Il 46% degli italiani ha paura degli immigrati, praticamente una persona su due. Bisogna risalire al 2007, un decennio fa, per trovare un dato superiore: il 51%. Nel 1999 eravamo su dati simili. La paura che sale deriva dagli ultimi episodi di cronaca, dall’enfatizzazione data dai media, dalle campagne elettorali. Anche perché, se poi andiamo a scavare in altri dati, scopriamo per esempio che gli sbarchi sulle nostre coste si sono più che dimezzati dal 2016 a oggi.
Pure sullo ‘Ius Soli’, il calo di consensi ha costretto il Senato a rinviare il voto a data da destinarsi. Del resto, sul Ddl la maggioranza al momento non ha i numeri per l’approvazione. Il diritto dei figli di immigrati nati in Italia per ora non ci sarà. Domani, chissà. Molto dipenderà dalla composizione del prossimo Parlamento, che conosceremo nella prossima primavera a elezioni avvenute.
Torniamo alla paura. Secondo l’indagine dell’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, curato da Demos, con la Fondazione Unipolis e l’Osservatorio di Pavia, gli immigrati suscitano insicurezza negli italiani. Come detto, siamo al 46%, dato che è salito in particolare nelle ultime settimane, probabilmente in seguito all’episodio di Rimini, di cui molto si è discusso in televisione e nei telegiornali. Attenzione, però, anche alle date.
Nel 1999 è tempo di elezioni amministrative ed europee, e vigilia di quelle regionali. Nel 2007 c’è un passaggio storico: dal Centro-sinistra guidato da Romano Prodi e vincente nel 2006 alle consultazioni del 2008 che, invece, porteranno in trionfo la coalizione di Centro-destra costituita da Lega, An e Forza Italia, con Silvio Berlusconi deus ex machina. Entrambe le volte, l’immigrazione è stata tema di scontro. In particolare nel 2007, quando fu collegato alla paura della criminalità. Favorendo poi il Centro-destra. Sono passati 10 anni perché la questione ‘immigrati’ riprendesse vigore. Guarda caso, di nuovo in campagna elettorale.
Non è solo la politica, comunque, a soffiare sul fuoco. Ci sono i fatti di cronaca. C’è il populismo del ‘ci invadono’, ‘immigrati stupratori’. Ci sono i media, come l’Osservatorio di Pavia (per l’Associazione Carta di Roma) rileva. Nell’ultimo mese e mezzo, il 10% dei servizi dei telegiornali parla di immigrazione, contro l’8 per cento del 2016. Nel mese di agosto e nella prima decade di settembre, nel 38% dei servizi si parla di crimini compiuti da immigrati. Dodici mesi prima, la media dei 7 telegiornali si attestava sul 24%. Lo stupro di Rimini ha ottenuto enorme visibilità mediatica: una media di 5 notizie a edizione in quattro giorni.
La barbarie raccontata in tutti i più cruenti particolari ha eliminato la ‘pietas’ verso gli sbarchi dei disperati sulle nostre coste. Nonostante i numeri, come detto, parlino di un arretramento: nel luglio 2013 c’erano stati più di 23mila sbarchi, nell’ultimo mese siamo a 11mila (dati Unhcr, confermati dal Quirinale, agosto 2017). In tutto questo, si è affievolita la quota di italiani favorevoli allo ‘Ius Soli’: nel 2014 eravamo all’80%, siamo scesi al 70% alla fine del 2016 e nei primi mesi del 2017. E ora? Siamo arrivati al 57% di giugno, e al 52% degli ultimi giorni. La politica non può che aver appreso ‘la paura’ della popolazione, ma non tanto per venire incontro a questi timori, quanto per non perdere consensi. Perciò ha rinviato il voto.
La xenofobia cresce in particolare tra gli anziani e tra chi ha un grado di istruzione più basso. A destra, 3 elettori su 4 hanno paura, FdI e FI si attestano sul 64 – 69%. A sinistra, cambia lo spartito: nel Pd il senso di insicurezza è molto basso, tra i pentastellati siamo circa a metà tra chi è per l’accoglienza e chi per la paura. Il 77 per cento di chi non ha paura, è a favore dello Ius Soli. Tra chi ha paura, siamo appena al 27%.