La situazione in Iran è complessa su vari fronti e le autorità si trovano a gestire una crisi sociale ed economica importante ma, anche, pressione internazionale dovuta alla vicinanza del regime alla Russia e riguardo alla fornitura di droni da utilizzare nel conflitto in Ucraina. A tutto ciò ora si aggiunge anche la delicatissima questione delle provocazioni attuate da sostenitori dell’ultradestra in Svezia e Danimarca, dove estremisti hanno ripetutamente bruciato il Corano per contrapporsi alle popolazioni islamiche e in particolar modo il regime iraniano.
Il portavoce del ministero degli Esteri ha esortato i governi europei ad “impedire il ripetersi di insulti così vergognosi” come la combustione pubblica del Corano e ad “agire con forza contro i responsabili“. La tensione tra Iran e autorità occidentali è sempre più evidente e in particolar modo tra Teheran e Washington, il quale sostiene le azioni israeliane contro le milizie islamiche filo-iraniane sostenute dal regime.
Non è il primo avvertimento da parte delle autorità iraniane e, nonostante ciò, le proteste con annesso rogo del Corano vengono permesse, in quanto fermarle è ritenuta una violazione della libertà d’espressione. Queste azioni sono state criticate dalle autorità islamiche globali.
L’Iran ha chiesto ai Paesi europei di intervenire in merito ai roghi del Corano
Il portavoce del ministro degli Esteri iraniano Kanaani ha dichiarato, in merito a quello che ritiene uno scempio, che è un gesto inaccettabile che: “Vogliamo che i governi dei paesi in cui si verificano insulti così vergognosi impediscano il ripetersi di tali azioni vergognose e affrontino con forza i responsabili”.
L’Iran ha quindi rinnovato a gran voce il suo appello ai paesi europei affinché agiscano con decisione contro chi brucia copie del Corano. Secondo il governo di Raisi è necessario che l’Europa e i Paesi occidentali tengano a freno queste manifestazioni d’odio contro la religione Islamica, invece che proteggerle e permetterle.
Durante gli ultimi tempi, le azioni contro il Corano sono obbiettivamente aumentate e due uomini hanno bruciato pubblicamente una copia del Corano all’esterno della moschea centrale di Stoccolma, alla fine di giugno, proprio durante le celebrazioni di Eid al-Adha.
L’atto è stato autorizzato da un tribunale svedese e pertanto ha sollevato numerose critiche da parte non soltanto dell’iran ma anche delle altre autorità islamiche, che ritengono una provocazione inutile e un affronto inaccettabile il fatto che le autorità permettano queste azioni. Si è creata, cosi, una disputa diplomatica che ha poi visto ripetersi più volte il gesto e la questione è andata via via diventando sempre più seria e complicata da gestire.
Tornando al rogo di Stoccolma, 200 persone circa hanno assistito alla scena. Uno dei due manifestanti ha strappato diverse pagine del libro sacro dell’Islam, si è pulito le scarpe con esse, ha poi avvolto della pancetta attorno al Corano e gli ha dato fuoco mentre l’accompagnatore parlava al megafono e incitava l’altro soggetto durante il rogo del testo sacro.
Bruciare il Corano è considerato altamente offensivo per i musulmani. Il regime iraniano ha esortato, quindi, i Paesi europei ad “agire con forza contro chi commette tali insulti vergognosi”.
L’Iran ha così rinnovato il suo appello affinché i l’Europa prenda una posizione effettiva e avvii, di conseguenza, provvedimenti concreti contro chi profana il Corano.
L’incidente di Stoccolma ha coinvolto Salwan Momika, immigrato iracheno che ha bruciato pubblicamente una copia del Corano per la seconda volta la scorsa settimana, questa volta davanti all’ambasciata irachena.
Anche membri del gruppo nazionalista di estrema destra “Danske Patrioter” hanno dato alle fiamme una copia del Corano davanti all’ambasciata irachena a Copenhagen, in Danimarca, venerdì scorso.
Nel condannare tali gesti, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Kanaani ha affermato: “Insultare le santità celesti e le religioni abramitiche è inaccettabile e non può essere giustificato in alcun modo”.
Kanaani ha invocato la solidarietà dei credenti di altre religioni nel condannare tali atti di profanazione del Corano in Scandinavia.
Le autorità iraniane si appellano alla comunista islamica
L’Iran ha condannato con fermezza l’atto di profanazione del Corano avvenuto in Svezia e ha preso una serie di misure diplomatiche per fare pressione sull’autorità svedesi, affinché non permettano tale gesto blasfemo e puniscano chi trasgredisce in tal modo nei confronti del credo islamico.
Teheran ha deciso quindi di mettere in atto alcune azioni diplomatiche tra cui la convocazione dell’ambasciatore svedese in Iran per esprimere ufficialmente la protesta e confrontarsi direttamente sull’accaduto, ma ha anche già inviato numerose note di protesta ufficiali è richiesto l’intervento delle Nazioni unite dopo aver inviato una lettera al segretario generale dell’Onu.
Il ministro degli Esteri iraniano Amir-Abdollahian ha discusso la vicenda con il segretario generale dell’Organizzazione della cooperazione islamica. L’Iran ha inoltre sottolineato che non accetterà il nuovo ambasciatore svedese e ha precisato che non invierà un nuovo diplomatico in Svezia. Oltre a ciò gli autorità in Iran hanno ribadito nuovamente di perseguire gli autori del rogo del Corano precisando che: “nessun Paese può violare i valori altrui appellandosi alle proprie leggi”.
L’indignazione dell’Iran per l’incidente si è espansa ovviamente anche ad altre Nazioni e in particolar modo non possiamo evitare di menzionare la Turchia, dato che il presidente turco Erdogan si è scagliato duramente contro i roghi che sono state attuati e ciò ha anche ha ritardato il veto sull’ingresso della Svezia nella nato da parte di Ankara. Ma non si tratta soltanto della Turchia dato che sono arrivate a munizioni e avvertimenti da molti vertici arabi.
Kanaani ha sollecitato un’azione da parte dei paesi islamici contro gli autori del gesto sacrilego in Svezia. Secondo il regime in Iran non è pensabile lasciar correre data la provocazione finalizzata allo screditamento del culto religioso islamico e è stato precisato che ciò non verrà tollerato e soprattutto verrà punito.
Ha dichiarato: “Crediamo che i paesi islamici debbano utilizzare seriamente le loro capacità. È richiesta un’azione contro i criminali”.
Il leader ha fatto eco alla richiesta del leader iraniano Khamenei di “dure punizioni” per gli autori. Non è stato specificato però quali azioni potrebbe intraprendere Teheran nel caso.
In alcuni Paesi musulmani la blasfemia è punibile con la pena di morte. Per l’Iran la Svezia dovrebbe consegnare gli accusati ad un Paese Islamico.
Queste parole preoccupano le autorità perché suggeriscono punizioni sproporzionate e contrarie ai diritti umani. Bruciare un libro sacro è deplorevole ma non può giustificare la violazione della dignità umana.
Non è però un gesto idoneo continuare a compiere un’azione che arreca danno e crea te Shine con un’altra Nazione, del resto la disputa è partita dalla strada per arrivare ai piani alti e ha generato un meccanismo pericoloso, che mostra nervosismo che rischia di esplodere da un momento all’altro.
Le tensioni con la Svezia per il rogo del Corano sono in costante aumento e sta ricevendo a causa delle ripetute azioni delle frange estremiste di destra pesanti minacce da parte di gruppi estremisti.
Dopo le azioni diplomatiche dell’Iran, anche Hezbollah ha invitato tutti i paesi musulmani ad espellere gli ambasciatori svedesi, facendo eco all’Iraq che ha già espulso il diplomatico di Stoccolma.
Centinaia di sostenitori di Moqtada al-Sadr hanno attaccato l’ambasciata svedese a Baghdad, dandole fuoco.
Hossein Salami, leader delle Guardie della Rivoluzione iraniana, ha criticato le autorità del Nord Europa e ha affermato che non lasceranno impuniti i responsabili del rogo del Corano.
Ha avvertito che “coloro che insultano il Corano non avranno sicurezza” riceveranno la visita dei “mujaheddin” che li puniranno e questi soggetti.
Questi toni radicali preoccupano e mostrano la necessità di abbassare le tensioni con il dialogo, evitando reazioni e minacce violente. Il rispetto reciproco e i diritti universalmente riconosciuti devono prevalere sul fondamentalismo.
Bruciare il Corano è un atto inaccettabile per un credente, ma non può giustificare atti di terrorismo. Le autorità iraniane e i movimenti islamisti dovrebbero respingere questo linguaggio oltraggioso e orientarsi verso soluzioni non violente, ma senza far decadere la cosa data la provocazione evidente.
La tensione aumenta costantemente così come il divario che mostra una disputa diplomatica in costante peggioramento. Le questioni in sospeso aumentano tra Iran e Occidente e l’escalation di violenza preoccupa la comunità globale.