In queste ore è arrivato l’allarme dal Regno Unito, che ha informato l’Oms che sono in aumento i casi di miocarditi gravi nei neonati.
L’allerta è partita il 5 aprile scorso grazie a una ricerca del National Ihr Focal Point che ha informato l’Organizzazione Mondiale della Sanità circa la crescita di questa patologia, decisamente insolita dato che si tratta di una problematica sì grave ma non così diffusa.
Aumento di miocarditi nei neonati
C’è molta preoccupazione per l’allarme lanciato dal Regno Unito, dove il National Ihr Focal Point ha evidenziato l’aumento delle miocarditi nei neonati, superiore di gran lunga rispetto ai dati raccolti nel 2021.
Questa patologia è associata a un’infezione dovuta all’enterovirus. Fra giugno del 2022 e marzo di quest’anno sono già 15 i neonati e i bambini piccoli che hanno presentato un quadro coerente con questa patologia, tutti in Galles e in Inghilterra. Il test che ha preso in considerazione 9 casi ha confermato la presenza della famiglia degli enterovirus, ovvero un gruppo di virus patogeni.
Al 20 aprile scorso erano 3 i pazienti ricoverati in serie condizioni e 2 sono stati i decessi. Sebbene le infezioni dovute all’enterovirus siano comuni nei neonati, come dicevamo è molto insolito che questa sepsi sfoci in una miocardite grave. Mentre le terapie intensive aumentano, l’Oms sta cercando di fare chiarezza su queste segnalazioni, anche se in realtà il picco c’è stato già diversi meso fa, quando a novembre sono stati registrati 5 casi.
Il piano di azione
Quando parliamo di miocardite intendiamo un’infiammazione del tessuto muscolare del cuore ma gli enterovirus sono la causa di diverse malattie infettive che possono coinvolgere anche gli altri organi. Questi colpiscono specialmente i neonati, in modo diverso e in forma più grave rispetto ai bambini con qualche anno di età in più. In alcuni casi l’infezione viene presa dalla madre, che l’ha contratta durante la gravidanza.
Ci sono molte vie di trasmissione, in particolare nel periodo neonatale e l’alert dell’Oms riguarda proprio questa fascia di età, con un aumento non solo del numero dei casi ma anche della gravità. Per questo, ai pediatri nelle regioni interessate da questa incidenza è stato raccomandato di considerare la miocardite nei piccoli che presentano stati di shock, in modo da intervenire in tempo. È stato anche istituito un team per raccogliere e analizzare le evidenze raccolte per determinare i prossimi passi per la risposta.
Essendo una malattia molto subdola, la miocardite può passare spesso inosservata, per questo è importante captare i campanelli d’allarme, come pressione bassa e inappetenza. Fra i sintomi più gravi invece c’è lo scompenso cardiaco, le aritmie, la mancanza di fiato e il dolore al torace. Le indagini epidemiologiche sono in corso e le autorità del Regno Unito hanno sensibilizzato gli operatori sanitari in modo che vengano effettuati più test nei casi sospetti per confermare o escludere questa ipotesi.
È molto importante farlo perché nei casi gravi la miocardite porta alla morte. L’Oms ha effettuato anche una valutazione del rischio. Tuttavia è stato rilevato che non ci sono altri focolai oltre questi che si sono verificati in Inghilterra e in Galles e sulla base delle informazioni, il rischio per la salute pubblica rimane al momento basso. Però l’enterovirus è molto pericoloso perché come dicevamo può essere asintomatico, per questo è possibile che ci siano altri casi altrove che non sono stati diagnosticati o segnalati.
Al momento purtroppo il piano di azione si limita al monitoraggio della situazione e alle raccomandazioni, perché non c’è una terapia antivirale specifica e il trattamento mira solo a prevenire complicanze. Non esiste nemmeno un vaccino ma solo misure igieniche che ormai tutti conosciamo, come lavarsi le mani spesso e igienizzare le superfici con il quale si viene a contatto.
Sebbene dei provvedimenti più restrittivi indichino l’eventuale chiusura temporanea delle scuole per ridurre l’intensità della trasmissione, al momento l’Oms non crede che sia necessario ma comunque rinnova l’invito alla cautela e a non sottovalutare sintomi che possono sembrare anche banali, come naso che cole, febbre e debolezza.