Ci sono idee che sono talmente folli da risultare geniali, anche per il confine tra un qualcosa di rivoluzionario e un qualcosa di completamente senza senso è molto labile e sottile. Prendete ad esempio questo selfie stick senza ancora nome: include al proprio interno una serie di funzionalità e di “componenti” che ancora non si erano visti a bordi di un bastone per autoscatti. In un primo momento può suscitare ilarità e può diventare oggetto di scherno, ma basta soffermarsi un attimo più in profondità che si può, anzi si deve cambiare idea e al contrario ci si deve quasi genuflettere davanti alla sua intuizione che è simbolo di creatività, ingegnosità e fantasia. Scendiamo nel dettaglio di questo miracolo dell’immaginazione, con un po’ di tristezza nel cuore per un epilogo che può essere drammatico. Oppure no.
I bastoni da autoscatto alias selfie stick sono strumenti nati per ovviare a braccia poco lunghe o se non si vuole slogarsi tutti i legamenti dalla spalla al gomito fino al polso per prendere il gruppo di otto persone, il paesaggio e i fuochi d’artificio subito dietro. Si aggancia lo smartphone in un sistema a molla che si adatta a qualsiasi dimensione, poi si estende la prolunga periscopica e si scatta. Come? O con il timer o con l’otturatore vocale (dicendo anche il famoso cheese) oppure con un pulsante che può essere integrato e collegato alla presa jack 3.5 mm oppure via Bluetooth. Negli ultimi due anni questo gadget ha venduto milioni e milioni di pezzi in tutto il mondo, ne abbiamo visti di tutti i colori e forme ed è stato anche vietato – per ragioni di sicurezza – in diverse località e occasioni.
Poi è arrivato questo selfie stick come nessun altro prima. Prima di tutto l’estensione del braccio viene motorizzata così da non perdere nemmeno una caloria di energia per stare li a aprirlo e poi chiuderlo. In secondo luogo, può spalancare due fari multi LED a ogni lato così da illuminare a dovere il volto in caso di controluce oppure con condizioni luminose ambientali poco favorevoli allo scatto. E poi, la chicca: due ventoline che si possono aprire e attivare per creare una brezza che muove i capelli di quel tanto che basta per una posa più sensuale e un risultato più glamour. Tutto molto bello, ma…
Ma è solo un prodotto creato ad hoc per il lancio di un nuovo programma chiamato UnREAL e dunque non è un gadget reale destinato alla vendita. Certo, almeno per il momento, dato che c’è da scommettere che al contrario potrà essere presa come ispirazione per un accessorio reale. C’è da puntare sul suo successo perché ha quel mix di pigrizia (il motore), tecnologia al servizio della bellezza (i fari LED) e originalità (le ventoline) che manca nel panorama attuale. A quando un modello tangibile, magari a 19,99 euro se non meno?
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