ha manovrato i fili delle stragi del 1993 e degli attentati a Falcone e Borsellino.
Potrebbe quindi sbottonarsi e riferire ad esempio dettagli rispetto al fallito attentato dello Stadio Olimpico di Roma nel 1994, che allora non era stato scoperto dai Carabinieri e quindi poteva essere ripetuto ma così non fu.
Si cerca anche di far luce su elementi che riguardano gli attentati di Falcone e Borsellino, in particolare per quanto riguarda il primo, l’intenzione iniziale era quella di assassinare il magistrato a Roma con colpi di pistola invece Riina ha richiamato il boss a Palermo per eseguire l’omicidio nel modo che tutti conosciamo. Perché questo cambiamento improvviso?
È uno dei tanto punti di domanda su cui lavorano gli inquirenti.
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