OpenAi ha introdotto un servizio che prende il nome di chat GPT Plus che dà la possibilità agli abbonati di avere un accesso prioritario a tutti i servizi di chatbot.
Attraverso un abbonamento di 20 dollari al mese gli utenti potranno avere dei tempi di risposta molto più veloci.
L’abbonamento di chat GPT
In quest’ultimo periodo non si parla d’altro di chat GPT, un servizio messo a disposizione da OpenAi.
La società adesso è pronta a lanciare la versione Pro di questo chatbot facendo pagare agli utenti venti dollari al mese.
Un servizio che prende il nome di chat GPT Plus e che dà la possibilità agli abbonati di avere un accesso molto più veloce anche in quei momenti in cui si registrano dei picchi di traffico.
Così facendo ogni utente sarà in grado di assicurarsi delle risposte molto più rapide e di mettere le mani su queste nuove funzionalità così da sperimentarle non appena queste saranno messe a disposizione.
Attualmente infatti chat GPT Plus può essere utilizzato soltanto per i clienti appartenenti agli Stati Uniti.
In ogni caso però lo scopo è quello di fare in modo che questo servizio possa essere presto disponibile anche per altre regioni e paesi.
Le altre novità di chat GPT
Ma cosa accade a coloro che scelgono di non abbonarsi?
Da come è possibile leggere all’interno del blog, sembra che la società abbia comunque intenzione di offrire agli altri utenti un accesso gratuito a chat GPT.
Infatti, i primi ricavi degli abbonamenti saranno utilizzati proprio per fare in modo che l’accessibilità del servizio aumenti così che possa raggiungere un numero più elevato di persone.
Le novità non sono finite qui. Durante i giorni passati, sempre attraverso il blog ufficiale di Open Ai, era stato annunciato uno strumento utile per capire se un testo era stato scritto dall’intelligenza artificiale oppure da un uomo.
E questo è un progetto che prende il nome di AI Text Classifier il quale dovrebbe essere utilizzato per cercare tutte quelle probabili campagne di disinformazione automatizzate insieme a testi accademici falsi oppure chatbot il cui scopo è quello di farsi scambiare per un essere umano.
A questo punto la domanda sorge spontanea: si tratta di un servizio che funziona realmente?
Coloro che lavorano come ingegneri presso Open Ai hanno in ogni caso cercato di giustificarsi affermando che “Il nostro classificatore non è completamente affidabile”.
A seguito di una prima sperimentazione infatti non si è riusciti a scoprire perfettamente il 26% del testo realizzato da chat GPT a cui era stato data l’etichetta “probabilmente scritto dall’AI”.
I testi accreditati dall’AI, classificati come falsi negativi, sono stati il 9%. Per il momento pare che il margine di errore è decisamente elevato.