Il senatore degli Stati Uniti Cruz ha criticato l’amministrazione Biden, accusandola di essere troppo morbida nei confronti dell’Iran e ha precisato, inoltre, che la debolezza riscontrata sostiene, seppur indirettamente, anche la Russia e i suoi sforzi bellici in Ucraina. La tensione tra Mosca e Washington è a livelli mai visti prima e l’astio si tramuta in alleanze sembra più stretta tra fazioni orientali e occidentali, che si contrappongono questo momento storico ho versato dal conflitto in Ucraina. Blinken ha rifiutato le accuse mosse difendendo la linea politica di Biden.
Nella giornata di mercoledì 22 marzo si è tenuta una revisione della richiesta di bilancio del Dipartimento di Stato Usa per il 2024 e proprio in quell’occasione il senatore repubblicano Ted Cruz ha additato l’amministrazione Biden, attualmente al comando della Nazione, come un’amministrazione debole che non riesce a imporsi nei confronti dell’Iran.
La Repubblica islamica è colpita da sanzioni che la penalizzano, in quanto l’occidente non ha accettato la durissima riflessione che ha portato la morte di oltre 500 manifestanti che si sono riversati per le strade dopo la morte di Mahsa Amini, avvenuta per mano della polizia morale 16 settembre e da allora la rivoluzione prosegue per chiedere diritti femminili, ma assieme alle proteste popolari è emersa anche la violenza attuata dalle Guardie della Rivoluzione Islamica che perdura tutt’ora.
Oltre alla questione della rivoluzione iraniana, anche la questione del nucleare iraniano è qualcosa che preoccupa la comunità internazionale, che ha appreso di recente dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica che le autorità iraniane hanno arricchito l’uranio ad una purezza pari al 84%, che una percentuale elevatissima se si pensa che con l’uranio arricchito al 90% è possibile realizzare una bomba atomica. Il patto interrotto con gli Stati Uniti nel 2018 e causato dal ritiro dell’ex presidente Trump, che decise di imporre sanzioni ulteriori e di non proseguire l’accordo in quanto riteneva che non avesse l’effetto di controllo sperato sulla questione nucleare. La faccenda ha generato una netta spaccatura all’interno della politica statunitense, che mostra due fazioni ben distinte una che si contrappone duramente di attuare una linea morbida nei confronti dell’Iran e contro chi, invece, ritiene che per esigenze statali e internazionali sia meglio procedere coi piedi di piombo.
Le accuse del senatore Cruz all’amministrazione Biden
Ted Cruz, esponente del partito repubblicano, ha definito l’amministrazione Biden ” debole”, precisando che la debolezza dimostrata nei confronti delle autorità iraniane, anche se in maniera indiretta, sostiene gli le forze armate russe e umenta la capacità nucleare iraniana, tanto temuta dagli USA e dalle autorità globali.
Il senatore si è rivolto direttamente al segretario di stato Blinken e ha specificato un ritorno alla limitazione petrolifera, come quella attuata nel precedente mandato, avrebbe limitato il potenziamento del programma nucleare del regime iraniano e invece nella maniera attuale è stato addirittura sostenuto e così si è andati ad ampliare la capacità militare della Russia anche attraverso la vendita di migliaia di droni utilizzati poi in territorio ucraino. Questo perché secondo Cruz è necessario limitare le entrate monetarie iraniane così da frenare lo sviluppo militare e la possibilità di sovvenzionare anche la Russia.
Cruz ha affermato: ” sono profondamente preoccupato, tuttavia, che non importa quanto tu possa voler aiutare l’Ucraina, c’è qualcosa che l’amministrazione biden vuole di più, ovvero rientrare in un accordo nucleare con l’iran. ”
Ha precisato inoltre che: “questa amministrazione ha mostrato debolezza nei confronti dell’Iran Sin dal primo giorno e continua a farlo. Proprio nelle ultime settimane ci sono state segnalazioni secondo cui lei ha nuovamente revocato le sanzioni del congresso per consentire all’iraq di trasferire denaro alla Banca Centrale dell’Iran che l’ayatollah usa per il terrorismo, per lo sviluppo di missili balistici e per il lavoro sulle armi nucleari “.
Le parole del senatore contro Blinken
Il senatore repubblicano Cruz ha continuato a discutere delle problematiche che, a suo avviso, stanno apportando un serio danneggiamento alle autorità statunitensi. Ha sottolineato che le entrate petrolifere sono aumentate e l’Iran sta attualmente capitalizzando in maniera consistente, oltre a precisare nuovamente che l’utilizzo anche da parte della Russia di stazioni petrolifere viola le sanzioni energetiche statunitensi. Un filo conduttore completamente differente da quello supportato dal precedente capo di Stato e dalla sua amministrazione. Biden ha cercato di andare incontro alle autorità iraniane per placare il malcontento globale inerente l’uranio e ha puntato al tisoorstino dell’accordo nucleare, ma la questione ha generato una spaccatura interna alla politica statunitense e attenzione globale.
Da settimane ormai si rincorrono voci nelle quali viene precisato che gli USA hanno maggiore interesse nel riallacciare l’accordo e pertanto hanno lasciato passare altre azioni condannabili e allentato la presa sulle limitazioni precedenti.
Il repubblicano Cruz ha anche precisato: “avete permesso con la flotta fantasma di crescere in modo drammatico inoltre che il numero di petroliera che utilizzava il regime iraniano della nuova amministrazione biden ammontavano a 70 ed ora invece si parla di 300 petroliera in azione.'”
Il deputato ha anche riferito a Blinken che: “l’amministrazione ha permesso al Iran di ripristinare le sue operazioni di energia, superando Il Milione di barili al giorno, che sta finanziando il regime e finanziando la guerra contro l’Ucraina”.
Effettivamente le esportazioni di petrolio in Iran hanno nuovamente raggiunto livelli massimi, nonostante le sanzioni statunitensi. Il commercio è chiaramente aumentato e in maniera esponenziale anche grazie alle esportazioni verso Venezuela e Cina, che sono i paesi che hanno aggirato le sanzioni. L’esportazione petrolifere iraniane sono state limitate da Donald Trump dopo il ritiro dall’accordo sul nucleare del 2015 e il tycoon ha imposto anche altre sanzioni volte a bloccare le forniture di petrolio a terzi, questo per evitare di accrescere le casse dello Stato.
È inevitabile osservare che le esportazioni sono aumentate durante il mandato di Biden, che ha cercato di riallacciare i rapporti con il regime iraniano con l’intento di riprendere i colloqui sul patto nucleare ormai rescisso.
Secondo molti esperti il poter avere sotto controllo lo sviluppo nucleare iraniano è essenziale a livello globale e, pertanto, è giusto che il presidente statunitense attui una mediazione, non troppo pesante, che potrebbe portare al risultato opposto. C’è Invece chi pensa che un’azione morbida possa generare la convinzione nelle autorità iraniane di poter attuare i loro comodi, sia aiutando la Russia nel conflitto in Ucraina che contro la propria popolazione, senza doversi curare della comunità globale.
Nonostante ciò Blinken si oppone duramente alla tesi che vede le autorità Usa utilizzare metodi non consoni nei confronti dell’Iran e spiega che gli Stati Uniti non saranno mai d’accordo per la repressione e nemmeno riguardo l’aiuto in Ucraina ma sono, comunque, convinti che sia possibile ragionare e tenere così sotto controllo una situazione scomoda.
Nel frattempo il regime in Iran prosegue con la linea dura nei confronti del popolo e anche il sostegno verso la Russia è presente e ben radicato e, ora, l’alleanza più in vista è proprio quella formata da Russia, Cina e Iran. Un’unione che spaventa molto la comunità globale.