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Il racconto di Sonia Bruganelli sul suo matrimonio è così insano?

Sonia Bruganelli, la moglie di Paolo Bonolis, di recente ha rilasciato un’intervista che ha spiazzato davvero tutti. Le sue dichiarazioni sul suo matrimonio hanno aperto un dibattito che sembra infinito sull’amore, il matrimonio, la convivenza. Ma siamo sicuri che le sue parole siano poi tanto sbagliate? Non potrebbe magari essere invece almeno in parte corretto quello che ha detto? Davvero quello che ha detto descrive un rapporto di coppia così insano? Ragioniamoci su.

Sonia Bruganelli – Nanopress

Sonia Bruganelli fa coppia fissa con Paolo Bonolis da circa 25 anni ormai. Quando si sono conosciuti, lei era praticamente una ragazzina – aveva soli 23 anni – mentre lui era già un uomo di 36 anni, un professionista affermato della tv ed era separato con due figli. Oggi, 25 anni dopo il loro primo incontro, qualcosa nel loro rapporto pare essersi incrinato, nonostante i due giurino di stare ancora insieme. La metà femminile della coppia di recente si è lasciata andare a delle dichiarazioni che hanno scosso l’opinione pubblica, perché ci hanno fornito un quadro della situazione coniugale a cui forse non siamo abituati ad assistere.

Sonia Bruganelli parla del suo matrimonio con Paolo Bonolis

L’amore ha tante forme, questo è certo. C’è chi pensa che debba essere sempre travolgente, spiazzante, quasi tormentato, per poter mantenere vivo chi lo prova. Chi sostiene che invece debba basarsi sull’equilibrio di coppia, che quindi ha molto poco a che fare con il fuoco, ma è un qualcosa di decisamente più mentale. E chi ancora pensa che debba essere una via di mezzo. Certo, aspettarsi che le farfalle nello stomaco durino per sempre forse non è propriamente un’ottima idea, ma ad ognuno il suo amore.

Ecco che però, tra coppia vip che si giurano amore eterno ripetutamente sui social, altre che scelgono programmi televisivi per proposte di matrimonio, gender reveal, e chi più ne ha più ne metta, altre ancora che cercano disperatamente di sembrare perfette, perché guai a pensare di mostrare all’esterno qualche crepa, arriva Sonia Bruganelli, che ci mostra una versione del matrimonio inedita, ma forse molto più veritiera di tanti “ti amo” detti giusto per.

Classe ’74, la donna è conosciuta in primis per essere la moglie di Paolo Bonolis ed in secundis per essere opinionista del Gf Vip, in tertiis per essere una di quelle che non le manda a dire, davanti e dietro le telecamere. Forte, decisa, determinata in tutto ciò che fa, Sonia è riuscita, ancora una volta, a spaccare in due l’opinione pubblica parlando del rapporto con il marito, in piedi – ma forse oggi traballante – da circa 25 anni. Nel mezzo, tre figli, Silvia, Davide e Adele, nati rispettivamente nel 2003, 2004 e 2009.

Sonia Bruganelli e Paolo Bonolis – Nanopress

Fino ad un anno fa i cinque – a cui si aggiungono anche Martina e Stefano, i primi due figli del conduttore – sembravano una famiglia allargata estremamente affiatata. Poi ci ha pensato la protagonista a farci sapere che no, non è così. Ed anzi, nulla è come sembra quando si parla di showbiz.

Perché le sue parole ci sembrano così strane?

“Non c’è una formula magica per durare come coppia, serve un sano ignorarsi, è facilissimo. Ognuno fa la propria vita, ci si incontra ogni tanto dentro l’appartamento. Nemmeno il caffè prendiamo insieme. Io lo bevo a casa, lui invece al bar”. Questa è stata una delle dichiarazioni di Sonia Bruganelli che più ha scosso il pubblico. Dimentichiamoci quindi l’idea della coppia che dopo 20, 25, 30 anni di matrimonio è ancora affiatata come i primi anni di fidanzamento. Accantoniamo l’idea che l’amore passionale possa essere eterno. Diciamo addio all’idea che due persone possano preservare lo stesso identico rapporto per tutta la vita.

“Sto sistemando la mia nuova casa, dove mi trasferirò da sola con nostra figlia Adele. Dormire in camere separate è un segno di civiltà”. Quindi, ricapitolando, da tempo – e chi lo sa da quanto – i due coniugi dormono in camere separate, ma adesso hanno deciso addirittura di vivere in due appartamenti diversi. Cosa che un po’ nell’immaginario comune è sembrato un “siamo separati in casa da anni, adesso tanto vale separare direttamente le case in cui viviamo e basta”. 

Qui si apre una parentesi lunghissima. Non serve parafrasare le dichiarazioni di Bruganelli per capire esattamente cosa sta accadendo, cosa vuole dire e cosa vuole far sapere. L’opinionista del Gf Vip 7 avrebbe potuto tranquillamente tacere, fingere di vivere un matrimonio idilliaco – come tanti suoi colleghi fanno – e lasciare i problemi chiusi all’interno delle mura domestiche. Ma non lo ha fatto. E questo ci sembra strano semplicemente perché non siamo abituati a sentirci sbattere in faccia la cruda realtà dei matrimoni, che non sono tutti sempre perfetti. 

E così, dopo aver ascoltato per anni di Stefano De Martino che tradisce ripetutamente Belen Rodriguez, aver scoperto – grazie ad Alessandro Rosica, esperto di gossip che anche Tomaso Trussardi avrebbe tradito per tempo immemore Michelle Hunziker, aver letto le dichiarazioni di Alessia Marcuzzi, che ha ammesso senza mezzi termini di essere caduta più volte in tentazione nella sua vita, ci sembra forse più normale assistere ad adulteri che però non impediscono alle coppie di restare “salde” e qui le virgolette sono doverose, perché indicano quanto poi nei fatti in realtà questo loro essere salde sia fake.

Per molti è più “normale” ormai leggere di Michelle che si riprende Tomaso dopo averlo lasciato per un altro verso inizio anno ed aver sopportato per 11 anni ripetute corna. Lo è anche vedere che Belen torna da Stefano puntualmente, facendo finta di non vedere e non sapere nulla di quello che lui fa quando lei non c’è. Ma lo è anche leggere che Marcuzzi a 50 anni cerca un uomo che possa farle vivere la loro storia sempre con un velo di mistero, farle sembrare di stare sempre sul fino del rasoio, farle avere poche certezze, come se l’amore fosse un continuo rincorrersi e non uno starsi accanto.

Questo è lo specchio di una società malata basata su valori sballati, che hanno più a che fare con l’apparenza che con la sostanza, in cui le emozioni hanno sostituito i sentimenti, in cui il confine tra giusto e sbagliato è troppo labile. Così assistiamo continuamente a continui divorzi, a tira e molla, a ritorni di fiamma continui e crediamo che sia tutto sano. E ci sentiamo sbagliati poi quando invece ci troviamo a vivere un rapporto di coppia non sempre idilliaco, quando decidiamo di mollare la presa e non tornare sui nostri passi, di chiudere le porte a chi ci ha fatto del male, perché gli esempi insani che abbiamo davanti sono troppi. Ma non solo, perché continuiamo poi a sognare ad occhi aperti un amore eternamente perfetto che probabilmente non vivremo mai e questo distoglie inevitabilmente la nostra attenzione da ciò che invece è reale e ci induce a scartare persone che ci sembrano inadatte a vivere questo desiderio irrealizzabile, quando invece potrebbero darci qualcosa di molto più prezioso: la loro presenza costante.

Amare forse, al netto della questione di quanto il sentimento possa e debba essere  travolgente, significa restare. Magari spostarsi leggermente più in là quando all’altro serve più spazio, ma è comunque non andare mai via del tutto, a prescindere dai problemi. Certo, il caso Bruganelli-Bonolis è decisamente estremo e forse non ci piace neanche questo perché libertà sì, ma solo finché implica comunque equilibrio e probabilmente per arrivare a vivere in due case separate questo è diventato ormai abbastanza precario. Ma è l’assunto di base che è decisamente più giusto: perché non raccontare anche l’altro lato della medaglia, quello fatto di problemi, di crisi, di liti? Perché ostentare un amore che non c’è (oppure non c’è più)? Perché mostrare tutto della coppia, tranne i suoi lati negativi? Qualcuno potrebbe dire “sono fatti loro se sono in crisi” ed ovviamente è vero. Ma allora non vogliamo neanche sapere che non lo sono se non è vero, non vogliamo leggere dichiarazioni d’amore finte, assistere a scene melense che nascondono scheletri troppo grandi per essere contenuti in un solo armadio. Anche questi sarebbero fatti loro del resto.

E allora Sonia Bruganelli avrà anche sottoposto al giudizio del pubblico un racconto troppo crudo, ma è una delle poche ad essere stata sincera, questo glielo dobbiamo riconoscere. In un matrimonio – ma anche in un rapporto di coppia e in una convivenza – non va sempre tutto bene. Dopo vent’anni si può avere la voglia di dormire in camere separate, è normalissimo che la passione si affievolisca nel tempo ed è anche possibile non avere più quella voglia di condividere il proprio tempo insieme. L’importante è, come dicevamo, saper comunque restare, esserci nei momenti no dell’altro, riuscire comunque ad essere un supporto per il proprio marito/la propria moglie quando è necessario e, al contempo, riuscire a vederlo/vederla come un punto di riferimento. E in questo, stando al racconto della stessa Bruganelli e di suo marito, loro non hanno mai avuto alcun problema. Certo, con questo non vogliamo affatto dire che il loro sia un modello da cui prendere spunto, sia chiaro, ma che serva da lezione a tutti quelli che si sentono in difetto perché sono esausti dopo anni di matrimonio: non c’è nulla di male ad ammetterlo, capita anche questo.

Anna Gaia Cavallo

Mi chiamo Anna Gaia Cavallo, ho 30 anni, sono nata a Salerno e lì ho vissuto fino ai miei 18 anni. Poi il viaggio verso Siena per l'università, la laurea in economia e gestione d'impresa e poi il ritorno nella mia città natale. Qui, dopo un anno di lavoro nel settore economico, ho capito che non era questa la strada giusta per me e ho deciso di seguire quella che era sempre stata la mia più grande passione fin da piccola: la scrittura. A quel punto ho lasciato tutto quello che avevo costruito nei sei anni precedenti e ho intrapreso un altro percorso, quello che mi ha portato a diventare giornalista. Iscritta all'albo dei pubblicisti della Campania dal 2019, dopo aver attraversato diversi mondi, sono approdata sul pianeta Nanopress nel 2022 come editor e qui amo occuparmi di cronaca e attualità, ma quando mi capita di scrivere di musica raggiungo il massimo del piacere.

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