Nonostante ci sia chi pensa che l’immigrazione è sempre negativa, per l’economia italiana gli immigrati valgono oro. Anzi per la precisione, nel 2015 il Pil prodotto dagli stranieri è stato di 127 miliardi di euro, quasi il fatturato della casa automobilistica Fiat (136 miliardi). Questo il termine di paragone lanciato nel Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione dalla Fondazione Leone Moressa, per spiegare il peso economico degli immigrati nella nostra società. (nella foto: Roma, manifestazione nazionale lavoratori del settore agroalimentare)
L’immigrazione è davvero un peso per l’economia italiana? O piuttosto una risorsa? Leggiamo sul documento della Moressa ripreso anche da La Repubblica, che al 1 gennaio 2016 vivono in Italia oltre 5 milioni di stranieri, ovvero l’8,3% della popolazione totale, il 78,1% dei quali in età lavorativa, con solo il 3% di anziani, mentre il Pil da loro prodotto nel corso del 2015 è stato pari a 127 miliardi, ossia l’8,8% del Pil nazionale. Numeri di un certo peso che evidenziano i benefici economici dell’immigrazione.
Inoltre, essendo gli stranieri quasi tutti giovani e in età lavorativa, sono anche dei contribuenti attivi. In pratica, si legge nel documento, i contributi che versano “si può calcolare che equivalgono a 640mila pensioni italiane“. I dati si riferiscono al 2014, anno in cui i loro contributi previdenziali hanno raggiunto quota 10,9 miliardi.
A chi dice che gli stranieri riducono l’occupazione degli italiani, va ricordato che in genere svolgono mansioni poco qualificate e manuali, che nel corso degli anni sono state abbandonate dagli italiani, soprattutto nell’agricoltura, nell’edilizia e nei servizi alla persona. E a chi dice che costano, i ricercatori della Fondazione che hanno stilato il rapporto rispondono calcolando comunque che: “il costo degli stranieri è inferiore al 2% della spesa pubblica“. Anche perché i pensionati extracomunitari sono soltanto 100mila, su un totale di oltre 16 milioni.
Ci sono anche stranieri che fanno impresa: negli ultimi tre anni tre anni c’è stato un incremento del 21,3% di attività gestite da stranieri. Nel 2015 si contano 656mila imprenditori immigrati, provenienti principalmente da Marocco, Cina e Romania, e 550mila imprese a conduzione straniera (il 9,1% del totale). Il 50% del Pil prodotto dagli immigrati proviene dal settore dei servizi, ma la maggior parte delle attività gestite da stranieri sono nel settore della ristorazione, che genera il 19% della ricchezza complessiva.
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