Ok da parte di Mittal ad assumere subito 10.700 lavoratori all’Ilva. Secondo quanto si apprende da fonti sindacali, nel nuovo testo aggiornato presentato dall’azienda al tavolo Ilva sarebbe stata accolta di fatto la richiesta dei sindacati avanzata nella notte. Dopo le limature finali, l’intesa finale potrebbe arrivare intorno all’ora di pranzo. ”Direi che è stato per ora un buon lavoro – sono le parole a caldo di Luigi Di Maio – ma aspettiamo la conclusione e quindi la firma definitiva. Secondo me può essere il miglior risultato possibile visto che non c’era alcun presupposto per arrivare a questo punto”.
“Aspettiamo la firma, ma dal tavolo di stanotte possiamo dire che non ci sarà il Jobs Act nell’azienda. I lavoratori saranno assunti con l’articolo 18, ci saranno 10.700 assunzioni e non ci saranno esuberi. Tutti riceveranno una proposta di lavoro da Mittal”, ha rassicurato il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, entrando al Mise, “Siamo all’ultimo miglio, sono state 18 ore di trattativa in cui i protagonisti sono stati ovviamente i rappresentanti dei lavoratori. Si è cercato di raggiungere il miglior risultato possibile nelle peggiori condizioni possibili. Ora aspettiamo la firma, mai non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”.
Non mancano le critiche da parte dell’opposizione, su Twitter Alessia Morani, della presidenza del gruppo Pd alla Camera, a proposito dell’accordo raggiunto su Ilva, annota: “L’accordo su Ilva è una bellissima notizia per i lavoratori di Taranto! Tutte le bugie raccontate da Luigi Di Maio sono finalmente evidenti: Ilva non chiuderà, la gara è legittima. P.s in 2 giorni abbiamo avuto ragione su vaccini e Ilva, non male direi”.
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Sempre su Twitter commenta la notizia il coordinatore nazionale di Mdp, deputato di Liberi e Uguali, Roberto Speranza: “Salvini e Di Maio in poche ore fanno inversione di marcia su temi importanti come deficit, Ilva e vaccini. Da governo del cambiamento a governo della continuità nel giro di una notte”.
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Antonio Talò della Uilm di Taranto, parlando davanti al Mise ha sostenuto: “Se tutto è così, l’accordo si firma e poi si va dai lavoratori, pensiamo già domani di fare un consiglio di fabbrica, proclamare le assemblee e poi indire il referendum. Sciopero? Con l’accordo coerentemente non ha più senso e dopo la verifica dei testi e revocheremo lo sciopero”. Cosi . “Rispetto al piano Calenda le differenze sono evidenti: siamo a 10.700 unità e abbiamo la garanzia che alla fine del piano i lavoratori avranno una proposta occupazionale. Noi attraverso il piano di incentivi ci auguriamo che i lavoratori scelgano dove andare, se dentro o fuori l’azienda”, ha aggiunto.