Oggi a Mosca il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich ha avuto un’udienza in merito al ricorso presentato dai suoi legali che chiedevano la scarcerazione in attesa del processo e il responso del giudice russo è stato quello di respingere di rigettate la richiesta costringendo così il giornalista a restare in detenzione.
Il trentunenne statunitense è il primo giornalista Usa ad essere detenuto in territorio russo con l’accusa di spionaggio e, nel caso in cui fosse ritenuto colpevole dell’accusa mossa a suo carico, potrebbe rischiare fino a 20 anni di detenzione. La questione ha sollevato ulteriore nervosismo nei rapporti già compromessi tra Washington e Mosca e sia la redazione del giornale che le autorità statali stanno cercando in tutti i modi di convincere il Cremlino ha rilasciare Gershkovich.
Oggi si è tenuta l’udienza per il ricorso avanzato dal giornalista Gershkovich che, tramite il suo team legale, aveva richiesto la possibilità di uscire dal carcere in attesa del processo previsto per l’accusa di spionaggio mossa a suo carico.
I funzionari del servizio di sicurezza russo FSB hanno acvusato l’uomo di aver a raccolto segreti di Stato e soprattutto segreti inerenti l’esercito russo per poi riportarli ai servizi segreti statunitensi.
L’imputato così come la redazione del Wall Street Journal si sono scagliati immediatamente contro le accuse ricevute, ritenute assurde e motivate politicamente.
Tutto ciò che riguarda le udienze a carico di Gershkovich rimane riservato e a porte chiuse ma, nonostante ciò, le telecamere sono state autorizzate soltanto all’inizio dell’udienza tenuta martedì 18 aprile.
La decisione odierna non era inerente alle accuse che pendono sul giornalista Evan, ma si è discusso di poter lasciare il carcere e attendere in custodia cautelare il processo.
È stato mostrato un filmato dell’imputato che è il primo visibile pubblicamente dopo il suo arresto alla fine di Marzo. Il giornalista si trovava all’interno della classica teca di vetro, che viene chiamata anche in modo informale acquario, dove attendono di imputati durante l’udienza in atto in Russia.
Gershkovich è apparso apparentemente calmo e sorridente ma i segni che sono stati ben visibili su uno dei due polsi mostrano chiaramente che è stato tenuto in manette. Dopodiché però i giornalisti hanno dovuto abbandonare l’aula per attendere l’esito all’esterno.
Il giudice ha deciso e ordinato che l’imputato resterà in custodia penitenziaria presso il carcere fino al 29 maggio ed è stato precisato inoltre che le autorità possono decidere di prolungare tale periodo.
Gershkovich è tenuto in detenzione nella prigione di Lefortovo situata a Mosca, una prigione che è stata in precedenza gestita dal KGB e nella quale sono stati detenuti, durante il periodo sovietico, molti dissidenti politici e detenuti di alto profilo.
L’ambasciatrice statunitense in Russia ha potuto incontrare il giornalista lunedì durante la prima visita concessa alle istituzioni Usa.
Tracy ha riferito successivamente in una nota che: “È in buona salute e rimane forte. Ribadiamo la nostra richiesta per il suo rilascio immediato”. Nell’udienza dove è stato negato il rilascio in attesa del processo al giornalista era presente anche l’ambasciatrice.
Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa, ha rivelato che l’ambasciatrice ha spiegato a le Gershkovich che: “continueremo a lavorare duramente per farlo rilasciare” spiegando inoltre che verrà richiesto un accesso consolare regolare.
Dopo l’arresto del giornalista del Wall Street Journal diversi funzionari russi, appartenenti ai vertici, hanno sostenuto la sua colpevolezza e ciò ha sollevato dubbi in merito alla possibilità che fosse una mossa politica e ben calcolata, che ha purtroppo preso di mira il 31enne Gershkovich.
Soltanto poche ore dopo l’arresto Peskov, portavoce del presidente Putin, ha sottolineato che Gershkovich: “era stato colto in flagrante.”
Il WSJ ha negato immediatamente in maniera decisa le accuse addebitate al giornalista e le associazioni per i diritti umani si sono mosse immediatamente per richiedere il suo rilascio immediato. Secondo le autorità statunitensi Gershkovich si trova ingiustamente detenuto con accuse fasulle.
Le autorità Usa, nella giornata del 17 aprile, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta nella quale hanno manifestato chiaramente la preoccupazione riguardo l’arresto del giornalista e si sono scagliati contro l’impegno della Russia nel limitare ma anche nell’intimidire i media.
Mosca a assunto un atteggiamento molto più repressivo in patria dopo l’invasione attuata in Ucraina.
Nelle ultime ore emerso un caso che, sotto certi aspetti, può essere correlato all’arresto del giornalista Gershkovich ovvero quello del politico dell’opposizione russa Kara-Murza che è stato condannato a 25 anni di reclusione per aver screditato l’esercito di Mosca e aver diffuso tramite media e canali web informazioni inerenti l’operazione speciale in Ucraina.
La repressione attuata nei confronti dei dissidenti statali comprende anche e ampiamente chiunque esprima la propria opinione contraria pubblicamente e la legge contro la diffusione di notizie sull’esercito russo è stata introdotta poco dopo l’inizio del conflitto tra Kiev e Mosca.
Anche il politico dell’opposizione di Putin ha la doppia cittadinanza ovvero russa e britannica e le autorità del Regno unito hanno ampiamente respinto le accuse e si sono scagliate contro la sentenza che prevede 25 anni di prigionia inaccettabili.
Il ministero degli esteri rosso ha dichiarato di aver chiesto un confronto con gli ambasciatori di Canada, Stati Uniti e Regno Unito per: “ingerenza grezza negli affari e nelle attività della Russia che non sono compatibili con lo status diplomatico”.
Secondo alcuni esperti di politica internazionale La Russia sta attuando un percorso atto a organizzare uno scambio con le spia russa arrestate in vari paesi. Washington a cercato lungo di liberare Paul Whelan un ex marine che è stato condannato per spionaggio nel 2020.
Il Wall Street Journal a offerto una cauzione al tribunale di Mosca
Il Wall Street Journal, giornale per il quale lavora Gershkovich, ha spiegato che il proprio team legale ha offerto al tribunale una somma pari a 613.000 $ come cauzione per la liberazione del giornalista, ma il tribunale ha immediatamente respinto la cauzione.
Hanno rivelato che: “Abbiamo suggerito al tribunale di prendere in considerazione la scelta di misure preventive non legate all’isolamento dalla società, compresi gli arresti domiciliari, dal momento che Evan ha una registrazione nel territorio di Mosca; o il divieto di determinate azioni; o una cauzione per un importo di 50 milioni rubli ($ 612.000)”.
Sottolineando inoltre: “Dow Jones, il proprietario del WSJ, ha fornito una lettera di garanzia che se Evan viene rilasciato dalla custodia, sono pronti a fornire una cauzione per un importo di 50 milioni di rubli. Ma la nostra richiesta è stata respinta”.
Emerge anche che, nel momento in cui nel tribunale ha emesso la sentenza nei confronti del giornalista, lui stesso ha specificato che non aveva bisogno della traduzione affermando: “No no, non ho bisogno di traduzione”.
Anche lo stesso tribunale di Mosca ha rilasciato una dichiarazione ufficiale dove è stata riportata la sentenza: “Il 18 aprile 2023, il tribunale della città di Mosca ha confermato la decisione del tribunale distrettuale Lefortovsky di Mosca del 30 marzo 2023 contro Evan Gershkovich, sospettato di aver commesso un crimine ai sensi dell’art. 276 del codice penale della Federazione Russa”.
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