Il vaccino antinfluenzale è pericoloso? Si può fare chiarezza sulla questione mettendo a confronto alcuni numeri, che possono darci indicazioni utili su un dibattito molto ampio, che riguarda proprio l’efficacia o i possibili danni che il vaccino contro l’influenza potrebbe determinare. Non tutti, infatti, sono d’accordo sulla validità di sottoporsi a questo vaccino. Alcuni ritengono che somministrare il vaccino sia controproducente e ci sono molte polemiche sugli effetti collaterali (alcuni sostengono pure gravi) che la vaccinazione potrebbe determinare. Vaccinarsi sì o no? Vediamo di capirne di più.
Quanto è efficace?
La funzione del vaccino antinfluenzale è quella di stimolare la risposta immunitaria contro i virus influenzali. Solo questo, però, non è sufficiente per affermare che la vaccinazione sia uno strumento di prevenzione efficace. Bisogna vedere quanto essa riduca i casi di malattia influenzale, le ospedalizzazioni, le complicazioni dell’influenza, come, ad esempio, la polmonite, e le morti legate proprio a questo problema, che, nel 90% dei casi, riguardano gli anziani sopra i 65 anni.
Secondo i dati disponibili, l’efficacia del vaccino sarebbe modesta. Le sindromi influenzali, infatti, sono causate spesso anche da virus, contro i quali non ci si vaccina. Il 70-80% dei casi di malattia è attribuibile ad agenti infettivi, come i virus parainfluenzali, contro i quali il vaccino non offre protezione. Questo vuol dire che, anche se ci vacciniamo, possiamo incorrere lo stesso nei sintomi dell’influenza.
I dati sulla scorsa stagione influenzale mettono in evidenza che si è avuta un’incidenza medio/alta, corrispondente a 108 casi per 1.000 assistititi. Sono stati segnalati 485 casi gravi e 160 decessi per influenza. La stagione precedente, invece, aveva visto 93 casi gravi, dei quali 16 erano deceduti). Nella stagione 2014-2015 soltanto il 7,6% dei casi più gravi segnalati era ricorso al vaccino contro l’influenza.
Come funziona?
Il vaccino antinfluenzale stimola il sistema immunitario dell’individuo a produrre degli anticorpi specifici contro i virus dell’influenza. Gli anticorpi sono delle proteine, che riescono a riconoscere i microrganismi estranei che possono infettare l’organismo. Riescono a farli distruggere da alcune cellule del sistema immunitario. In presenza di un virus, vengono attivati gli anticorpi che sono esposti sulla superficie dei linfociti B e, in questi casi, i linfociti vengono stimolati a produrre cellule contro l’antigene rilevato.
Gli anticorpi richiamano i fagociti e le cellule citotossiche, che hanno il compito di distruggere i microrganismi estranei. Al termine del processo si formano dei linfociti B capaci di riconoscere più velocemente l’antigene con cui si è venuti in contatto, nel caso in cui esso dovesse ripresentarsi. Si crea il cosiddetto meccanismo della memoria immunitaria.
E’ sicuro?
Il vaccino antinfluenzale è ritenuto in genere sicuro. Gli effetti indesiderati più comuni sono costituiti da manifestazioni locali, come rossore, dolore e gonfiore nel punto dell’iniezione. Nell’arco di qualche ora si possono presentare altre reazioni, come malessere, febbre o dolori muscolari. Di solito questi problemi si risolvono nell’arco di due giorni. Alcuni ritengono che ci possano essere delle nevralgie e dei disordini neurologici collegati alla vaccinazione antinfluenzale. Tuttavia non è stata mai dimostrata una correlazione precisa causa-effetto.
Negli ultimi anni si parla anche di un legame tra il vaccino antinfluenzale e la sindrome di Guillain Barré, una patologia neurologica, che comporta la paralisi degli arti. E’ una malattia molto rara, però non è chiaro se il vaccino contro l’influenza aumenti il rischio di svilupparla.
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