L’accusa è quella di aver frodato lo Stato Italiano per circa 440 milioni di euro, vendendo crediti di imposta falsi.
Scovati dalla Guardia di Finanza, i due erano latitanti in Colombia e Repubblica Dominicana.
La truffa era partita da un commercialista di Rimini, che circa un mese e mezzo fa aveva messo a punto un vero e proprio giro d’affari ai danni dello Stato.
Gli uomini della Guardia di Finanza avevano arrestato professionisti e imprenditori che illecitamente si erano intascati 440 milioni di euro, soldi stanziati per aiutare le imprese in difficoltà a causa della pandemia.
Solo 305 milioni dell’intera somma erano stati recuperati ma due persone erano riuscite a sfuggire al blitz.
La maxi frode sui bonus e i ristori Covid è stata scovata dall’indagine ‘Free Credit’ coordinata dal sostituto procuratore di Rimini, Paolo Gengarelli ed è la prima in Italia nel suo genere.
L’indagine era partita lo scorso gennaio e ad aprile del 2022 ha portato i risultati desiderati, ossia l’individuazione di chi agiva ai danni dello Stato e il conseguente arresto, infatti vennero disposte 35 misure cautelari ed effettuate circa 80 perquisizioni in diverse regioni (Veneto, Trentino, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo, Marche, Puglia, Basilicata, Campania, Toscana, Sicilia).
Tuttavia due persone erano riuscite a farla franca, parliamo del capo del ramo pugliese dell’organizzazione e del commercialista, ossia la mente dietro alla truffa.
L’associazione a delinquere aveva la base operativa a Rimini ma si era espansa molto toccando molte regioni e questa ramificazione comprendeva 56 associati e circa 20 prestanome, indagati con l’accusa di frode nei confronti dello Stato italiano, il quale aveva stanziato molti milioni di euro per sostenere le imprese in difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria che ha messo il paese in ginocchio, soprattutto a livello lavorativo.
Pochi giorni prima dell’esecuzione dell’ordinanza, i due personaggi erano volati a Santo Domingo e in Colombia per una breve vacanza ma, appresa la retata che aveva smantellato l’attività illecita, hanno deciso di non tornare.
I due latitanti credevano di essere al sicuro in un territorio straniero, ma gli inquirenti della Procura della Repubblica, coadiuvati dalla Polizia Finanziaria di Rimini hanno seguito ogni spostamento.
Conoscevano bene i luoghi che frequentavano e le abitudini quindi sono risaliti alla loro posizione e, con un mandato di arresto internazionale, hanno proceduto all’arresto grazie al lavoro coordinato con la Polizia Criminale che supporta le forze di polizia per le attività all’estero. Fondamentale anche l’Interpol che, insieme alle Ambasciate italiane nei paesi stranieri dove erano i latitanti, ha attivato le forze dell’ordine locali che hanno rintracciato e arrestato i due ai fini estradizionali.
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