Utilizzare spesso cuffiette e auricolari, frequentare luoghi in cui il suono è altissimo, come discoteche, club, concerti, può essere davvero nocivo per il nostro udito. Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università della South Carolina lo ha dimostrato.
Ascoltare musica con le cuffiette a volume altissimo, parlare ogni giorno con gli auricolari, frequentare club e discoteche affollatissime, andare spesso ai concerti sembrano pratiche del tutto innocue, eppure possono essere estremamente dannose per il nostro udito. Una recente metanalisi ha spiegato perché.
La musica per molte persone è vita, nel vero senso della parola: ne accompagna i momenti salienti, accompagna le nostre emozioni, spesso ci aiuta anche a comprenderle meglio e, perché no, a conoscerci anche di più. Eppure il modo in cui la ascoltiamo può cambiare tutto: le cuffiette, ad esempio, possono essere nocive.
E non solo, perché la lista di dispositivi che sembrano apparentemente innocui ma che in realtà possono essere nocivi è davvero lunga. Comprende infatti anche gli auricolari per le telefonate, le cuffie per giocare alla consolle (che non differiscono molto da quelle per ascoltare la musica). A questi poi si sommano anche le serate trascorse in discoteca, nei club, a sentire concerti live: in tutte queste occasioni in genere il volume del suono è altissimo e tocca picchi che vanno al di là di quanto all’orecchio umano dovrebbe essere consentito.
Eppure se ne parla davvero troppo poco: continuiamo tutti imperterriti a sottoporre il nostro udito ad uno stress non indifferente, senza renderci conto delle conseguenze a lungo termine. Lo studio condotto dal team di ricercatori dell’Università della South Carolina accende proprio una luce su questo tema.
La prima cosa che dobbiamo dire è che la metanalisi, pubblicata su Bmj Global Health, comprende studi pubblicati nell’arco di ben 21 anni (dal 2000 al 2021 in pratica). Tutti questi avevano un minimo comune denominatore: prendevano in considerazione tutte le pratiche succitate che potrebbero danneggiare l’udito, quindi sia l’utilizzo prolungato di dispositivi come gli auricolare, che la partecipazione a eventi, feste, concerti in cui il volume è in genere altissimo.
Il team di ricercatori in pratica ha preso in esame ben 19.000 persone. Cosa è emerso? Il 24% dei giovani è solito usare spesso gli auricolare e le cuffiette, mentre il 48% è esposto a suoni altissimi frequentemente dal momento che è solito frequentare spesso luoghi estremamente affollati. Il rischio però è sempre lo stesso: come ha affermato l’autrice dello studio Lauren Dillard, tutte queste pratiche potrebbero “causare danni al sistema uditivo, portando ad acufeni e ipoacusia temporanei o permanenti”.
A questa affermazione si aggiunge poi quella di Lucia Oriella Piccioni, otorinolaringoiatra, responsabile dell’Unità Funzionale dell’Orecchio dell’Ospedale San Raffaele di Milano, che ha detto: “È stato dimostrato che un’esposizione prolungata a suoni con volume eccessivo può danneggiare le cellule cigliate dell’orecchio e provocare perdita di udito”.
Ma qual è la soglia massima che non si dovrebbe mai superare? 85-90 decibel. Il motivo è semplice. Sempre stando alle parole della dottoressa Piccioni: “All’interno di questo range funziona quello che viene chiamato riflesso stapediale. Il muscolo stapedio impedisce che l’orecchio sia raggiunto da un rumore troppo alto. Ma oltre i 90-100 decibel questo effetto non funziona più”.
La situazione ideale sarebbe quindi vivere una vita al di sotto dei 90 decibel, perché anche a questa frequenza un’esposizione prolungata potrebbe arrecare danni. Di che tipo è presto detto: il pericolo principale sono gli acufeni e i danni all’apparato uditivo, che possono essere anche permanenti.
Come sottolinea sempre la Piccioni, sarebbe consigliabile seguire la regola del 60-60: si dovrebbe cioè ascoltare al 60% del volume per massimo 60 minuti di seguito, per poi fare almeno una decina di minuti di pausa. Inoltre sarebbe anche preferibile attivare la noise cancelling, cancellazione del rumore, che moltissimi auricolari e cuffie oggi hanno e che permettono di non dover alzare troppo il volume. Anche quando si va ai concerti c’è una soluzione: esistono dispositivi appositi, che generalmente usano i musicisti, che servono per ridurre l’intensità del suono, ma che ne mantengono intatta la qualità.
Questo è importantissimo anche per un altro motivo: i rumori troppo forti non interferiscono solo con l’udito: possono anche incidere negativamente sulla concentrazione, provocare maggiore stanchezza.
Non a caso, la Società Italiana di Otorinolaringoiatria ha dato vita ad una campagna di sensibilizzazione per far sì che i giovani possano comprendere la portata di questo fenomeno e comportarsi di conseguenza. Se nulla si smuoverà, come stima l’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità), entro il 2050 900 milioni di persone perderanno l’udito, aggiungendosi ai 430 milioni che già oggi soffrono di sordità grave.
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