Un dolore che non è stato ancora elaborato, né dal mondo dello spettacolo, né tantomeno da tutti coloro che lo hanno amato e seguito per tutta la sua carriera. Due anni fa, la scomparsa di Gigi Proietti.
Il mattatore per eccellenza: così lo ricordano i suoi fans. I momenti più salienti e particolari della sua carriera, ma anche quelli meno noti. La sua comicità sempre d’effetto.
Un modo di vedere il teatro, il cinema e la tv completamente diverso dagli altri. Bastava guardarlo per capire che, di lì a poco, avrebbe fatto sorridere tutti con una delle sue battute o, semplicemente, rievocando uno dei suoi sketch più iconici.
Gigi Proietti ci lasciava proprio di questa giornata, ben 2 anni fa. Una mancanza che ancora si sente, un lutto che, quanto il mondo dello spettacolo, quanto quello della gente comune, ancora non ha dimenticato. La gente lo sentiva e lo percepiva come uno di famiglia e, alla notizia della sua morte, qualcosa di importante è venuto a mancare. E, ogni volta che lo si ricorda, una lacrima scende sul volto.
Il sorriso, la risata contagiosa: questo era Gigi Proietti. E lo diceva lui stesso: “Siate preoccupati se qualcuno non ride sinceramente, c’è qualcosa che non va”. Ed aveva ragione. E pensare che, ancora oggi, e per tanti anni ancora ed ancora, rideremo delle sue battute a valanga, dei suoi sketch, dei suoi film diventati un cult.
Se ne è andato così, due anni fa, proprio nel giorno del suo compleanno. Ha “spento” le sue 80 candeline in una maniera insolita. Forse, non avrebbe mai pensato che, andandosene così, avrebbe fatto piangere molti. Un attacco di cuore lo ha spento.
Negli ultimi tempi, la sua vita pubblica si era molto ridotta e in pochi sapevano cosa stesse facendo Gigi. L’ultimo ricovero, la notte prima della sua morte, in terapia intensiva, proprio per quel cuore che, alla fine, non ha più retto e ce lo ha portato via.
Ma perché la gente lo identificava come uno di famiglia? Lui era quasi come quel parente che non vedi da tanto tempo però, ogni qualvolta ti viene a trovare, ti racconta uno di quei suoi monologhi e ti fa ridere a crepapelle. Ma allo stesso tempo, ti fa anche riflettere e pensare.
Era un artista geniale, dalle mille sfaccettature e sfumature, vero e proprio interprete di quella cultura romana che, altrimenti, sarebbe andata perduta. Come lui, solo Alberto Sordi e Aldo Fabrizi.
Una carriera iniziata a soli 14 anni e, possiamo dirlo, non si è mai interrotta fino alla fine. Un teatro, quale il Globe Theatre, nel pieno centro di Villa Borghese, di cui è stato il direttore artistico sin dalla sua inaugurazione.
I tanti attori che sono nati dal suo “Laboratorio di Proietti” che, ancora oggi, sono fra i più ammirati e seguiti. Basti fare solo alcuni nomi: Enrico Brignano, Giorgio Tirabassi, Gabriele Cirilli, Francesca Reggiani e Flavio Insinna. Ma ce ne sono altri ancora ed ancora.
E tutti oggi, a due anni dalla morte del loro maestro, lo ricordano con affetto, stima e gratitudine. Perché Gigi Proietti non morirà mai.
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