Gianfranco Stevanin, il serial killer di Terrazzo (Verona) condannato all’ergastolo per almeno cinque omicidi, spera di uscire dal carcere con una perizia psichiatrica che possa portarlo ad ottenere dei permessi premio.
Questa la notizia riportata dal Mattino di Padova secondo cui la difesa dell’uomo, in cella da 28 anni perché ritenuto responsabile dei delitti di almeno cinque donne, si sarebbe rivolta allo psichiatra Alessandro Meluzzi per una consulenza.
Condannato all’ergastolo per l’omicidio e l’occultamento dei cadaveri di almeno 5 donne, il serial killer Gianfranco Stevanin confiderebbe in una nuova perizia psichiatrica per uscire dal carcere e tornare in libertà dopo quasi 30 anni trascorsi in cella.
Secondo quanto riporta Il Mattino di Padova, la difesa avrebbe incaricato lo psichiatra Alessandro Meluzzi affinché si verifichi il suo stato e la capacità di reiterazione del reato.
Oggi detenuto a Bollate, Stevanin si sarebbe visto respingere le precedenti istanze all’esito di perizie con cui avrebbe sperato di ottenere dei permessi premio.
Lo stesso quotidiano riporta le dichiarazioni di Meluzzi in merito alla recente ipotesi di una perizia psichiatrica sul serial killer di Terrazzo.
“Quello che io debbo andare a valutare – ha dichiarato lo psichiatra – non è se Stevanin sia buono o cattivo, o pericoloso in generale, ma se quel tipo di reato, per il quale è trattenuto continui ad avere una forte probabilità di essere reiterato“.
Al momento, Meluzzi sarebbe in attesa di autorizzazione per incontrare Gianfranco Stevanin nel carcere di Bollate.
“Se Gianfranco Stevanin è sano di mente e ha finito di scontare la sua pena è giusto che esca dal carcere. Se invece esiste un remoto sospetto che lui possa commettere di nuovo omicidi allora è giusto che resti dentro“.
Stevanin non avrebbe mai perso la speranza di lasciarsi alle spalle la detenzione e ora sarebbe questa la sua carta per provare a tornare in libertà.
Nella scia di sangue attribuita al serial killer del Veronese, l’ombra di un numero maggiore di vittime.
Per la giustizia italiana, Gianfranco Stevanin uccise brutalmente almeno cinque giovani donne.
Nato in una famiglia di contadini benestanti, fu fermato nel 1994 quando aveva 34 anni. Stando alla ricostruzione, i resti di alcune delle vittime furono sepolti in giardino e di una non si trovò mai il corpo.
Oggi ha 62 anni e sostiene di essere un uomo diverso, un detenuto modello che nel suo passato, dietro le sbarre, avrebbe persino meditato di farsi frate.
Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, l’avvocato che lo assiste, Francesco D’Andria, crede nella sua redenzione e per questo percorrerebbe la via di una nuova perizia.
A breve, lo psichiatra Meluzzi potrebbe incontrare il detenuto per procedere con la valutazione richiesta dalla difesa.
Nel 2017, altri specialisti avrebbero affermato che Stevanin era ancora pericoloso e per questo gli sarebbe stata negata la possibilità di uscire di prigione, ritenuto dotato di “una personalità oscillante tra il narcisistico e l’istrionico (…) che mira a una realizzazione delle sue spinte, con dispregio della realtà e delle vite degli altri“.
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