Il procuratore capo Armando Spataro bacchetta il ministro dell’Interno Matteo Salvini per un tweet in cui rendeva omaggio alla polizia e alle forze dell’ordine per un’operazione che ha colpito un’organizzazione a delinquere di stampo mafioso con membri di origine nigeriana. Il magistrato si è arrabbiato con Salvini perché il suo tweet è stato pubblicato mentre l’operazione “era ed è ancora in corso, con conseguenti rischi di danni al buon esito della stessa”, scrive Spataro.
Confusione nel tweet di Salvini
Salvini twitta definendo “mafiosi” i quindici nigeriani posti agli arresti, ma Spataro puntualizza: “La polizia giudiziaria non ha fermato ‘15 mafiosi nigeriani’, ma sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa” e soprattutto “il provvedimento restrittivo non prevede per tutti gli indagati la contestazione della violazione dell’art. 416 bis c.p.”, cioè l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. “Coloro nei cui confronti il provvedimento è stato eseguito non sono 15 e le ricerche di coloro che non sono stati arrestati è ancora in corso”, aggiunge.
Non solo, anche a Torino altri 15 mafiosi nigeriani sono stati fermati dalla Polizia, che poi ha ammanettato 8 spacciatori (titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari e clandestini) a Bolzano.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) December 4, 2018
Nel comunicato diffuso in tarda mattinata, il procuratore capo sottolinea come “la diffusione della notizia contraddice prassi e direttive vigenti nel Circondario di Torino secondo cui gli organi di polizia giudiziaria che vi operano concordano contenuti, modalità e tempi della diffusione della notizie di interesse pubblico, allo scopo di fornire informazioni ispirate a criteri di sobrietà e di rispetto dei diritti e delle garanzie spettanti agli indagati per qualsiasi reato”.
Il magistrato si augura che “per il futuro, il Ministro dell’Interno eviti comunicazioni simili a quella sopra richiamata o voglia quanto meno informarsi sulla relativa tempistica al fine di evitare rischi di danni alle indagini in corso, così rispettando le prerogative dei titolari dell’azione penale in ordine alla diffusione delle relative notizie”.