Dopo ben 40 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, il Vaticano ha deciso di riaprire il caso. La famiglia della giovane ha affermato di non essere stata avvisata della decisione, ma di aver appreso la notizia tramite le agenzie di stampa.
Inaspettatamente dunque, dopo ben 40 anni, il Vaticano ha deciso di riaprire uno dei casi più complessi, contorti e inquietanti della storia giudiziaria italiana. La decisione è stata intrapresa dal promotore della giustizia vaticana, Alessandro Diddi.
Lo stato di Città del Vaticano, a quanto pare però, ha dimenticato di avvisare la famiglia di Emanuela Orlandi.
La notizia della decisione del Vaticano di riaprire il caso di Emanuela Orlandi ha stupito il mondo intero. Questo perché si tratta di un caso che ha visto procedimenti giudiziari lunghi e complessi, coinvolto servizi segreti e organizzazione di numerosi paesi e soprattutto che ha sottoposto la Santa Sede a procedimenti investigativi inquietanti.
Dopo anni e anni di indagini da parte della magistratura italiana, non si è giunti ad alcuna conclusione. La famiglia Orlandi ha sempre continuato a chiedere giustizia per Emanuela e finalmente, forse, potrà essere accontentata.
A quanto pare infatti Alessandro Diddi, promotore della giustizia in Vaticano, proprio oggi ha deciso di riaprire il caso. L’obiettivo ora è quello di riaprire e riesaminare tutti i fascicoli, interrogare i testimoni ancora in vita e cercare di dare giustizia, attesa ormai da 40 anni, a Emanuela e alla sua famiglia. Considerando inoltre anche nuove e più ampie piste.
Questa importante decisione intrapresa dal Vaticano deriva probabilmente dalla spinta di Papa Francesco, che ha da sempre affermato di voler far luce sul caso Orlandi.
Inoltre la Santa Sede ha dichiarato che la decisione è stata varata anche grazie alle numerose richieste della famiglia della giovane.
Laura Sgrò, avvocato della famiglia Orlandi, ha comunicato che i familiari della giovane scomparsa sono felici della decisione, ma che non sono stati informati dalle istituzioni vaticane. A quanto pare, hanno saputo la novità grazie alle agenzie di stampa.
“Ben venga la nuova indagine, forse nata su impulso di Papa Francesco. Sono convinto che la verità sia lì, in Vaticano”.
Ha affermato Pietro, il fratello di Emanuela.
Emanuela Orlandi era una normale ragazza di 15 anni. Nata e vissuta con la sua famiglia a Città del Vaticano; fin quando durante un caldo pomeriggio di giugno, nel lontano 1983, se ne persero completamente le tracce.
Il giorno della sua scomparsa la ragazza lasciò la sua abitazione verso le 17 per andare a lezione di musica. Uscì dal corso alle 19 e telefonò la sorella raccontandole che un uomo l’aveva fermata per offrirle un lavoro di volantinaggio. Poco dopo decise di non prendere il pullman per tornare a casa, in quanto troppo affollato; da allora non si seppe più nulla della giovane.
Numerose le ipotesi elaborate dalla magistratura su possibili coinvolgimenti di bande criminali. Tra queste anche la banda della Magliana. Purtroppo però, nonostante i numerosi indizi raccolti, non si è mai messo un punto a questa terribile vicenda.
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