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La settimana scorsa sembrava che il premier Giuseppe Conte avesse rinnovato l’alleanza fra Italia, Francia e Germania nel corso dei suoi incontri bilaterali con Macron e con la Merkel. Ai sorrisi ed alle strette di mano in favore di telecamera però non sembrano essere seguiti fatti concreti. L’Italia incassa alcuni schiaffi in materia di immigrazione. Vedremo fra poco quali. Intanto Salvini dai salotti di Porta a Porta dice la sua sul nuovo asse franco-tedesco che sembra isolare l’Italia: “Se andiamo a Buxelles per avere il compitino già scritto da Francia e Germania, se pensano di mandarci altri migranti invece di aiutarci, allora non andiamo nemmeno, risparmiamo i soldi del viaggio”. La minaccia di Salvini agita le acque: Angela Merkel oggi ha telefonato a Giuseppe Conte per rassicurarlo. Salvini intanto manda un messaggio alla nave della ONG olandese che oggi ha salvato 224 migranti: “La nave batte bandiera olandese, quindi stavolta farà un giro un po’ largo”. L’Esecutivo olandese smentisce: “La nave non è nostra, l’Italia lo sa bene”.
Nel pomeriggio Giuseppe Conte pubblica un post su Facebook per raccontare il sunto di una telefonata ricevuta da Berlino: “Ho appena ricevuto una telefonata dalla Cancelliera Angela Merkel, preoccupata della possibilità che io potessi non partecipare al pre vertice di domenica a Bruxelles sul tema immigrazione. Le ho confermato che per me sarebbe stato inaccettabile partecipare a questo vertice con un testo già preconfezionato. La Cancelliera ha chiarito che c’è stato un ‘misunderstanding’: la bozza di testo diffusa ieri verrà accantonata. Domenica al centro della discussione sull’immigrazione ci sarà la proposta italiana e se ne discuterà insieme alle proposte degli altri Paesi. L’incontro non si concluderà con un testo scritto, ma solo con un summary delle questioni affrontate e sulle quali continueremo a discutere al consiglio europeo della prossima settimana. Nessuno può pensare di prescindere dalle nostre posizioni. Ci vediamo domenica a Bruxelles!”
Se dal vertice europeo di fine mese non dovessero emergere accordi, il rischio per l’Italia sarebbe l’isolamento: l’Austria schiererebbe nuovamente le truppe al Brennero, la Francia continuerebbe a tenere sigillato il passaggio di Ventimiglia e la Germania rispedirebbe indietro i migranti che cercano di passare. In pratica sarebbe la fine del trattato di Schengen. E l’Italia sarebbe sempre più sola.
Salvini, Di Maio e Conte stanno valutando di proporre al Consiglio europeo la sospensione del trattato di Dublino per i soli confini marittimi. Attualmente le regole impongono al primo Paese di prima accoglienza l’identificazione e la gestione dei migranti. Il governo Conte punta a trovare altre soluzioni per i migranti marittimi e mantenere le attuali soluzioni per i migranti terrestri.
“I migranti che vengono registrati in un Paese e vanno in un altro devono essere rimandati indietro al più presto”. Parole di Emmanuel Macron, come le quali rivendica implicitamente i respingimenti di Ventimiglia e con le quali mette le cose in chiaro con l’Italia. Se un migrante viene registrato in Italia, la sua gestione sarà un problema degli italiani. Punto.
Macron prende di petto l’Italia tornando a parlare del caso Aquarius: “Non risponderemo mai in modo positivo a strategie chiaramente non cooperative”.
La bozza di testo diffusa ieri da Francia e Germania verrà accantonata, almeno così dichiara Angela Merkel nella sua telefonata con Giuseppe Conte. Ma cosa c’era scritto? Ecco un estratto: “Accoglieremo le valutazioni dell’Italia sull’immigrazione, ma puntiamo a un’ambizioso rafforzamento sia degli uomini sia del mandato di Frontex e a un sistema comune del diritto di asilo. Azioni unilaterali e non coordinate rischiano di spaccare l’Europa, dividere i suoi popoli e mettere a rischio Schengen. Se alcuni Stati membri agiscono in modo unilaterale, ciò rischia di far aumentare l’immigrazione in tutta l’Europa”. Si tratta della dichiarazione congiunta rilasciata da Merkel e Macron. Traduzione: l’Italia non si azzardi mai più a gestire i flussi migratori come ha fatto con il caso Aquarius, prima prendendo di petto Malta e poi passando la patata bollente alla Spagna.
Secondo la versione preliminare della bozza Merkel e Macron puntano insomma, almeno nell’immediato, a continuare ad accogliere le navi nei porti europei (cioè principalmente in Italia).
Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk propone di dirottare le navi verso paesi africani (Tunisia, Egitto, Libia). La criticità è rappresentata dal fatto che in mancanza di accordi bilaterali non è possibile riportare su terraferma, in un’altra nazione, i migranti salvati in acque internazionali.
La Tunisia (la stessa Tunisia che due settimane fa il ministro Salvini aveva accusato di esportare “galeotti”) si dice indisponibile ad allestire centri di sbarco per i migranti salvati in acque internazionali: l’ambasciatore tunisino presso la UE, Tahar Cherif, ha dichiarato che “la posizione ufficiale è già stata espressa a vari livelli […] La questione ci è stata posta dai nostri amici italiani e tedeschi e il capo del governo ha risposto a questa domanda. […] La Tunisia non ha né i mezzi né le condizioni né la capacità di creare questi centri”.
Questione chiusa.
Il premier ungherese di ultradestra Viktor Orban, amico ed estimatore di Salvini, lavora per mettere nero su bianco nella Costituzione che l’Ungheria vieta l’accoglienza ai migranti. Orban ha una maggioranza di ferro, due terzi dei seggi in parlamento, che gli consente di cambiare la Costutuzione. Nonostante l’identità di intenti, Salvini è preoccupato da questa mossa: vorrebbe infatti che i migranti venissero redistribuiti fra tutti i paesi europei, Ungheria compresa. La chiusura totale di Orban rappresenta un problema per l’Italia.
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