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Spettacoli

Il Titanic torna su Netflix, ma è subito polemica per le tempistiche

Il drammatico e famosissimo film Titanic è tornato su Netflix ma è subito polemica per la macabra coincidenza con ciò che è accaduto di recente alla sommergibile Titan, imploso proprio durante a una visita al relitto che ispirato la pellicola con Leonardo Di Caprio e Kate Blanchett.

Logo Netflix – Nanopress.it

In effetti il web è tempestato da articoli di approfondimento su tutto ciò che riguarda il transatlantico affondato nel 1912, dopo che il sommergibile turistico Titan è scomparso, per poi essere trovato giorni dopo completamente distrutto, imploso su sé stesso a causa della enorme pressione esercitata dai 3.800 metri di profondità nell’Atlantico. Ora l’approdo della famosa pellicola con Di Caprio sul sito di streaming fa scoppiare le polemiche perché si parla di mancato rispetto per le cinque persone che hanno perso la vita in quella trappola mortale presentata in un video promozionale come un viaggio unico alla scoperta del relitto scoperto negli anni Ottanta.

Netflix sotto attacco per la pellicola del Titanic

Netflix ha inserito nella sua programmazione il film sulla tragedia del Titanic, drammatico, romantico e sempre un cult da rivedere con una certa commozione. Un film bellissimo che però sta portando non poche polemiche al colosso dello streaming per la coincidenza con la tragedia del Titan. Una cosa non molto rispettosa per le vittime, questo pensa l’opinione pubblica e un macabro tempismo, come si legge in tanti articoli web a riguardo.

La tragedia è tornata alle cronache proprio per la vicenda del Titan e i social sono tempestati di commenti negativi, in cui gli utenti pensano che Netflix stia sfruttando questo ritorno alla ribalta per aumentare gli incassi, sono tanti infatti coloro che si interesseranno a rivedere la pellicola, disponibile nel catalogo dal primo luglio.

“Netflix sta oltrepassando i limiti della decenza” ha scritto uno di loro. Ancora, su Twitter un altro utente ha scritto che la piattaforma sta lucrando sulla morte delle persone. Ma non c’è da infuriarsi, infatti sembra che questa decisione sia avvenuta prima di quanto accaduto. Anche in questo caso però tanti non giustificano il fatto, sostenendo che si sarebbe potuto togliere per una questione di rispetto, inserendo altri film e di certo i titoli internazionali per aggiornare la proposta non mancano.

Alcune fonti vicine a Netflix hanno spiegato che si tratta di una spiacevole coincidenza e il film di James Cameron era in programmazione da tempo. Gli accordi di licenza con le piattaforme di streaming infatti vengono siglati in largo anticipo rispetto all’effettiva data di uscita del contenuto, quindi l’arco di tempo fra la tragedia del 22 giugno e il rilascio del film è breve per far pensare a una cosa di tipo speculativo.

La tragedia del Titan

Quando viene trasmesso il film sul Titanic degli anni Novanta, è sempre ottimo il feedback dei telespettatori che vogliono emozionarsi con le vicende di Jack e Rose, i protagonisti impigliati in una storia d’amore che fin da subito viene ostacolata e che poi finisce in tragedia perché il ragazzo muore nelle acque gelide dell’Atlantico, al culmine di quel viaggio inaugurale che significò la morte per la maggior parte dei circa 2.000 passeggeri che non volevano perdere l’occasione di essere a bordo di una nave innovativa e altamente tecnologica per l’epoca.

Purtroppo, come verrà evidenziato molti anni dopo la tragedia, gli elementi inseriti dagli ingegneri dell’epoca non erano stati progettati così bene e proprio per la superficialità di chi ha lavorato in quel cantiere, la nave giudicata inaffondabile e che avrebbe dovuto impiegare alcuni giorni per scomparire nelle profondità dell’oceano, è andata giù in sole due ore, dopo essersi spezzata per la posizione perpendicolare che ha raggiunto man mano che i reparti più in fondo si riempivano di acqua.

Una tragedia terribile successa più di 100 anni fa ma che anche a raccontarla oggi fa venire i brividi ma l’attenzione di certo è stata riportata alla mente dalla tragedia del sommergibile Titan, progettato dalla società OceanGate per pochi eletti. Infatti non molti turisti potevano permettersi un viaggio nelle profondità dell’Atlantico, a circa 4.000 metri di profondità, per ammirare da vicino i resti del Titanic, scoperti nel 1985 durante un’esplorazione.

Sommergibile Titan – Nanopress.it

In tanti vorrebbero andarci ma il costo decisamente proibitivo di 250mila euro a persona, ha reso questo desiderio esaudibile per pochi. Fra queste persone c’erano due uomini d’affari, uno britannico e uno pachistano, con il figlio di quest’ultimo, che hanno deciso di provare questa esperienza unica. Insieme al proprietario dell’azienda che sponsorizzava questo viaggio, si sono immersi con un pilota esperto alla piccola cabina di comando ma qualcosa è andato storto, come una maledizione che dopo un secolo di ripete investendo chiunque si avvicini a quel transatlantico che non è riuscito a terminare il viaggio inaugurale, a cui tanti ambivano.

Un’occasione importante per dimostrare il progresso tecnologico di allora, una tragedia che ancora oggi attrae molti. Purtroppo questa recente esplorazione ha portato i 5 passeggeri a una morte orribile. Dopo la perdita dei contatti appena due ore dopo l’immersione, sono iniziate le ricerche e alcuni giorni dopo c’è stato il ritrovamento dei resti del Titan, che secondo gli accertamenti è esploso per la pressione enorme esercitata dall’acqua.

Un episodio così tragico che lo stesso James Cameron, regista di Titanic, si è espresso in merito, in qualità di esploratore dei fondali. Ha accusato l’OceanGate di irresponsabilità perché c’erano stati degli avvertimenti, come fra l’altro c’erano stati nel 1912, però sono stati ignorati ancora una volta. Cameron ha parlato di cattiva gestione del del sottomarino, che invece doveva essere stato progettato proprio per immersioni di questo tipo e dovevano essere meglio calcolati i rischi.

James Cameron – Nanopress.it

Il regista non è mancato di accusare l’azienda di aver fatto il minimo indispensabile per garantire l’incolumità dei passeggeri e non si è nemmeno procurata la certificazione necessaria perché sapeva che non sarebbe stata approvata.

A rispondergli è stato il cofondatore di OceanGate, Guillermo Sohnlein, dicendo che invece l’impegno è stato tanto nonostante la catastrofe che poi si è verificata e ogni speculazione esterna è inaccettabile.

Claudia Marcotulli

Diplomata in grafica pubblicitaria, amo l'arte, la natura, gli animali, la grafica, la fotografia e la scrittura.

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