Salari bassi e turni sfiancanti, di arruolarsi come guardia svizzera non ci pensa più nessuno. L’esercito del Vaticano è sotto organico di 21 unità e il comandante del corpo di sicurezza Cristoph Graf ammette che le cose si sono fatte difficili. Insomma tanti giovani svizzeri di montare la guardia al di là del Tevere non ne sento più appeal. A riportarlo è il Messaggero che sottolinea nella sua analisi come il reclutamento tra i giovani elvetici sia diventato davvero difficile.
Il salario di soli 1500 euro al mese non invoglia nessuno, considerati gli stipendi che si percepiscono in Svizzera, e la fatica dei pesanti turni richiesti, restando immobili senza mostrare mai un minimo di stanchezza a montare la guardia con qualsiasi tempo atmosferico, si moltiplica. Inoltre, da non sottovalutare, i tempi che cambiano, e il mito del Vaticano e del servizio alla Chiesa di Roma che si sta via via assottigliando.
“Mentre i gendarmi continuano ad avere tante richieste (anche perché per loro si tratta di un posto fisso), per le guardie svizzere si tratta di un servizio volontario della durata di due anni. Una volta terminato ritornano a casa e devono cercarsi un lavoro. L’esperienza maturata in Vaticano può però aiutare chi si vuole inserirsi nelle agenzie di sicurezza” spiega il comandante Graf.
A conti fatti quello che si propone come il più piccolo esercito esistente al mondo è sotto organico di 21 unità, e, con il Vaticano che vuole un aumento delle guardie svizzere, i giovani da arruolare sarebbero 25, portando così l’intero corpo a 130 unità.