Due anni e 10 mesi con interdizione perpetua dai pubblici uffici: questa la condanna data ad Alberto Di Rubba, tesoriere della Lega.
Alberto Di Rubba, tesoriere della Lega, è stato condannato a Milano a 2 anni e 10 mesi per peculato, con interdizione perpetua dai pubblici uffici e una confisca di 38mila euro. Questa condanna rappresenta un nuovo capitolo nel filone d’indagine sul caso Lfc, che ha coinvolto anche l’ex revisore contabile della Lega alla Camera, Andrea Manzoni. L’indagine è stata condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza.
Il tesoriere della Lega Alberto di Rubba condannato a 2 anni e 10 mesi per peculato
Alberto Di Rubba, tesoriere attuale della Lega, è stato condannato a due anni e dieci mesi per peculato con interdizione perpetua dai pubblici uffici.
La sua condanna è arrivata in seguito a un’indagine relativa al caso Lfc, che ha già portato a una condanna per lui e Andrea Manzoni. Prevista, inoltre, una confisca di euro 38mila.
Il giudice per l’udienza preliminare ha deciso di mandare a processo Manzoni, imputandolo di vari reati di tipo fiscale, tra cui la bancarotta.
Il nuovo filone d’indagine, chiuso a marzo 2022, ha coinvolto Di Rubba, Manzoni e altre sette persone.
La società Areapergolesi è al centro di questa nuova fase dell’indagine, con Di Rubba e l’amministratore della società, Giuseppe Digrandi, accusati di peculato. Di Rubba ha scelto di seguire il rito abbreviato. Le motivazioni saranno rese note tra 90 giorni.
Le accuse mosse ad Andrea Manzoni
Manzoni, invece, è stato imputato per presunta bancarotta insieme a Luca Sostegni, considerato il presunto prestanome nel caso Lfc.
Sostegni ha ottenuto una pena ridotta a sei anni, grazie al patteggiamento del filone principale. Anche altri imputati sono coinvolti nel processo, in merito al fallimento della società New Quien.
Giudice con il martelletto – Nanopress.itIn precedenza, Manzoni e Di Rubba sono stati condannati, rispettivamente a quattro anni e quattro mesi e a cinque anni, per il filone principale, in relazione alla compravendita del capannone di Cormano.
In quella transazione, si sospetta che siano stati drenati 800mila euro di fondi pubblici mediante la Lombardia Film Commission. Ad ottobre, ci sarà il processo d’appello per questi casi.
Anche l’ex commercialista di fiducia della Lega, Michele Scillieri e suo cognato, Fabio Barbarossa, hanno chiesto di patteggiare davanti al giudice per l’udienza preliminare, Roberto Crepaldi.
Hanno proposto una pena di 4-5 mesi in continuità con quella già patteggiata per il peculato nel mese di febbraio del 2021.