Il programma di Marine Le Pen per la Francia è improntato sul prefisso anti: antieuropeismo, antiislamismo, anticapitalismo. La candidata del Front National ha le idee chiare per le elezioni presidenziali del 23 aprile e le ha racchiuse nello slogan “In nome del popolo”. Quel popolo francese che, se sarà lei ad approdare all’Eliseo, verrà prima di tutti. Prima degli immigrati ma anche prima dei diktat dell’Europa e delle banche.
“La Francia ai francesi”, insomma, un inno al populismo e al protezionismo. Un ritorno al passato che strizza l’occhio al Brexit e a Donald Trump. Vediamo i punti chiave del programma, basato su 144 impegni (molti dei quali ancora vaghi) presi con i francesi.
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Francia fuori dall’Europa
Il Front National di Marine Le Pen è uno dei partiti ostili all’Europa. La leader ritiene che il suo Paese debba salutare Bruxelles e per questo punta a due referendum: uno per uscire, appunto, dalla Ue, l’altro per abbandonare la moneta unica e tornare al franco.
Via dall’euro
«Senza sovranità monetaria non è possibile proteggersi o far nulla – ha affermato durante la presentazione del programma in vista della corsa all’Eliseo – Rimanendo nell’euro si paralizza la nostra economia, si mantiene la disoccupazione di massa e si dà all’Ue la leva per imporre le sue visioni, le sue linee guida inette, i suoi milioni di migranti».
Francia fuori dalla Nato
La Le Pen vorrebbe uscire anche dalla Nato e che a difendere il territorio sia esclusivamente l’esercito francese. Per questo l’obiettivo è rigenerare l’industria della difesa aumentando le spese militari al 3% del Pil.
Chiusura delle moschee
Nella Francia della Le Pen non ci sarà più posto per le moschee, che verranno chiuse: «I luoghi di predicazione islamica saranno chiusi e chi predica odio sarà condannato ed espulso. Non vogliamo vivere sotto la minaccia del fondamentalismo islamista».
Contrasto all’immigrazione
Misure drastiche per combattere il terrorismo ma anche per difendere i confini «dall’invasione islamica». Con il Front National al potere, infatti, sarà meno facile entrare in Francia per i migranti, in particolare quelli provenienti dai paesi musulmani. «Quando si aspira a stabilirsi in un Paese non si comincia a violarne le leggi. Non c’è e non ci sarà altra legge o valori in Francia che quelli francesi. Se vorranno vivere come a casa loro, è sufficiente che restino là». La Le Pen metterebbe in atto una forte riduzione di ingressi di migranti in Francia in un anno: dai 40mila di oggi a 10mila.
Via alla doppia cittadinanza agli ebrei francesi?
La Le Pen ha dichiarato che non permetterà a nessun francese di avere il passaporto anche di un Paese al di fuori dell’Unione Europea. E poiché «Israele non fa parte della Ue e non si considera europeo» il provvedimento riguarderà anche gli ebrei francesi che attualmente hanno anche il passaporto israeliano. Stesso discorso per chi possiede la seconda nazionalità statunitense, ma non per chi è anche russo. La Russia, spiega la leader di estrema destra, nonostante non faccia parte dell’Unione, è comunque «parte dell’Europa delle nazioni». Ombre di antisemitismo anche per il consiglio (per motivi di sicurezza, assicura) agli ebrei francesi di «non indossare in pubblico la kippah».
Tasse sulle importazioni
La Le Pen vorrebbe alzare le tasse sulle importazioni con l’obiettivo di favorire i prodotti e le aziende francesi, aumentando stipendi e pensioni, in una sorta di «patriottismo economico». L’idea è quella di introdurre un’imposta del 3 per cento sulle importazioni. Parola chiave della sua politica economica è quindi il protezionismo, in chiave anticapitalista, per combattere un sistema «in cui si creano nuovi schiavi per fabbricare prodotti da vendere a disoccupati».
Aumento del potere d’acquisto per i francesi
Obiettivo della politica protezionistica è portare ricchezza alle industrie francesi, mettendole nelle condizioni di assumere più giovani: «Io difendo con determinazione il lavoro. Vogliamo un paese che finalmente riconosca il lavoro perché la prima misura sociale è quella di dare un lavoro a tutti i francesi». Lotta alla disoccupazione e aumento del potere d’acquisto. In realtà, se da un lato i francesi dovrebbero avere più soldi in tasca, dall’altro sarebbero costretti a spese maggiori per l’acquisto di quei prodotti di importazione penalizzati dall’aumento delle tasse.
«Ergastolo reale», no pena di morte
La candidata ha tolto dal programma la pena di morte, ma ha in progetto un «ergastolo reale», ossia senza sconti di pena.
Referendum di iniziativa popolare
«Mi impegno presso i francesi a mettere in atto l’ergastolo ma creo il referendum di iniziativa popolare – ha sottolineato la Le Pen – Con 500mila firme i francesi possono esprimersi su qualunque argomento, elargirò il possibile campo d’azione del referendum».
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