Negato, dal Senato, il processo contro Salvini in merito al caso di diffamazione contro Carola Rackete, capitana della Sea Watch 3.
Il Senato ha deciso di negare l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini riguardo all’accusa di diffamazione aggravata nei confronti di Carola Rackete, comandante della Sea Watch 3. La decisione è stata presa in seguito al voto sulla relazione della Giunta delle immunità, approvata il 28 febbraio 2023, che ritiene le parole di Salvini coperte da insindacabilità. I partiti di maggioranza hanno votato contro l’autorizzazione, mentre le forze di opposizione come il Partito Democratico (Pd), il Movimento 5 Stelle (M5s) e Azione Civile (Avs) si sono espressi a favore. I senatori di Italia Viva si sono astenuti.
Senato, no al processo contro Salvini dopo presunta diffamazione contro Rackete
Matteo Salvini, ex Ministro dell’Interno italiano, non sarà sottoposto a processo. Questa la decisione intrapresa dall’Aula del Senato riguardo alla richiesta di autorizzazione a procedere nei suoi confronti per le sue opinioni espresse su Carola Rackete, comandante della Sea Watch 3 al momento dei fatti.
La Sea Watch 3 era una nave appartenente a un’organizzazione non governativa tedesca, impegnata nel soccorso di 53 migranti nella zona di ricerca e soccorso libica il 12 giugno 2019.
La votazione sull’autorizzazione (82 voti a favore, 60 contrari e 5 astenuti) ha accolto la relazione della Giunta delle immunità del Senato, datata 28 febbraio 2023, la quale ha ritenuto che le parole di Salvini fossero coperte dall’insindacabilità parlamentare.
La Giunta si è espressa in merito agli atti del processo che vede Salvini accusato di diffamazione aggravata dal tribunale di Milano.
I partiti politici che hanno votato contro l’autorizzazione sono stati il Partito Democratico (Pd), il Movimento 5 Stelle (M5s) e Azione Verde (Avs), mentre Italia Viva (Iv) si è astenuta. La maggioranza ha votato a favore di negare l’autorizzazione a procedere.
Il senatore Pd, Alfredo Bazoli, ha dichiarato in Aula al Senato – durante le votazioni sulla relazione della Giunta delle Immunità sul caso Salvini-Rackete – che le parole di Matteo Salvini su Carola Rackete sono insulti e non opinioni.
Il Partito Democratico ha votato contro la relazione della Giunta delle Immunità e ha commentato, affermando che questa posizione non contribuisce positivamente alla politica, ma – anzi – getterebbe discredito sulla politica e sull’Aula stessa.
Cosa accadde nel 2019: la vicenda
La storia in questione si svolse nel giugno 2019, durante il periodo in cui Matteo Salvini ricopriva la carica di Ministro dell’Interno.
In quel momento, il segretario del Carroccio utilizzò termini come “sbruffoncella“, “fuorilegge” e “delinquente” per riferirsi a Carola Rackete.
Questo a seguito del suo salvataggio di 53 migranti, i quali erano furono raccolti da Carola Rackete in acque che rientravano nell’area di competenza libica.
Quello che scatenò l’ira di Salvini fu la manovra intrapresa da Rackete per ignorare il divieto di approdo che lui stesso aveva, in precedenza, imposto.