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La cancelliera tedesca Angela Merkel, al vertice UE straordinario relativo all’emergenza migranti, ha detto che tutti sono pronti a sostenere l’Italia, ma la registrazione dei rifugiati dovrebbe essere fatta secondo le regole stabilite dall’Unione Europea. La Merkel ha affermato che saranno triplicati i fondi per le operazioni di Triton e Poseidon, in modo da poter agire in fretta. La discussione è stata molto lunga e si è deciso di arrivare ad almeno 9 milioni di euro al mese di fondi a disposizione. Nell’ambito dell’operazione Triton si cercerà di mettere in salvo i migranti vicino alle coste della Libia e i comandanti avranno un certo margine di scelta per le zone da monitorare e impedire l’ingresso illegale nelle acque territoriali dell’Unione Europea.
Renzi ha dichiarato: “Nessuno può obbligare gli Stati membri» ad accogliere i migranti, «ma mi rincuora che molti si siano detti disponibili, e anche che Paesi come il Regno Unito abbiano dato disponibilità a partecipare con mezzi oltre a fornire il sostegno pieno in sede di Consiglio di Sicurezza”. Si è discusso anche sulle missioni destinate a combattere i trafficanti.
Attesi 1 milione di migranti
“In Libia si calcola che ci siano tra 500mila e il milione di siriani e subsahariani in attesa di fuggire verso l’Europa”. La denuncia arriva dal procuratore aggiunto di Palermo, Maurizio Scalia, commentando l’operazione della Polizia di Stato che ha portato all’arresto di 14 persone su 24 provvedimenti di fermo emessi dalla Dda di Palermo. “È un traffico di essere umani inarrestabile quello che arriva dalla Libia, soprattutto per il numero di migranti che vogliono raggiungere l’Italia e l’Europa e per la possibilità di facilissimo guadagni”, sottolinea il pm. La Direzione distrettuale antimafia palermitana sta indagando sugli scafisti e sul traffico di essere umani che continua a causare tragedie nel mare Mediterraneo e nel Canale di Sicilia.
Le intercettazioni, spiega il pm Scalia, hanno portato alla luce le tariffe dei trafficanti di migranti che lucrano sulla pelle dei disperati, spesso condannandoli alla morte in mezzo al mare. Il prezzo medio per chi arriva da paesi africani come il Sudan, l’Eritrea la Libia è tra i 4.000 e i 5.000 dollari a persona; il pagamento deve essere anticipato. A questo si aggiunge il costo del viaggio dalla Libia all’Italia, tra 1.000 e 1.500 dollari a persona. “Sono trafficanti in contatto con altri extracomunitari ai quali preannunciano gli sbarchi e a cui vengono forniti i numero di telefono dei referenti sul nostro territorio nazionale”, conclude il pm.
Perché scappano?
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Di solito chi si imbarca per raggiungere l’Italia ha già affrontato dei viaggi molto lunghi, pericolosi, che sono iniziati anche molti anni prima e sono stati caratterizzati da incarcerazioni, soprusi e violenze. In particolare, appare molto problematico il flusso dei migranti provenienti dall’Africa. Spesso si tratta di persone che lasciano i loro Stati in seguito ad una vera e propria crisi umanitaria causata da violentissime guerre civili. Altre volte si tratta di sfuggire a dei regimi repressivi e violenti. E’ il caso, ad esempio, dell’Eritrea, dove vige un vero e proprio sistema dittatoriale, che mantiene il terrore tra la popolazione.
Certe volte sono anche i movimenti estremisti islamisti che terrorizzano la popolazione, distruggendo intere porzioni di territorio, provocando carestie, uccidendo anche coloro che si oppongono a questi modi di vedere estremi. Quindi non si tratta soltanto di sfuggire alla povertà, ma anche di veder salva la propria vita, che può essere minacciata dalle posizioni che riguardano la fede religiosa, l’appartenenza etnica o politica.
Come fermarli?
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Le soluzioni che potrebbero portare a fermare i viaggi dei migranti nel nostro Paese sarebbero molte. Al di là delle varie strategie di carattere politico, da adottare anche in sintonia con gli altri Paesi dell’Unione Europea, ci sono dei risvolti pratici che vale la pena considerare e che riguardano innanzitutto le imbarcazioni utilizzate dagli scafisti per portare la popolazione africana in Italia. Si tratta di solito di pescherecci in disuso, di gommoni recuperati, che vengono fatti pagare anche migliaia di euro. Per questi motivi si ritiene che la distruzione dei mezzi dei trafficanti sia necessaria per indebolire l’organizzazione e tentare di stroncare l’attività criminale.
Secondo alcuni esperti della questione, bisognerebbe agire non soltanto in mare, ma occorrerebbe anche rivolgere un’attenzione primaria alle postazioni di terra, soprattutto ai centri strategici degli scafisti. D’altronde soltanto in pochi casi si riesce a distruggere o a sequestrare i barconi, spesso i trafficanti riescono a fuggire e li riutilizzano per altri viaggi. I dati da questo punto di vista sono molto chiari: tra l’1 gennaio 2014 e il 15 febbraio 2015 ci sono stati 1.661 eventi di immigrazione legale e sono state sequestrate soltanto 109 imbarcazioni, mentre altre 150 sono affondate.
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