L’attivista Simone Ficicchia non avrà nessun tipo di sorveglianza. Questo è ciò che ha deciso il Tribunale poiché, a carico del giovane 20enne, non sussiste alcun tipo di pericolosità sociale di carattere generico.
Nessuna pericolosità né, tantomeno, abitudine a commettere reati. Questa la decisione del Tribunale. Ma cerchiamo di capire meglio cosa è successo.
Lui è semplicemente un giovane di 20 anni ed è un attivista di “Ultima generazione”, movimento ambientalista. Si chiama Simone Ficicchia e, stando a quanto scrive il Tribunale, non ha bisogno di alcun tipo di sorveglianza poichè, a suo carico, “non sussiste una pericolosità sociale generica, né una abitualità della commissione di reati”.
Con questa decisione, la Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano rigetta la richiesta della Questura di Pavia nei confronti del ragazzo. Il giovane, infatti, aveva partecipato ad una serie di blitz, non in ultimo quello dove, sull’ingresso del Teatro “La Scala” di Milano, il 7 dicembre scorso, venne lanciata della vernice.
All’inizio, dalla Questura di Pavia era stata ipotizzata una richiesta di sorveglianza speciale, affiancata all’obbligo di soggiorno per un anno, stando a quanto spiega e descrive il Codice Antimafia.
Una decisione che non era stata presa bene da molti, in particolare dai vari gruppi attivisti ambientalisti che, in risposta a delle possibili decisioni drastiche che potevano esser prese nei confronti di un loro attivista, si erano radunati lo scorso 10 gennaio, per protestare e come gesto di solidarietà, davanti al Palazzo di Giustizia di Milano.
Durante l’udienza, però, già qualcosa sembrava cambiato perché è stato proprio il Pubblico Ministero ad abbassare la proposta della questura, chiedendo solo la sorveglianza speciale semplice, senza obbligo di soggiorno alcuno.
“Il contesto delle condotte è di limitata offensività” – aveva detto e fatto notare il Pm. Lo stesso Simone, dal canto suo, aveva spiegato spontaneamente che il semplice obiettivo delle loro azioni non violente è solo ed esclusivamente la salvaguardia del futuro e, per tale motivo, sono i loro stessi corpi a mettersi in gioco in prima linea.
Nell’imbrattare l’ingresso di musei o teatri, spiega Ficicchia, “c’è sempre il rispetto per le opere d’arte”. Loro scelgono, infatti, opere che abbiamo vetri protettivi davanti ed usano una vernice che sia immediatamente lavabile.
Lo stesso gruppo ambientalista di cui Simone fa parte, ultimamente si è reso protagonista di altri atti dimostrativi di questo stesso genere, come ad esempio la vernice gettata sulla facciata del Senato o, anche, sull’opera di Cattelan posta a piazza Affari a Milano.
Sono stati elencati 40 procedimenti a carico di Ficicchia aperti, per le sue varie azioni, negli ultimi mesi. Inoltre, per lui, sono già stati emessi anche una ventina di fogli di via da varie città. Questi ultimi procedimenti penali a suo carico “non appaiono idonei, allo stato, a sorreggere un giudizio di pericolosità sociale generica” – si legge nel decreto.
Senza minimizzare la gravità degli atti e di tutti gli episodi descritti, è come se Simone già avesse avuto la sua sentenza e “punizione”. Come scrive il decreto, infatti, “ciascuno di questi gesti ha già pronta risposta istituzionale, sul piano della prevenzione, rappresentata dai diversi fogli di via emessi dai Questori delle varie città”.
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