La Corte Europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia, per non aver protetto i cittadini dell’Ilva, che è stata accusata di centinaia di morti per cancro.
Il ‘caso’ Ilva verso una definizione
Lo stabilimento Ilva nella città meridionale di Taranto è stato posto in amministrazione straordinaria nel 2015, tre anni dopo che i magistrati avevano dichiarato che doveva essere bonificato o chiuso.
Il tribunale di Strasburgo ha stabilito che lo stato italiano deve risarcire 161 persone che vivevano vicino all’Ilva 5.000 euro ($ 5.648) ciascuna dopo aver intentato cause nel 2013 e nel 2015.
L’Ilva, la più grande acciaieria d’Europa, è stata colpita da disordini sindacali e problemi ambientali, ed è stata venduta nel 2018 ad ArcelorMittal pochi giorni prima che finisse i contanti.
Oltre al costo di acquisizione di 1,8 miliardi di euro, ArcelorMittal ha affermato che investirà 1,2 miliardi di euro per aumentare la produttività, e 1,1 miliardi di euro per frenare l’inquinamento.
Tuttavia, la Corte ha definito “estremamente lento” il piano di bonifica concordato, che non dovrebbe essere completato prima del 2023.
La Corte si è così espressa: “La persistenza di una situazione di inquinamento ambientale messo in pericolo la salute dei ricorrenti e, più in generale, quella dell’intera popolazione che vive nelle aree a rischio. Le autorità nazionali non hanno adottato tutte le misure necessarie per garantire un’efficace protezione, del diritto dei ricorrenti al rispetto della loro vita privata”.
Le morti per tumore a Taranto
E ieri la stessa Corte ha pronunciato 4 nuove condanne, accusando lo Stato Italiano, tramite l’Ilva appunto, di produrre emissioni nocive per la salute di tutti quegli uomini, donne e bambini, che abitano o lavorano in zona.
Da quello che si è appreso, da tempo ormai la Corte Europea sta chiedendo alle autorità italiane delle garanzie, su come si stia mettendo in atto il piano ambientale previsto per ‘bonificare’ la zona. Non è dato sapere ancora, visto che non sono emersi dati ufficiali, se i responsabili abbiano messo in atto tutte le misure chieste dalla Corte.
Come cittadini italiani, speriamo che prestissimo la verità definitiva emerga, e ognuno si prenda le proprie responsabilità. Sono anni che tante persone che lavorano, e vivono in quella zona, hnno visto aumentare in maniera impressionante il numero di malattie respiratorie e di tumori.
Una cosa da ricordare per tutta la vita, è che l’Osservatorio nazionale amianto (Ona), nel 2018 ha computo un censimento, dove è stato rilevato che l’incidenza dell’aumento di tumori tra i lavoratori dell’Ilva è stata del 500 per cento in più rispetto alla popolazione italiana.
E lo stesso Osservatorio ha dichiarato che, che vive nei pressi dello stabilimento, ha una percentuali di probabilità di contrarre il cancro, del 4-5 per cento in più rispetto al resto della popolazione.