Attualmente il tema dell’immigrazione è senza dubbio uno dei più scottanti nel nostro Paese. Cosa cambierà dopo le elezioni politiche del 4 marzo 2018? La questione è preponderante per la Lega Nord che punta a interventi più drastici, e anche per Silvio Berlusconi che parla di una situazione attuale disastrosa, frutto di politiche errate, una su tutte la firma di Renzi e della Sinistra al Trattato di Dublino. Poi c’è il Movimento 5 Stelle che nel suo programma individua 4 punti fondamentali per iniziare a controllare il fenomeno delle migrazioni. Infine, il neo-partito Liberi Uguali, punta a una politica estera di pace e disarmo, riducendo di fatto una delle principali ragioni che spinge i popoli a lasciare le proprie terre d’origine. Vediamo dunque, nel dettaglio, i programmi politici dei vari partiti cosa dicono a riguardo dell’immigrazione.
Immigrazione: la posizione del Movimento 5 Stelle
IN SINTESI: L’obiettivo del Movimento 5 Stelle è quello di arrivare a ‘zero sbarchi’, entro i prossimi 5 anni. Pensano a vie legali di accesso, ricollocamento automatico e obbligatorio dei richiedenti asilo, potenziamento delle Commissioni territoriali e un serio lavoro per rimuovere le cause profonde delle migrazioni dai Paesi di origine dei migranti.
‘L’immigrazione è il più grande fallimento dei partiti: hanno firmato accordi suicidi che hanno trasformato l’Italia nel campo profughi d’Europa e hanno foraggiato il business della criminalità organizzata, come dimostra l’inchiesta Mafia Capitale. È arrivato il momento di mandarli a casa!’, è con queste parole che non lasciano spazio a interpretazioni, che si apre il programma sull’immigrazione del Movimento 5 Stelle. Il programma del M5S si articola essenzialmente su quattro punti:
- Annientare il business degli scafisti e portare a zero il numero di sbarchi e vittime nel Mar Mediterraneo, attraverso il consolidamento delle vie legali e sicure di accesso per raggiungere l’Europa;
- Gestione equamente suddivisa dei flussi migratori, dell’accoglienza e delle responsabilità, tra gli Stati Membri, in base a parametri oggettivi e quantificabili, come popolazione, PIL e tasso di disoccupazione;
- Potenziamento delle Commissioni territoriali e semplificazione delle procedure: in Italia una procedura per il riconoscimento della protezione internazionale ha una durata media di 18 mesi, a fronte di 6 mesi nel resto d’Europa;
- Favorire la cooperazione internazionale allo sviluppo, al fine di sostenere le aree più deboli del Pianeta. Rifiutare guerre e azioni militari, attivandosi invece per un adeguato sviluppo economico dei Paesi Terzi, che non passi attraverso lo sfruttamento.
Immigrazione: la posizione del centrodestra
IN SINTESI: per Forza Italia, Silvio Berlusconi ha dichiarato che i punti sicurezza e immigrazioni sono le priorità del suo programma. La situazione in Italia è di estrema emergenza e come tale va affrontata per prima. Medesime priorità anche per la Lega Nord, che punta ad azzerare gli sbarchi.
Dal fronte Forza Italia, l’ex Cavaliere, Silvio Berlusconi, in occasione della sua ospitata al programma televisivo di Canale 5, ‘Domenica live’, condotto Barbara D’Urso, ha spiegato che la prima vera emergenza dell’Italia è la sicurezza e quindi l’immigrazione incontrollata. ‘Ogni venti secondi si verifica un reato, ogni 4 minuti un furto in un negozio e ogni due giorni si verificano tre rapine in banca. Questo perché alla criminalità italiana si è aggiunta la criminalità di 466mila immigrati in Italia che per mangiare devono delinquere’, qualche numero per dare un’idea chiara della situazione attuale nel nostro Paese. Di qui la necessità, nonché impegno politico a trovare la soluzione migliore per gestire i flussi migratori verso l’Italia, anche al di là delle imposizioni dell’Europa: ‘Dobbiamo intervenire con l’Europa per stipulare trattati con i Paesi costieri e procedere a portare questi migranti indietro. Oggi i Paesi limitrofi hanno chiuso le loro frontiere. Li abbiamo tutti noi. Bisogna ritornare a una presenza capillare di polizia e carabinieri nelle città. La presenza di una divisa, da sola, allontana coloro che sono male intenzionati’. Berlusconi non ha mancato di identificare un ‘colpevole’ dello scenario attuale, secondo l’ex presidente, la responsabilità è tutta di Renzi e della sinistra, che hanno firmato il trattato di Dublino. Naturalmente la smentita da parte di Renzi non si è fatta attendere: ‘Berlusconi ha detto che l’emergenza dei migranti è tutta colpa di Renzi e della sinistra che hanno firmato il trattato di Dublino. Quel trattato – sbagliatissimo e che noi stiamo chiedendo di cambiare – non l’ha firmato il mio Governo. Era il 2003. Quel trattato sbagliato che ha messo in difficoltà l’Italia lo ha firmato il Governo della Repubblica guidato da Silvio Berlusconi’.
L’altra faccia del Centro Destra, ovvero quella della Lega Nord, riguardo al controverso tema dell’immigrazione, la pensa alla stessa maniera di Forza di Italia: ‘Bisogna puntare alla lotta all’immigrazione clandestina’. Il programma politico della Lega prevede essenzialmente: lotta al terrorismo, chiusura delle frontiere, blocco degli sbarchi immigrati e respingimenti assistiti, rimpatrio di tutti i clandestini, ampliamento legittima difesa, poliziotto e carabiniere di quartiere. Salvini, in un’occasione, citando Papa emerito Benedetto XVI, ha rivendicato il ‘diritto dei popoli a non emigrare’, in buona sostanza l’intento è quello di evitare sbarchi massivi dei popoli africani, mettendo in atto politiche in grado di eliminare alla radice le cause economiche delle migrazioni. Matteo Salvini ha usato parole forti, ha parlato di ‘invasione’ e ‘buonismo’ da parte di quei partiti favorevoli all’attuale gestione dei flussi migratori. A tutto ciò si collega chiaramente la netta opposizione del Carroccio allo ius soli, la proposta di legge che garantisce la cittadinanza per i figli degli immigrati.
Immigrazione: la posizione del Partito Democratico
IN SINTESI: il Partito Democratico punta all’estensione dei diritti a tutti i cittadini, pertanto dice ‘sì’ allo Ius Soli, ma promette nel contempo di attivarsi per contrastare i trafficanti che controllano gli sbarchi clandestini. Rimane salda la volontà di proseguire con le politiche di accoglienza per i rifugiati di guerra.
Il Partito Democratico, guidato da Matteo Renzi, che subito dopo le elezioni amministrative del giugno 2017 disse la fatidica frase ‘Aiutamoli a casa loro’, oggi mette sul tavolo un programma che potremmo definire ‘conservatore’, che punta a trasmettere ‘tranquillità e fiducia’. Sostanzialmente non presenta novità di rilievo rispetto all’immediato passato. Sull’annoso problema dell’immigrazione infatti, punta ad andare avanti con le politiche attuali: si prosegue dunque con la dottrina Minniti, ovvero tentando di bloccare i flussi migratori attraverso accordi mirati con la Libia. Rimane in piedi il progetto dello ‘ius soli’, al quale il partito ha lavorato negli ultimi mesi della legislatura, ma che poi non è arrivato al voto parlamentare. I punti saldi rimangono pertanto l’accoglienza e la lotta alle organizzazioni criminali che portano ogni anno a un numero spaventoso di morti nei nostri mari.
Immigrazione: la posizione di Liberi e Uguali
IN SINTESI: il programma del neo-partito punta a una politica esterna improntata sulla pace. L’obiettivo principale è rafforzare l’intesa con gli altri Paesi, per evitare scontri armati e di conseguenza ridurre i flussi migratori.
Il programma politico della nuova forza politica Liberi e Uguali, si focalizza più che altro sulla politica estera in generale, non si trovano riferimenti diretti all’immigrazione. Il neo-partito conta di ‘rafforzare le politiche di cooperazione e solidarietà internazionale, di promozione dei diritti umani attraverso l’applicazione delle convenzioni internazionali e rifiutare l’interventismo militare al servizio di una logica di guerra’. Riducendo gli scontri armati si andrebbe di conseguenza ad azzerare una delle ragioni principali che portano i popoli a lasciare le proprie terre. Inoltre il partito di Grasso punta a ridurre le spese militari: ‘E’ necessario far rispettare all’industria italiana degli armamenti le norme internazionali, europee e sulle limitazioni all’export bellico, a partire dalla legge 185/90, in particolare sui paesi in guerra’.