Dopo qualche giorno dal tragico suicidio della professoressa transgender Cloe Bianco, una sua alunna ha espresso il suo pensiero sulla vicenda. “Morta per colpa della società”.
La tragica morte della professoressa di fisica dell’istituto agrario Mattei di San Donà di Piave ha sconvolto tutti.
La donna è stata ritrovata completamente carbonizzata all’interno del camper in cui viveva. L’unica cosa che ha lasciato è un vero è proprio annuncio di morte all’interno del suo blog. A distanza di qualche giorno dal tragico evento, una sua alunna commenta la situazione, esprimendo il suo punto di vista.
Cloe Bianco, 58enne originaria di Marcon in provincia di Venezia, insegnava fisica all’istituto agrario Mattei ormai da anni. Nel 2015 però la donna ha dovuto subire un evento molto umiliante, non solo per la sua carriera, ma anche in generale per la sua identità.
Infatti la professoressa Bianco nel 2015 entrò in una delle sue solite classi con abiti da donna, chiedendo ai suoi studenti di non chiamarla più con il suo precedente nome maschile. Per la prima volta aveva mostrato la sua vera identità, la vera Cloe. Purtroppo però è stata tradita da una comunità ancora troppo bigotta per accettarla.
Infatti a causa delle lamentele dei genitori degli alunni, lamentele che giunsero addirittura a Elena Donazzan, assessore Regionale all’Istruzione; la professoressa Cloe Bianco il giorno dopo fu sospesa dall’insegnamento.
La donna però non si arrese e fece ricorso al tribunale del Lavoro di Venezia, ma anche in questo caso non ottenne il supporto sperato. Cloe Bianco perse il ricorso in quanto la sua scelta legittima di transizione era avvenuta troppo repentinamente secondo il tribunale, potendo quindi in tal modo “urtare” la sensibilità dei suoi alunni. Per questo perse per sempre il suo ruolo da insegnante, per essere messa a svolgere funzioni di segreteria.
Ma non è finita qui perché la povera donna, a distanza di anni, non è mai stata accettata e accolta dalla sua scuola, dalla sua comunità e da tutti quelli che la circondavano. Era sola, abbandonata a sé stessa.
Fin quando, qualche giorno fa ha deciso di non tollerare più tutto questo, ponendo fine alla sua vita e lasciando di sé solo una lettera di addio all’interno del suo blog, di cui riportiamo solo le parole iniziali:
“Oggi la mia libera morte. Così tutto termina di ciò che mi riguarda”.
Dopo la terribile vicenda, un’alunna di Cloe Bianco ha voluto raccontare a Fanpage.it quello che ha caratterizzato la storia della professoressa.
Dunque Sara Mazzonetto, ormai ex alunna della Bianco, ha raccontato come la donna venisse trattata nell’ambiente scolastico. Derisa, insultata, accusata di cose non vere, questi erano i trattamenti riservati alla professoressa Bianco.
Una donna, che secondo le parole di Sara, non aveva un briciolo di cattiveria, attenta e premurosa nei confronti di tutti, il cui unico desiderio era affermare la sua identità ed essere semplicemente accettata per quello che era da coloro che la circondavano.
“Qui è morta una donna uccisa dalla società. Punto.”
Così ha concluso Sara Mazzonetto.
E d’altronde come darle torto, Cloe Bianco è effettivamente un’altra delle tante vittime della società. Una società che non riesce ad accettare l’altro, che lo denigra perché diverso dalla massa. Una società poco empatica ed inclusiva che si rifiuta di uscire dai propri canoni.
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