Il regime in Iran ha accusato Israele di sabotaggio al programma missilistico

Secondo quanto affermato dal regime in Iran, Israele avrebbe tentato di sabotare il programma missilistico balistico del Paese, fornendo appositamente componenti difettosi che tendono ad esplodere. Le autorità di Teheran riferiscono di aver sventato questo presunto piano segreto israeliano volto a minare lo sviluppo tecnologico militare iraniano.

Presidente iraniano Raisi
Presidente dell’Iran Raisi – Nanopress.it

Se tali accuse fossero confermate, ciò dimostrerebbe l’esistenza di operazioni clandestine tra Iran e Israele, che sono notoriamente contrapposte e spesso, seppur non in modo sempre esplicito, si colpiscono a vicenda.

Al momento non ci sono però prove definitive dell’esistenza di tale piano di sabotaggio, che Israele non ha commentato. La vicenda evidenzia comunque le forti tensioni tra Iran e Israele, in particolare per quanto riguarda le capacità missilistiche di Teheran, viste come una minaccia da Tel Aviv.

Il regime in Iran ha avvisato Israele di sabotare il programma missilistico

Secondo quanto riportato dai media statali in Iran, il Paese ha accusato Israele di aver cercato di sabotare il programma missilistico balistico. Le informazioni emerse riferiscono di componenti difettosi che sarebbero stati modificati per esplodere prima dell’utilizzo e danneggiare le armi in modo che non possano essere utilizzate.

L’ufficio del Primo Ministro Netanyahu ha rifiutato di commentare le accuse mosse giovedì, sebbene arrivino dopo un anno di sforzi evidenti, sia da parte di Israele che degli Stati Uniti, per contrastare l’Iran e le milizie sostenute dal regime all’estero.

Un rapporto trasmesso dalla televisione di stato iraniana afferma anche che le parti riscontrate difettose hanno la capacità di essere utilizzate in molti modi all’interno dell’arsenale di droni iraniani, diventati sempre più importanti per il loro utilizzo da parte della Russia nella guerra contro l’Ucraina.

Il servizio televisivo iraniano ha descritto l’operazione israeliana come “uno dei più grandi tentativi di sabotaggio” mai visti dall’Iran e ha accusato gli agenti del Mossad, ovvero i servizi segreti di Israele, di fornire consapevolmente i componenti difettosi che sono stati descritti comeconnettori a basso costo“.

I filmati mostrati dalla TV di Stato iraniana hanno mostrato in video le presunte parti difettose mentre esplodevano, come colpite da un ordigno.

Secondo quanto riportato dai media iraniani, i componenti mostrati nel servizio televisivo sembravano essere connettori elettrici circolari ad alta densità di tipo militare. Questo tipo di connettori può essere impiegato per collegare varie parti elettroniche di un missile o drone, come il computer di guida, trasmettendo sia elettricità che segnali. In passato l’Iran aveva diffuso un video in cui si vedevano scienziati missilistici lavorare con connettori simili.

Il corrispondente militare della televisione di stato iraniana Younes Shadloo nel suo rapporto ha riferito: “Questi componenti difettosi sono stati inseriti in parti chiamate connettori, che sono responsabili del collegamento della rete informatica di missili balistici e droni di fabbricazione iraniana”.

Teheran ha, quindi, accusato Israele di aver cercato di sabotare il programma missilistico iraniano fornendo questo tipo di connettori difettosi che, una volta integrati nei sistemi, potrebbero provocare malfunzionamenti o addirittura esplosioni.

Secondo quanto riferito, anche i droni iraniani utilizzati dalla Russia nella guerra in Ucraina impiegano connettori circolari simili, almeno da quanto riportato da rapporti di esperti che hanno analizzato tali armamenti.

I media iraniani non hanno specificato quando le autorità abbiano scoperto la presenza di queste parti difettose, né se fossero già state installate in qualche missile balistico.

Il vice ministro della Difesa iraniano Mehdi Farahi ha accusato inoltre agenti nemici di aver tentato di inserireun circuito esplosivo non rilevabile” all’interno dei missili, in modo da farli esplodere in un momento prestabilito.

A maggio 2022 una esplosione si è verificata nella base militare di Parchin, importante sito per lo sviluppo di armamenti nei pressi di Teheran, uccidendo un ingegnere. Si sono registrati anche altri incidenti, come fallimenti nel programma spaziale iraniano che gli USA criticano da tempo, ritenendolo un modo per far progredire il programma missilistico balistico.

Netanyahu e Biden
Netanyahu e Biden – Nanopress.it

Nel 2019 il New York Times riportò che gli USA sotto Trump avevano intensificato un programma di sabotaggio contro l’industria missilistica iraniana, risalente all’amministrazione Bush.

Il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche dell’Iran, forza militare che risponde solo alla Guida Suprema Ayatollah Ali Khamenei, è addetto alla supervisione dell’arsenale missilistico balistico del Paese.

Secondo Fabian Hinz, esperto missilistico e ricercatore presso l’Istituto Internazionale per gli Studi Strategici, i connettori circolari sono utilizzati in quasi tutti i tipi di missili balistici.

Secondo molti esperti è probabile che l’Iran acquisti tali componenti dall’estero. Non è la prima volta che Tehran ha denunciato sabotaggi al suo programma missilistico tramite parti manomesse.

Israele è sospettato anche di una serie di omicidi mirati di scienziati nucleari iraniani. Inoltre attacchi di sabotaggio hanno danneggiato siti nucleari iraniani in passato, sostanzialmente il conflitto si arricchisce di attacchi mirati a indebolirsi a vicenda con il supporto degli alleati.

Alla fine degli anni 2000 il virus Stuxnet ha preso di mira le unità di controllo delle centrifughe per l’uranio, facendole girare fuori controllo fino all’autodistruzione. Tale cyberattacco viene ampiamente attribuito agli Usa e Israele, oltre che all’Iran stesso.

Mentre il regime iraniano si contrappone con forza a Israele e agli alleati statunitensi, dall’altro lato invece Teheran ha visitato la Siria di Assad dove ha parlato anche delle ritrovate relazioni con l’Arabia Saudita.

Teheran durante la visita in Siria ha elogiato le ritrovate relazioni con Riyadh

Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian durante la sua visita in Siria ha sottolineato l’importanza di migliorare le relazioni tra Iran e Arabia Saudita. Questa dichiarazione, fatta durante un incontro ufficiale con il presidente siriano Bashar al-Assad, stretto alleato di Teheran, fa comprendere l’importanza della questione per le autorità in Iran.

Nel corso della sua visita di due giorni in Siria, Amir-Abdollahian ha elogiato il disgelo delle relazioni tra Iran e Arabia Saudita e descritto il percorso intrapreso come  reciprocamente vantaggioso e significativo a livello regionale.

il ministro ha invitato Assad, a nome del presidente iraniano Raisi, a visitare Teheran, esprimendo soddisfazione per il rinnovato impegno della Siria all’interno della Lega Araba e per il rafforzamento delle relazioni tra il mondo arabo e Damasco.

L’incontro conferma l’importanza che l’Iran annette al miglioramento dei rapporti con l’Arabia Saudita, oltre al consolidato legame strategico con la Siria di Assad.

Ministri degli Esteri di Iran e Arabia Saudita
Ministri degli Esteri di Iran e Arabia Saudita – Nanopress.it

Secondo quanto riportato, l’incontro tra il ministro degli Esteri iraniano Amir-Abdollahian e il presidente siriano Assad avviene sullo sfondo di recenti attacchi attribuiti a Israele contro obiettivi affiliati a gruppi paramilitari legati all’Iran in territorio siriano.

Dopo Damasco, il funzionario Usa si recherà in Libano per discutere con i leader di Hezbollah, gruppo militante alleato dell’Iran e notoriamente contrapposto a Israele.

Di fronte a speculazioni su possibili mosse di Washington in Iraq e Siria per contrastare il trasporto di armi iraniane attraverso l’Iraq verso la Siria, il ministro ha risposto esortando le truppe USA a lasciare la regione, affermando con sicurezza che nessuno può bloccare le storiche vie di transito.

Ha criticato gli attacchi aerei israeliani in Siria, avvertendo che tali azioni porterebbero inevitabilmente a ritorsioni.

L’incontro sembra confermare la volontà dell’Iran di rafforzare la propria influenza e difendere i propri interessi strategici in Siria e Libano, nonostante le crescenti tensioni con Israele e le pressioni americane.

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