Il vaccino per l’allergia funziona davvero? La pratica medica dell’immunoterapia specifica, volta a curare le reazioni avverse ad alcuni elementi o sostanze, si sta diffondendo sempre di più, anche in corrispondenza dell’aumento esponenziale di soggetti allergici ma di fronte a tali circostanze, tutti si chiedono se vale la pena effettuare il vaccino. Se vi state interrogando sulla sua reale efficacia, la risposta è sì, lo è, e in alcuni casi si rivela essere persino una terapia salvavita ma deve essere scelto con attenzione. Vediamo in dettaglio di cosa si tratta.
Funzionano i vaccini?
Nella cura della sintomatologia allergica, i vaccini hanno dimostrato di essere altamente efficaci, soprattutto nei casi in cui le allergie su cui intervenire sono quelle provocate dal veleno degli imenotteri (come ad esempio api o vespe). Riescono a ridurre il rischio di morte e sono utili anche per coloro che soffrono di rinite allergica. In quest’ultimo caso, in particolare, modificano l’evoluzione della malattia arrestando la corsa verso l’asma. Rispetto ai farmaci, il grande vantaggio portato dall’utilizzo dei vaccini nella cura delle allergie è costituito dalla capacità di agire sulla risposta immunitaria dell’organismo, inducendo la tolleranza all’allergene cui si è sensibili. In questo modo, anche anni dopo la conclusione della terapia, è possibile ridurre l’allergia giungendo ad abbandonare i farmaci. Viene presentata dagli istituti medici come una vera e propria cura, quindi e non un tamponamento dei sintomi come accade con antistaminici o cortisonici.
Chi può fare il vaccino per l’allergia?
Ad intraprendere la strada dell’immunoterapia sono gli allergici al veleno di imenotteri, ai pollini e agli acari della polvere. Purtroppo bisogna attendere ancora un po’ per le allergie ai cibi. Chiaramente è il medico ad indicare il modo giusto per curare l’allergia con il vaccino. È lui a stabilire il tipo di somministrazione (mediante iniezioni settimanali oppure attraverso compresse orodispersibili) che sarà commisurata alla gravità dell’allergia e allo stato di salute generale della persona. Per quanto concerne il calendario della terapia, anche in questo caso le scadenze possono variare da persona a persona. Ad esempio per l’allergia ai pollini, il vaccino può essere somministrato prima o durante la stagione più critica per il paziente.
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