La norma, introdotta dal governo Meloni, obbligava gli esercenti a mostrare un cartello con il prezzo medio nella regione.
Il Tar ha accolto il ricorso delle associazioni di categoria.
Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha annullato il decreto che obbliga i gestori degli impianti di carburanti a esporre il prezzo medio della regione. La misura, che è entrata in vigore il 31 marzo scorso, era stata varata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. L’annullamento del decreto da parte del Tar del Lazio è stato però deciso senza previa comunicazione al Presidente del Consiglio dei ministri e in assenza del parere del Consiglio di Stato.
Il Tribunale amministrativo ha accolto un ricorso avanzato da F.I.G.I.S.C. – Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti, Fe.Gi.Ca. – Federazione Gestori Impianti Carburanti e Affini, e da alcuni esercenti.
La misura, annullata dal Tar, prevede che i distributori di benzina in Italia espongano il prezzo medio dei carburanti, che viene calcolato dal ministero dell’Ambiente su base giornaliera. Per gli esercenti che non rispettano la norma sono previste sanzioni che vanno da un minimo di 500 euro a un massimo di 5mila.
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