Si chiama Kinsa ed è un termometro digitale connesso al web: in realtà può essere considerato a ragione uno e trino perché può essere utilizzato non soltanto nella cavità orale o sottoascellare, ma anche rettale, insomma ci siamo capiti. Ebbene, dopo aver inserito il termometro nella propria intimità, il sistema consente di poter rilevare la temperatura interna molto rapidamente e praticamente, visualizzarla sullo schermino integrato, sul display dello smartphone e, soprattutto, condividere il tutto in modo sociale. Ma perché diavolo tutto ciò?
La spiegazione ufficiale: la sonda rettale (o orale o sottoascellare, ok) consente di catturare la temperatura in modo molto preciso e di archiviarla attraverso l’applicazione ufficiale. Volendo, poi, si può anche rispondere ad alcune domande che il sistema offre a proposito delle sensazioni fisiche, così da suggerire se per caso si sia vittima di qualche patologia. Successivamente, si può condividere il tutto online agli altri utenti. Il perché è presto detto: si potrà monitorare qual è lo stato di salute dei compagni di classe del proprio figlio oppure dei propri colleghi a lavoro. Insomma, un’utilità sociale sulla carta anche profonda. Questo, però, richiede che ogni mattina tutti quanti gli utenti si misurino la temperatura e abbiano il buon cuore di condividere online.
E tutti quelli che invece non lo fanno? Ne basta anche uno soltanto in una classe numerosa o in una mensa, per infettare un gruppetto di soggetti sensibili e iniziare un’epidemia. Non è una verità sconosciuta e manda in malora il progetto iniziale. Tuttavia, Kinsa sta raccogliendo interesse e platea soprattutto oltreoceano per la sua facilità d’uso e per la bontà dell’applicazione che strizza l’occhio a social-genitori-iperprotettivi. Curioso il giochino con le bolle che “distrae” i pargoletti durante la misurazione (immaginiamo quale). Altra curiosità: dall’app viene richiesto il permesso di utilizzare il microfono dello smartphone, come mai? Non tanto per misurare anche il livello di decibel di eventuali emissioni gassose, quanto perché il termometro comunica con lo smartphone proprio dalla presa cuffie/microfono.