A parlare – in una commovente intervista concessa a La Repubblica – è Silvia Mereu, che nell’alluvione che il 15 settembre dello scorso anno ha devastato le Marche, ha perso il suo bambino, Mattia Luconi, 8 anni.
Quella sera Silvia Mereu e Mattia stavano rientrando a casa, in auto, quando un fiume di fango e detriti li travolse. Silvia cercò di stringere a sé il suo bambino, ma quel mostro in tempesta fu più forte del suo amore di mamma. Il corpicino di Mattia venne ritrovato diversi giorni dopo. A distanza di un anno da quella tragedia, il grido di Silvia Mereu è intriso di rabbia e dolore. “Perché Mattia è morto?” A questa domanda spera di trovare presto una risposta, come spera in una celere chiusura delle indagini perché – se qualcuno deve pagare per quanto successo al suo bambino e a tante altre persone – si arrivi presto a una conclusione.
È trascorso esattamente un anno da quando Mattia Luconi – 8 anni – e come lui altre 12 persone persero la vita nell’alluvione che si abbatté sulle Marche. Una pioggia torrenziale, fiumi di fango e detriti, che hanno messo per sempre fine alle loro vite, seppellendo sotto quella coltre i ricordi di famiglie felici. Tra queste c’era quella di Mattia Luconi, e – a ricordare quel bambino speciale e dal cuore tenero – c’è la sua mamma, Silvia Mereu, che in una lunga intervista a La Repubblica ha raccontato quei drammatici istanti, che hanno cambiato per sempre la sua vita.
La sera del 15 settembre 2022 Silvia e Mattia erano nell’auto di lei. Stavano rientrando a casa, quando un fiume di fango li travolse. In un attimo la macchina di Silvia viene inghiottita e quella mamma coraggiosa fa l’unica cosa possibile: abbandonare l’auto e cercare di risalire. La forza di quel mare in tempesta però le strappa via dalle braccia il suo bambino. Silvia raggiunge una collinetta. Per oltre due ore grida il nome di suo figlio, ma quel fiume non ha pietà del bambino e soltanto diversi giorni dopo ne restituisce il corpo.
In quella casa che per 8 anni ha custodito i ricordi felici di Mattia, Silvia Mereu non ci vive più. Ci passa ogni giorno, annusa i vestiti del suo bambino e li rimette a posto. Una routine da mamma persa per sempre, a cui però è impossibile rinunciare. Dopo un anno tutto è rimasto come allora, la stanza dei giochi di suo figlio e il fango, su cui ora è cresciuta l’erba.
Mattia è rimasto nel suo cuore di mamma, e il desiderio di Silvia è di realizzare – insieme al papà di suo figlio – un fumetto da distribuire nelle scuole in cui il protagonista è proprio il suo bambino.
Silvia spera in una chiusura delle indagini perché – dopo un anno – ancora attende di sapere perché suo figlio sia morto.
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