[didascalia fornitore=”ansa”]I soccorsi e le forze dell’ordine sul luogo dell’incidente.[/didascalia]
Angelo Raffaele Fuggiano, 28 anni, operaio della Ferplast, azienda appaltatrice all’Ilva di Taranto, è morto questa mattina mentre eseguiva lavori di manutenzione nella sala argani di una gru. Si tratta dell’ennesimo incidente sul lavoro che sta indignando tutti i lavoratori del settore metalmeccanico, esponenti politici e sindacali e tanta gente comune che trova inaccettabile che si possa morire mentre si sta svolgendo il proprio compito presso il luogo di lavoro. Secondo una prima ricostruzione, il lavoratore sarebbe stato colpito da una carrucola dopo il cedimento di una fune.
“Questa mattina, durante le attività di manutenzione nella sala argani della gru DM6 al IV sporgente, si è verificato un incidente che ha coinvolto Angelo Fuggiano, 28 anni, dipendente della ditta appaltatrice Ferplast, il quale è deceduto a seguito di un impatto con una fune. L’area è attualmente non operativa e occupata solamente dalla ditta esterna che ha in corso la manutenzione dell’area stessa”: questo si legge in una nota dell’Ilva rilasciata dopo il drammatico accadimento.
Nella nota aziendale viene ricostruita la dinamica dell’incidente in cui Angelo Raffaele Fuggiano ha perso la vita. “La gru DM6 era ferma da due giorni per attività di manutenzione”, spiegano gli amministratori dell’azienda. “Sul posto sono interventi immediatamente i vigili del fuoco, il personale sanitario interno e i medici del 118 per cercare di rianimare il dipendente subito accasciatosi dopo l’accaduto. Sono in corso da parte dell’azienda tutte le indagini per poter risalire alle cause dell’evento. L’azienda esprime “profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia di Angelo Fuggiano e a tutti i suoi cari”, è la conclusione.
Intanto l’improvvisa morte di Angelo Raffaele Fuggiano getta nello sconforto la famiglia del giovane operaio, che lascia una compagna e due bimbi.
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I sindacati Film-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm e Usb hanno proclamato lo sciopero immediato “dalle ore 11 odierne fino a tutto il primo turno di domani” dopo l’infortunio mortale avvenuto la mattina di giovedì 17 maggio a un operaio della ditta Ferplast. La mobilitazione per “richiamare con forza le precarie condizioni in cui vivono i lavoratori delle aziende dell’appalto e dell’indotto Ilva che alle continue tensioni di precarietà, mancanza di stipendi, incertezza sul futuro, aggiungono anche minori condizioni di sicurezza”.
“Nel corso degli ultimi mesi sono stati consumati più scioperi (ultimo il 30 Aprile) denunciando le condizioni di sicurezza carenti, generate anche da una serie di mancanze organizzative, assenza di investimenti e manutenzioni più volte denunciati, oggi l’ennesimo inaccettabile episodio”, scrivono le organizzazioni sindacali in una nota unitaria, precisando di ritenere “non più rinviabile una seria discussione sull’intero sistema degli appalti che vengono ancor più aggravate dallo stallo della trattativa Ilva in cui uno dei punti delle nostre rivendicazioni è l’avvio di un vero e proprio codice degli appalti”, si legge nel comunicato rilasciato dai sindacati
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