È morto sabato dopo aver accusato un malore il viceministro della scienza russo Pyotr Kucherenko, che in passato aveva esposto i suoi dubbi sull’invasione dell’Ucraina. Le circostanze della sua morte non sono ancora chiare, e forse solo domani si conoscerà la verità in seguito alla sua autopsia. I familiari parlano di un attacco cardiaco, ma la sua morte scatena dubbi, essendo il 13esimo esponente legato al mondo degli affari scomparso n circostanze misteriose. Intanto il conflitto procede, con Mosca che fa sapere di aver liberato Belgorod, cittadina russa colpita da missili ucraini nelle ore scorse e il presidente Zelensky che si trova in visita al fronte in Donetsk.
Il viceministro russo per la Scienza e l’Istruzione superiore Pyotr Kucherenko è morto al suo rientro da un volo proveniente da L’Avana sabato. Per lui non c’è stato nulla da fare, nonostante i soccorsi all’arrivo dell’aereo. Si tratta dell’ultima morte misteriosa, la 13esima, dell’elite russa. Per i familiari si sarebbe trattato di un attacco cardiaco, ma a far luce sarà l’autopsia in programma per domani. Un giornalista russo, tuttavia, ha rivelato che il viceministro temesse per la sua incolumità. Nel frattempo continua il conflitto tra Russia e Ucraina, con la prima che ha fatto sapere da Mosca di aver liberato la cittadina di Belgorod, nelle scorse ore colpita da alcuni missili, da “nazionalisti” ucraini infiltrati. Intanto Zelensky visita le truppe nel Donetsk.
Una morte misteriosa, quella del 46enne Pyotr Kucherenko, viceministro russo della Scienza, che sabato scorso durante il rientro in volo da L’Avana a Cuba, ha accusato un malore. Al suo arrivo, nonostante l’intervento dei medici, si è spento. Una circostanza che, benché la famiglia abbia parlato di attacco cardiaco, fa alzare più di un sopracciglio, in quanto si tratta del 13esimo esponente di una sorta di elite russa che muore in circostanze misteriose, sei dei quali dirigenti delle due aziende energetiche principali della Russia.
E stando alle parole del giornalista Roman Super, fuggito all’estero pochi giorni dopo l’inizio del conflitto, che avrebbe parlato prima di scappare con Kucherenko, l’uomo temeva per la sua vita.
“Salvati, e salva la tua famiglia. Lascia il Paese il prima possibile. Non puoi immaginare il grado di brutalità del nostro Paese. In un anno, non riconoscerai la Russia. Andandotene, fai la cosa giusta” gli avrebbe detto il viceministro.
“Per me, non è più possibile lasciare la Russia. Hanno preso i nostri passaporti. E non c’è un posto disposto ad accogliere un vice ministro russo dopo questa invasione fascista” – gli aveva confidato, dicendogli di dover prendere tranquillanti per dormire – “Dormo a fatica. E mi sento molto male. Siamo stati tutti presi in ostaggio. Nessuno può dire niente. Altrimenti, ci schiacciano come scarafaggi”.
Di tono decisamente più freddo il comunicato del ministero: “Kucherenko si sentiva male mentre era su un aereo con una delegazione russa che tornava da un viaggio d’affari a Cuba. L’aereo è atterrato nella città di Mineralnye Vody, dove i medici hanno cercato di prestare assistenza”, mentre il portavoce del Cremlino Peskov ha fatto sapere di non conoscere le cause della morte del politico.
Con un comunicato, Mosca ha fatto sapere di aver liberato la cittadina di Belgorod, nelle scorse ore colpita da missili ucraini, sconfiggendo “infiltrati nazionalisti” sul suo territorio. Nel frattempo Zelensky è andato in visita al fronte nel Donetsk: “Di ritorno da una visita all’estero, ha visitato le posizioni in prima linea delle forze armate ucraine nella linea di difesa Vugledar-Maryinka” ha fatto sapere Kiev.
Ma la tensione non accenna a diminuire, anzi, e oggi la Russia ha bloccato l’entrata delle navi nel porto di Pivdenny, vicino a Odessa. A riferirlo un funzionario ucraino. Dal 2 maggio scorso nessuna nave riesce ad entrare nonostante l’accordo mediato dall’Onu con la Turchia.
Intanto Joseph Borrell, Alto rappresentante per la Politica Estera della Ue, al termine del Consiglio Difesa, ha fatto le seguenti dichiarazioni sullo stato della guerra in corso: “Per fornire le munizioni all’Ucraina gli Stati membri hanno messo a disposizione 220 mila munizioni e 1300 missili. Il valore è’ per 800 milioni di euro. E l’obiettivo è arrivare a un miliardo di spesa entro il 31 maggio”.
“Le prossime settimane, i prossimi mesi, da un punto di vista strategico saranno decisivi per la guerra in Ucraina. Siamo tutti d’accordo su questo. Proprio per questo motivo il Consiglio Difesa si è concentrato sul novanta per cento sul nostro sostegno militare all’Ucraina. Abbiamo potuto trarre vantaggio dalla presenza del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg” ha quindi aggiunto.
Ma questo continuo aiuto all’Ucraina, anche in termini di F-16 e munizioni, non sta affatto bene all’ex presidente russo e vice capo del Consiglio di Sicurezza Medvedev, che ha così tuonato: “Più armi l’Occidente fornisce all’Ucraina e più distruttive sono queste armi, più diventa probabile uno scenario da apocalisse nucleare”.
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