Negli Stati Uniti d’America si è verificato l’ennesimo attacco al diritto all’aborto. In Sud Carolina è stata votata una legge che nega l’aborto dopo i sei mesi di gravidanza. Si tratta dell’ennesimo passo indietro del cosiddetto “paese delle libertà e dei diritti”.
I repubblicani stavano tentando ormai da tempo di attaccare il diritto all’aborto all’interno dello stato.
Fino a questo momento, però, le cinque senatrici presenti erano sempre riuscite a fermare la legge. Ora questo non ha più funzionato.
Nello stato del Sud Carolina l’aborto non è più un diritto. A quanto pare, il Senato ha votato per l’approvazione di una legge che vieta l’aborto dopo i sei mesi di gravidanza.
La Camera alta dello stato è caratterizzata da una maggioranza di uomini. Inoltre, è ormai da anni che i repubblicani stanno cercando di attaccare il diritto all’aborto. Le uniche cinque senatrici, di cui due repubblicane, sono sempre riuscite a fermare l’approvazione di una legge di questo tipo.
Questa volta, nonostante l’opposizione, il Senato ha approvato il disegno di legge.
Ora per diventare legge, la proposta deve essere approvata e firmata dal governatore repubblicano Henry McMaster, il quale ha già affermato all’interno di un post su Twitter:
“Non vedo l’ora di firmare questo testo per farlo diventare legge il prima possibile”.
Aggiungendo che in questo modo si garantirebbe il salvataggio di diverse “vite innocenti”.
Gli Stati Uniti, che da sempre si descrivono come il paese delle libertà, promotore di valori di giustizia ed equità, stanno compiendo una totale demolizione di uno dei diritti fondamentali della persona, ossia il diritto all’aborto.
Questo è strettamente collegato al diritto di decidere sulla propria persona e dunque il diritto alla libertà personale, ma tutti questi elementi non saranno più garantiti all’interno di diversi stati del paese.
Infatti, il 24 giugno 2022 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha sferrato uno dei più grandi attacchi al diritto all’aborto nella storia degli Stati Uniti. Stabilendo che i singoli stati potessero regolare autonomamente il diritto.
Fatto sta che ora l’aborto è vietato o quasi vietato in ben 26 stati. Questo rappresenta non solo un attacco diretto al genere femminile, ma anche alla persona umana.
Come si può pretendere di decidere sul corpo altrui, imponendo una volontà “dall’alto” e poi tutelare i diritti umani. Quello che sta avvenendo in questo periodo negli Stati Uniti riporta, il paese, e non solo, a fare enormi passi indietro nella storia dell’umanità.
E se al giorno d’oggi, un diritto fondamentale che prevede la libertà di ogni individuo di decidere sul proprio corpo non viene più garantito, cosa ci fa pensare che tutti gli altri diritti umani vengano rispettati.
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